Considerazioni sparse post Parma-Inter (1-2)
L’Inter non sbaglia e consolida il proprio primato.
- L’Inter per dare il primo vero strattone al campionato. Il Parma per uscire da una situazione sempre più pericolosa. Ne esce, come ovvio, una gara tattica e bloccata, soprattutto nel primo tempo. Più godibile la ripresa con le sinfonie di Lukaku e Sanchez ma anche grazie all’orgoglio Parmense. Alla fine vince meritatamente l’Inter che si porta a più sei e si vede finalmente matura;
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Il nostro lavoro si basa sull'impegno e la passione di una redazione giovane. Tramite l'associazione ci aiuti a crescere e migliorare sempre la qualità dei contenuti. Associati ora!- Lukaku dirige l’orchestra, pazzesco come nei momenti di difficoltà tutti i compagni lo cerchino. Sanchez dipinge e sparge classe. De Vrji sontuoso e Brozovic essenziale. Eriksen dipinge linee invisibile. Lievemente sottotono Perisic ed Hakimi;
- Il Parma tiene fino al gol dell’Inter poi cede di schianto per riprendersi con l’ingresso dei cambi. Non era questa la gara su cui puntare per risollevarsi ma D’Aversa si porta a casa un atteggiamento che sarà prezioso in ottica salvezza;
- Conte deve sicuramente gioire per il +6 punti sui cugini ma la cosa migliore, stasera, sta nell’atteggiamento con cui l’Inter affronta una gara che in altre stagioni avrebbe sicuramente perso o pareggiato. Un importante passo avanti nella costruzione identitaria di questa squadra;
- Paradossalmente, col moltiplicarsi di voci e pettegolezzi su cambi societari e problemi finanziari l’Inter risponde sul campo con una compattezza sconosciuta dai tempi del Triplete. Conte si esalta e i suoi ragazzi con lui.
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Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.
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