Considerazioni sparse post Roma-Verona (3-1)
Alla Roma bastano 9 minuti per travolgere la miglior difesa del girone d’andata.
- La Roma per mantenere la terza posizione, il Verona per continuare a mietere vittime tra le big. A sorpresa è la Roma ad adattarsi agli avversari, modificando la propria filosofia: consapevoli dell’aggressività dell’avversario in fase di pressione, i giallorossi rinunciano in tutte le situazioni di potenziale rischio alla costruzione dal basso, facendo un insolito ricorso ai lanci lunghi. La mossa paga: al Verona non vengono concessi errori di sfruttare, poi l’organizzazione e la qualità in fase offensiva fanno il resto;
- Si decide tutto nei 9’ che vanno dal 20esimo al 29esimo: la Roma spacca un match fino a quel momento equilibrato con un un trittico di gol (Mancini, Mkhtaryan, Mayoral). frutto di un insolito cinismo. Da lì i giallorossi hanno parecchie occasioni per aumentare il divario, ma ritrovano l’animo sprecone. Resta però impressionante la facilità con la quale arrivano nell’area avversaria;
- Il Verona fornisce la solita prova di quantità ma viene ben imbrigliato, soprattutto nelle sue fonti di gioco (Zaccagni su tutti). Rischia il tracollo, si rimette in piedi nella ripresa grazie alle forze fresche dalla panchina, ma alla fine chiude con soli 2 tiri nello specchio e una prova non all'altezza delle precedenti;
- Nella Roma ottima prova di Mancini, che sblocca il match e cancella Zaccagni con un’asfissiante marcatura a tutto campo: peccato per la distrazione sul gol di Colley. Ennesima conferma per gli ispiratissimi Pellegrini e Mkhtaryan, che con Villar e Veretout formano un quadrilatero di altissima qualità. Molto bene anche Spinazzola e finalmente Kumbulla. Pau Lopez ormai è un fattore, anche se in negativo;
- Nel Verona malissimo Kalinic e sempre in sofferenza Dawidovicz. Anche Ilic fatica troppo contro la capacità di muoversi negli spazi dei trequarti avversari. Molto positivo l’ingresso di Colley e Di Marco. Lasagna ha cambiato casacca ma resta il solito: dialoga anche bene con i compagni, ma sembra un uomo con la precisa missione di non segnare.
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