Considerazioni sparse post Crotone-Cagliari (0-2)
Il Cagliari fa le cose Semplici, e i valori della rosa degli ospiti bastano a condannare il Crotone.
- Meglio lavorare che guardare il primo tempo di questa delicata sfida salvezza: zero tiri in porta, vince la paura, come si diceva negli anni 90;
- Quando, nella ripresa, la partita si accende, sono la qualità e l’esperienza della rosa dei sardi ad indirizzare il match: Air Pavoletti si ricorda della sua superiorità aerea e disinfesta la mente di tutti i compagni dai mille fantasmi lasciati in eredità dalla gestione Di Francesco;
- Il migliore in campo, una volta tanto, non gioca per la squadra che porta a casa i tre punti. Adam Ounas non potrà rappresentare un rimpianto per il Cagliari, troppo poche le sue sette presenze prive di gol in Sardegna, fatto sta che i suoi ex compagni non lo prendono mai.
Prende un palo, fa ammonire mezza squadra, dà gli strappi che accendono l’attacco pitagorico;
- A onor del vero, già con l’ultimo Di Fra il Cagliari aveva trovato una certa stabilità difensiva: la linea a 3 con Godìn ultimo baluardo, ben protetto dai fedeli scudieri Ceppitelli e Rugani, assicura compattezza ad una squadra che deve giocoforza cambiare le sue statistiche se vuole sperare nella salvezza;
- Il Crotone attende solo il verdetto dell’aritmetica per salutare la massima serie. Dispiace perché il lavoro di Stroppa, nonostante tutto, non è da buttare; troppo dura però salvarsi subendo 57 reti in 24 giornate. Cagliari ancora in corsa, ma questa vittoria conta più a livello psicologico che non per guardare con meno ansia la classifica.
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