Considerazioni sparse post Atalanta-Crotone (5-1)
L'Atalanta gioca solo un tempo, ma è più che sufficiente per demolire la flebile resistenza del Crotone, all'esordio di Serse Cosmi.
- La partita vera dura 45 minuti, in cui il Crotone resiste con ordine e tiene il risultato in equilibrio sfruttando gli errori di un'Atalanta che nella prima frazione imposta la modalità risparmio energetico; l'uno-due nerazzurro ad inizio ripresa mette la pietra tombale su un incontro che si trasforma in un lungo soliloquio bergamasco, di cui gli ospiti sono solo i malcapitati spettatori. Il match è valido per la Serie A, ma onestamente tra le due squadre sembra esserci almeno una categoria;
- Tra assenze e turnover Gasperini dimostra ancora che la sua Atalanta è una squadra commutativa: cambiando gli interpreti il risultato non cambia. La Dea gioca un grande calcio e ha tutti i requisiti per essere considerata una big del nostro campionato: la squadra è matura, non si scompone quando regala un gol agli avversari e gestisce il match colpendo nei momenti giusti. E l'esultanza al gol dell'Udinese a San Siro significa che anche a Bergamo nessuno ha più intenzione di nascondersi;
- Serse Cosmi è un uomo di un'altra epoca e il suo calcio viene direttamente da lì. Il nuovo allenatore del Crotone torna a sedersi su una panchina di Serie A dopo più di otto anni, fingendo che il tempo non sia mai trascorso. La formazione che schiera è simile a quelle proposte dal suo predecessore, ma l'atteggiamento della squadra è drasticamente diverso: Serse dichiara subito i suoi intenti e cancella ogni parvenza di costruzione dal basso, scegliendo Simy (che Stroppa aveva recentemente messo in soffitta) per cercare subito il lancio lungo sulla punta. Questo approccio paga per un tempo, ma gli squali hanno onestamente troppo poco per competere;
- Inutile nascondere che, nonostante la squadra di Gasperini sia uno splendido collettivo, gran parte delle sorti della Dea passino dal metafisico piede sinistro di Josip Ilicic. Lo sloveno è una luce intermittente, ma quando è accesa illumina a giorno: l'assist per l'1-0 di Gosens, l'esterno al volo che mette in porta Malinovski e la pennellata all'incrocio che vale il 4-1 sono solo alcune delle giocate che il talento nerazzurro sciorina quando decide di partecipare alla partita. A Muriel, d'altra parte, sembra sempre che manchi il proverbiale soldo per fare una lira: un gol lo segna, regalato dallo sciagurato Golemic, due se li divora. Potrebbe dominare, si accontenta di divertirsi;
- "Non piangete per me, sono già morto" chiosa laconicamente Barney Gumble nel corto che incanta la critica allo Springfield Film Festival, in una celebre puntata dei Simpson. Il Crotone sembra semplicemente inadeguato alla categoria cui partecipa e la salvezza, onestamente, pare più una chimera che un reale obiettivo. Per dare almeno un barlume di senso a questo finale di stagione Cosmi deve ripartire dal primo tempo di Bergamo, provando a far giocare un calcio essenziale ad una squadra che non può permettersi di fare altro. E sperare che basti.
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