Considerazioni sparse post Genoa-Sampdoria (1-1)
Derby della Lanterna povero di emozioni, terminato con un pareggio che accontenta tutti.
- Nel match simbolo dell'ex repubblica marinara, Ballardini e Ranieri ci invitano nella democrazia del pragmatismo, dove vigono il rigore tattico e i ritmi poco serrati. Primo tempo praticamente privo di azioni degne di nota, nella ripresa il gol dopo sette minuti, realizzato da Zappacosta per il Genoa, sembrerebbe cambiare le carte in tavola. Ranieri opera alcuni cambi e dispone la Samp con il 4-4-2, fino al pareggio di Tonelli. Non accadeva dal 1993-1994 che entrambi in derby di campionato finissero con questo risultato;
- La fantasia, questa sconosciuta. Verre regala un paio di sporadiche giocate, ma fini a se stesse, sconnesse dal contesto. Strootman aggiunge saggezza alla propria mediana: il lancio per il gran gol di Zappacosta, dalla propria parte di campo, è suo. Destro si sbatte e non poco, Quagliarella ci prova, ma non è in serata, Keita non pervenuto. Difese impeccabili;
- Dopo il vantaggio, la formazione di Ballardini sembra poter far suo il derby, grazie soprattutto ad un'intensità maggiore espressa in fase di impostazione, ritmo che per lunghi tratti sembra mancare ai doriani. Candreva sale spesso, ma non incide, al contrario del suo dirimpettaio Zappacosta, il migliore in campo per inventiva e grinta messa su ogni pallone;
- Due gol messi a segno, uno per parte, rappresentano l'apice del match. Strootman croce e delizia: fautore del lancio ispiratore del vantaggio e smemorato nella sventurata ed errata marcatura a Tonelli, il quale si fa perdonare della mancanza sul gol avversario;
- Una partita povera di emozioni, bloccata da una sorta di stallo tattico e gestita molto bene dal signor Pairetto. Per una volta, è giusto elogiare il contributo equilibrato, praticamente impeccabile, della direzione arbitrale.
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