, 18 Febbraio 2021
2 minuti

Considerazioni sparse post Granada-Napoli (2-0)


Una rondine non fa primavera e le difficoltà del Napoli a proporre gioco portano ad una nuova sconfitta.


- Un Napoli ridotto a 13 effettivi dal Covid e dagli infortuni muscolari abbattutisi a catena cade in Andalusia, vedendo sfilar via (salvo clamorosi ribaltoni) anche il terzo obiettivo stagionale dopo Supercoppa e la Coppa Italia;

- Detto della malasorte che sembra essersi accanita sul Napoli sotto forma di un'infermiera più affollata del campo, gli alibi per gli azzurri finiscono qui: oggi è scesa in campo una squadra  sfilacciata, in cui i reparti sono sembrati assolutamente slegati fra loro, con errori tecnici a go-go che hanno finito per spianare praterie agli avversari;

- Al contrario il Granada è stato proprio come ce lo aspettavamo: una squadra con buoni giocatori, qualcuno più che interessante, ma soprattutto una squadra di calcio che ha saputo stare in campo e sfruttare cinicamente le defaillances del Napoli, sovvertendo i pronostici che a dicembre la davano sfavorita;

- Nel secondo tempo, complice l'ingresso di Zielinski e un risultato che ha permesso al Granada di adottare una tattica più attendista, il Napoli è cresciuto lentamente producendo, esclusivamente o quasi da calcio piazzato, qualche occasione da rete: troppo poco però per impegnare davvero Rui Silva, che ha fatto la sua prima parata della gara solo a 10' dalla fine su un tiro centrale di Osimhen;

- Nel Napoli male Lobotka, che a una pessima condizione atletica abbina una scarsa lucidità, rallentando inverosimilmente la manovra. Assente Osimhen, solo un sosia del bel giocatore ammirato pre-infortunio. Si salva Fabian Ruiz, fra i meno peggio stasera nonostante fosse uno dei meno lucidi fisicamente, coi crampi nel finale a testimoniarlo. Nel Granada buon lavoro generale di tutta la squadra, nella quale spiccano le individualità degli ex Udinese e Chelsea Machis e Kenedy.

Autore

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

Ti potrebbe interessare

Dallo stesso autore

Associati

Banner campagna associazioni sportellate.

Newsletter

sportellate intervista
Campagna Associazioni a Sportellate.it
Sportellate.it è ufficialmente un’associazione culturale.

Con l’obiettivo di promuovere un’idea sana e costruttiva di sport.
Associati ora!
pencilcrossmenu