Considerazioni sparse post Juventus-Spal (4-0)
La Juventus passeggia in una serata fredda quasi quanto il cuore di Chiesa.
- Serata rilassante come un weekend termale per la Juventus, che respira e prende aria dopo un gennaio fin qui durissimo e faticoso. Nulla da segnalare per la Spal, venuta a Torino di fatto solo per prendere freddo. Probabilmente avrebbe perso lo stesso ma Marino poteva mettere qualche titolare in più per onorare la competizione. Il rispetto per questa Coppa deve partire in primis dagli operatori del settore;
- C’è poco di cui parlare stasera, a parte forse l’imbarazzante superiorità di Kulusevski rispetto al contesto odierno. Allora vale la pena soffermarsi sui giovani visti in campo. Dragusin, capitano dell’Under 21 romena, dovrebbe essere il più pronto nelle idee di Pirlo, che ne parla sempre con entuasiamo. Stasera da terzino non ci è sembrato a suo agio. Poca qualità palla al piede e pochissima spinta. Probabilmente, visto anche il fisico imponente, da centrale (a quattro o a tre) saprà dare il suo meglio. Sicuramente ha molto successo con le ragazze;
- A centrocampo, di fianco a Rabiot (che stasera sembrava l’ospite internazionale di X Factor), chanche per Fagioli. Enfant prodige della primavera bianconera, il ragazzo proveniente dal vivaio della Cremonese non riesce a rubare l’occhio quanto vorrebbe. Dopo un avvio in sordina, prova a crescere con personalità e a cercare con continuità la giocata, verticalizzando a volte in modo quasi scriteriato. Qualche errore arriva, ma l’attitudine ci è sembrata quella giusta. Sembra un centrocampista più di qualità che di quantità. Male i capelli;
- Di Pardo è entrato nel secondo tempo al posto dell’infortunato Bernardeschi e si è posizionato largo sulla destra dando principalmente l’idea di non avere intenzione di disturbare nessuno. Ha mostrato se non altro una buona gamba. Classe 99, (giovane ma non giovanissimo) lo aspettiamo in contesti più competitivi per giudicarlo a pieno. Vi avvertiamo che potrebbe essere un po’ raccomandato. È di Rimini, come Sportellate;
- La storia strappalacrime della partita è quella di Marco Da Graca, ragazzone di origini portoghesi nato a Palermo il 1 maggio 2002. Entrato all’83esimo al posto di Demiral, avrebbe segnato il suo primo gol tra i professionisti se non avesse trovato sulla sua strada Chiesa, ragazzo squisito fuori dal terreno di gioco ma che in campo sembra in grado di barattare un cugino per otttenere una rimessa laterale. Figuriamoci un gol. Chiesa scippa la palla a De Graca praticamente sulla linea di porta e sigla il 4-0 al 93esimo. Forza Marco, avrai altre occasioni.
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