Considerazioni sparse post Bologna-Milan (1-2)
Vittoria scacciacrisi per la capolista.
- Il Bologna non gioca male, ma spesso paga l’assenza di un riferimento offensivo di livello. Barrow è un buon giocatore, ma non ha le caratteristiche per tenere in piedi da solo l’attacco, anche se affiancato da giocatori di qualità. A Mihajlovic in rosa manca proprio quel giocatore con l’istinto della tigre, che sappia capitalizzare quello che viene creato senza perdersi in fronzoli. Il suo sogno era Ibra, ma potrebbe bastare molto meno per migliorare la situazione e lanciare la squadra in posizioni ben più tranquille;
- Ad aiutare i rossoblu, risvegliando una partita che sembrava praticamente finita, ci pensa la leziosità di Theo Hernandez, che sul due a zero pensa di potersi permettere di fare dribbling come se fosse nei campi della “Casa nella prateria” e regala un goal a Poli che galvanizza gli uomini di Mihajlovic e li lancia verso un finale tutto all’arrembaggio. Un errore grave, che rischia di rimettere in discussione un match che fino a quel momento non lo era mai stato, sul quale il terzino dovrà riflettere molto;
- In una partita ricca di emozioni, entrambi i portieri hanno trovato il modo di esaltare le proprie doti in più di un’occasione. Si parla sempre di Donnarumma, sul quale c’è poco da aggiungere, quindi è bene ricordare che oggi a difendere la porta opposta c’era un certo Lukasz Skorupski: da anni uno dei portieri più affidabili della nostra Serie A, la cui unica sfortuna è quella di non essere riuscito ad imporsi nella Roma e avere trovato spazio soltanto in squadre con la salvezza come obiettivo principale;
- Dopo l’ennesima riprova di oggi, non servono altri tiri dal dischetto per capire che il rigorista del Milan deve essere Kessié. Non ce ne voglia Ibrahimovic, che è un campione, ma in quanto essere umano ci deve pur essere qualcosa che non sa fare e nello specifico è calciare i rigori. La responsabilità ora è tutta in mano a Pioli, che deve dimostrare di essere lui a prendere le decisioni in squadra e fare chiarezza sulla faccenda;
- La sofferenza finale rossonera ricorda molto lo sbando visto con l’Atalanta e nell’ultima mezz’ora contro l’Inter. Quello che sembra mancare, ad oggi, alla squadra di Pioli è la freddezza con cui era stata capace di gestire i match e uscire dalle situazioni di difficoltà nella prima parte di stagione. Per ottanta minuti il risultato sembra rappresentare perfettamente l’andamento della partita, ma le incertezze finali rendono sofferta una vittoria che pareva quasi scontata.
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