, 26 Gennaio 2021
2 minuti

Considerazioni sparse post Inter-Milan (2-1)


Conte: ecco Eriksen. Ibra croce e delizia.


- I ritmi bassi della prima ora del match rappresentano la paura di entrambe le squadre di scoprirsi troppo, in una sera in cui oltre al risultato conta tanto uscire dal campo senza rompersi le ossa e non si intende fisicamente. Non è un caso che ci voglia il goal dei rossoneri per stanare l’Inter, che nella ripresa mette subito in campo turbo-Hakimi per cambiare passo e prendere in mano le redini della partita;

- Quanto accaduto a fine primo tempo è quello che non vorremmo vedere su un campo di calcio. Non mettiamo in dubbio che possa essere divertente per lo spettatore, da certi punti di vista, ma lo sport è altro. Stando a quanto è filtrato, sia Lukaku che Ibrahimovic hanno pronunciato frasi da censurare che avrebbero meritato il cartellino rosso e la scelta dell’arbitro di punire entrambi soltanto col giallo per provare a stemperare gli animi è coraggiosa e va in qualche modo apprezzata;

- Cerchiamo di guardare quindi il lato calcistico dello svedese, che a metà del primo tempo ha piazzato un goal dei suoi. Dopo il match con l’Atalanta, parlando di Ilicic, ha detto che se gli danno gli spazi è più forte anche lui e questa sera l’ha dimostrato: stop, girata e rasoterra imprendibile per Handanovic. Peccato per il fallo ingenuo col quale ha costretto i suoi in dieci i suoi per più di mezz’ora, macchiando definitivamente una prestazione che avrebbe meritato un finale diverso;

- Obbligatorio dedicare una considerazione a Christian Eriksen, che manda una lettera con dedica al suo allenatore direttamente su punizione: un goal che vale vittoria e qualificazione, ricordando che a calcio alla fine si gioca coi piedi e non soltanto con gli schemi. Sarà l’occasione per il suo rilancio? La sua rete lascia di stucco Tatarusanu, che fino a quel momento aveva tenuto in piedi la baracca con una serie di parate decisive;

- Il risultato è giusto e premia la squadra che ha creato più occasioni nei novanta e più minuti di partita. Nessuna delle due squadre ha incantato, ma se il Milan si è reso pericoloso praticamente soltanto con Ibrahimovic, l’Inter ha sempre dato l’impressione di avere qualcosina in più da mettere in campo e, una volta trovatasi in superiorità numerica, è riuscita a capitalizzare quanto creato. Ora il campionato ci dirà quanto il derby riuscirà ad impattare psicologicamente sulle due squadre, con Pioli che dovrà calarsi nei panni dello psicologo per provare a rimettere in carreggiata i suoi.

Autore

  • Matteo Tencaioli. Classe 1980, da sempre diviso tra la professione di programmatore e l'amore per il giornalismo. Ama parlare di sport, in particolare di calcio e tennis. Conteso tra lavoro e famiglia, suo più grande amore, fa a sportellate tutti i giorni con il sonno per trovare il tempo di coltivare anche le proprie passioni.

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