Considerazioni sparse post Juventus-Napoli (2-0)
La Juventus puó essere ferro e puó essere piuma. Stasera è stata ferro (più o meno).
- La Juventus vince la Ps5 Supercup (ma perchè non si chiama più Supercoppa? Era necessario il nome inglese?) e mette un po’ di benzina in un serbatoio che segnava pericolosamente rosso. I trofei sono sempre i trofei e Pirlo puó appendere con merito la prima medaglia sul suo petto. Il Napoli puó prendersela con la sfortuna per gli ultimi 15 minuti. Riguardo i precedenti 75, non ci sono attenuanti per la pochezza dei partenopei;
- È stata una partita tra due squadre umorali, con una forbice enorme per entrambe tra il rendimento minimo e quello massimo. La Juve nel complesso, pur senza brillare, fa vedere qualcosa in più, fino alla sofferenza atroce finale. Il Napoli ha iniziato a giocare troppo tardi e anche i cambi di Gattuso potevano arrivare prima;
- Pirlo continua senza freno a cambiare moduli e interpreti. Dopo un po’ di 3-4-1-2 (circa), oggi si rivede un 4-4-2 piuttosto scolastico nell’esecuzione, con Arthur (bene) in cabina di regia. La Juve gioca una partita ordinata e soprattutto all’inizio del secondo tempo alza quanto serve i giri del motore legittimando la vittoria. In particolare due mosse sono state azzeccate. Kulusevski, che al posto di Morata ha garantito quella imprevedibilità che mancava a San Siro, e strano a dirlo, Bernardeschi, che pur nei suoi limiti (sull’occasione finale del Napoli si fa saltare come un birillo), porta maggiore pericolosità sulla sinistra rispetto a Chiesa. A proposito di Chiesa: sembra chiaro che o gioca destra oppure riesce a dare poco;
- Il Napoli ha fatto male, anche se tutto sommato per numero di occasioni sciupate probabilmente meritava di andare ai supplementari. La squadra di Gattuso continua a cambiare completamente dimensione da un giorno all’altro, come un cubo di Rubik che non si completa mai. Tre quarti della partita di oggi sono inaccettabili. Puntare sulla fisicità di Petagna contro un Chiellini così si è rivelata in particolare una mossa suicida. Lozano oggi latitante ed è mancato molto;
- Qualche nota finale sparsa. Il tampone negativo last minute di Cuadrado ha dato una bella mano a Pirlo. Senza l’esperienza del colombiano sulla destra la partita poteva essere diversa. Su Insigne purtroppo siamo costretti a ripeterci: quando la partita ha un certo peso specifico, il suo livello non si rivela mai all’altezza, nonostante la solita grande abnegazione. Quel rigore sbagliato pesa più del voto di Ciampolillo. La palma di migliore in campo peró la merita Wojciech Szczęsny, il portiere più sottovalutato della sua generazione. Una sicurezza granitica e due riflessi maestosi. Su questa Supercoppa ci sono le sue mani.
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