, 7 Febbraio 2021
2 minuti

Considerazioni sparse post Udinese-Verona (2-0)


L’Udinese si allontana dalle zone calde della classifica, mentre a Verona invece inizia a farsi terribilmente sentire la mancanza di un attaccante di valore.


- Nel pomeriggio uggioso di Udine, Udinese e Verona danno vita ad un match piacevole che nel finale premia giustamente i ragazzi di Gotti. L’Hellas si dimentica di scendere il campo nel primo tempo e, nonostante qualche guizzo del solito Zaccagni e di Barak, crea pochissimo nella ripresa. I friulani conquistano così la seconda vittoria consecutiva dopo quella contro lo Spezia e dimostrano, almeno per oggi, di riuscire a sopperire all’assenza del loro numero 10. Per il Verona un’altra brutta sconfitta dopo la debacle dell’Olimpico contro la Roma;

- Primo tempo totalmente a tinte bianconere: Deulofeu e Llorente fanno quello che vogliono contro Dawidowicz e Günter, Pereyra ricopre egregiamente il ruolo di vice De Paul e la difesa ha gioco facilissimo contro i fantasmi di Kalinic e Lasagna. Nel Verona l’unico a salvarsi è il numero 1 Marco Silvestri, che tiene a galla gli scaligeri con almeno tre interventi decisivi. L’intervallo arriva come una manna dal cielo per gli uomini di Juric;

- Secondo tempo che comincia con il triplo cambio in casa Hellas (Magnani, Lovato e Ilic per gli insufficienti Lasagna, Dawidowicz e Günter) ma, oltre ad un tiro di Faraoni sull’esterno della rete, i gialloblù non impensieriscono mai la retroguardia dell’Udinese. La partita scivola senza emozioni fino al minuto 83 quando Deulofeu scippa un maldestro Dimarco e trova la fortunata deviazione nella propria porta di Silvestri; lo spagnolo ex Barcellona raddoppia poi nel recupero, coronando così la sua miglior partita da quando veste il bianconero.

- Dell’Udinese è ormai ripetitivo segnalare la solita ermeticità in fase difensiva, ormai marchio di fabbrica della squadra friulana, che oggi ha anche dimostrato buone trame di palleggio sulla trequarti avversaria, grazie alla velocità di Deulofeu e al dinamismo di Pereyra. Da segnalare l’ottima prova di Llorente che ha permesso alla squadra di appoggiarsi spesso su di lui con palloni lunghi, cosa che il suo dirimpettaio Kalinic ha faticato a fare, stretto nella morsa dei tre centrali di Gotti;

- Nel Verona visto oggi a Udine si salva solo Silvestri, decisivo su Deulofeu, Stryger Larsen e Walace nel primo tempo e sfortunato in occasione della prima rete dei friulani. Il pacchetto difensivo ha visto le streghe per tutta la partita ed è stato completamente in balia degli attaccanti bianconeri, Lazovic e Faraoni sono lontanissimi parenti di quelli che abbiamo visto bruciare l’erba lo scorso anno con le loro sgommate, e Kalinic e Lasagna hanno dimostrato, ancora una volta, la loro inadeguatezza alla categoria: l’assenza di una prima punta di qualità rende ancora più lodevole il lavoro fatto dal tecnico croato in questo anno e mezzo.

  • Fausto Nardone, nato a Verona nel ’93, anno in cui il suo idolo Pinturicchio rinunciò alla tavolozza dei colori per iniziare a dipingere solo in bianco e nero. Tifoso juventino e avellinese grazie (o a causa) di suo padre, adora l’estetica concreta di Guardiola, la variante Ascari di Monza e il rovescio a una mano di Federer. Si guadagna la pagnotta occupandosi di comunicazione e marketing ed extra-sportivamente ama cucinare, viaggiare per ostelli, guardare Cinepanettoni e ascoltare i Red Hot Chili Peppers. Il suo ricordo sportivo più bello? Stagione 2002/2003, campionato di Serie C1, Stadio Partenio-Lombardi: Avellino 3 - Benevento 1.

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