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, 18 Gennaio 2021

Ha ancora senso la regola del gol in trasferta?


Rispondiamo alla domanda di Luca Brigada Villa.

Caro Luca, la tua domanda è molto interessante e ahinoi tristemente attuale. Sgombriamo allora subito il campo dall’attualità e rispondiamo con la solita diplomazia. Con il Covid di mezzo è semplicemente ridicolo parlare di gol in trasferta o di gol in casa. Gli stadi vuoti hanno di fatto annullato il fattore casa e i dati lo dimostrano senza appello, con buona pace di chi pensa che il pubblico sia un ornamento di cui si puó tutto sommato fare a meno.

Il calcio è diventato un altro sport. In Serie A quest’anno per la prima volta da novanta anni le squadre in trasferta fanno più punti delle squadre in casa. In Liga addirittura la percentuale di vittorie casalinghe é precipitata al 40%, la più bassa di sempre e anche la Bundesliga vede una percentuale di vittorie scesa drasticamente, a poco più che il 43%.Oltre al semplice senso comune dunque anche i numeri dimostrano che quanto meno in questo 2021, lasciare intatta la regola dei gol in trasferta risulta totalmente anacronistico e fuori luogo. Non avrebbe alcun senso premiare una squadra che ha segnato in uno stadio vuoto o piuttosto punire una squadra che non ha segnato in un altro stadio vuoto. Ma andiamo oltre.

È infatti più interessante rispondere alla tua domanda saltando oltre l’ostacolo dell’emergenza che stiamo vivendo e cercare di capire se il doppio valore del gol in trasferta ha senso di esistere anche nel calcio che verrá post-covid, quando le curve si ripopoleranno, la birra scorrerà a fiumi e si tornerà a cantare e a fischiare l’avversario. Un punto di vista meritevole di attenzione in materia lo ha presentato il Cholo Simeone, dopo l’impresa del suo Atletico Madrid contro il Liverpool di Klopp, in quella che è stata di fatto l’ultima partita di calcio europeo giocata senza distanziamento sociale. L’Atletico Madrid ha vinto in casa l’andata per 1-0, il risultato preferito del Cholo. Al ritorno, dentro un traboccante Anfield, il Liverpool ha vinto per 1-0 nei tempi regolamentari, portando il match ai supplementari, dove è successo di tutto. I Reds hanno prima segnato il 2-0 per poi crollare di schianto, prendendo tre gol in dieci minuti e perdendo partita e qualificazione. In conferenza Simeone, con grandissima onestà intellettuale, ha evidenziato l’ingiustizia che si porta dietro questa regola. «Siamo stati avvantaggiati. Abbiamo avuto 30 minuti in più per segnare in trasferta rispetto a loro. Non è giusto».

Negli ottavi di Champions è la squadra classificata seconda nel girone a giocare l’andata in casa, rendendo dunque chiaro che per la Uefa giocare il ritorno tra le mura amiche è un vantaggio. Nel calcio iperattivo del 2021 una regola simile mostra peró crepe evidenti e sembra anzi scritta e pensata per un calcio diverso, in cui si segna poco e si passano partite in trincea. La regola nasce infatti nel 1965, quando le trasferte europee erano più simili a dei safari nel deserto in mezzo ai leoni che a delle semplici partite di calcio. Si sapeva poco e nulla dell’avversario, i viaggi erano lunghissimi e complicatissimi, i campi ignoti, i palloni sempre diversi. Di norma non c’erano neppure tifosi o tv al seguito. Per questo solitamente le squadre che giocavano in trasferta non facevano altro che mettersi dietro con la speranza di prenderne meno possibile e con l’obiettivo di ribaltare tutto al ritorno. Si ritenne allora intelligente premiare con il gol doppio quella squadra che anche in trasferta si spingeva alla ricerca del gol.

Il calcio ovviamente non è più così giá da un paio di decenni. Le trasferte sono comodissime, di informazioni sugli avversari ce ne sono fino alla nausea e i gol fioccano in ogni dove senza freni. Il fattore campo pesa meno e tutti giocano ovunque. Così facendo, il vantaggio dato alla squadra in casa sembra ormai fin troppo evidente, in barba alle idee delle Uefa. Se la squadra casalinga prenderà gol, avrà comunque a disposizione tutta un’altra partita per pareggiare i conti. Se invece dovesse riuscire a non prenderlo, è praticamente a metà dell’opera. Gli basterà fare un solo gol in qualsiasi momento del ritorno per costringere l’avversario a fare almeno tre gol per passare il turno. Tutto questo sempre con il jolly dei supplementari a favore.

Mourinho ha più volte dichiarato che preferisce un pareggio a reti bianche in caso di andata in casa, rispetto ad una vittoria con gol subito, andando contro quelle che sono le regole basilari dello sport. Parliamo insomma di una regola che snatura irrimediabilmente il corso logico di una partita di 180 minuti e costringe continuamente una delle due squadre ad attaccare sempre, rigettando in ogni momento l’idea del pareggio, con l’effetto di rendere gli scontri diretti (soprattutto quelli più equilibrati ovviamente), delle schegge impazzite che finiscono per risolversi spesso in modi bislacchi. Il non plus ultra fu la semifinale del 2003 tra Milan e Inter dove il Milan passò il turno per un gol in trasferta, segnato nel proprio stesso stadio. Da diversi anni si parla della necessità di ritoccare questa regola ormai quasi secolare, e le parole di Simeone trovano supporto in molti guru del calcio che vanno da Ferguson a Wenger. Il Covid puó essere l’occasione per intervenire. Farebbe bene la Uefa a pensarci, ma siamo sinceri. Abbiamo poche speranze.


  • È nato pochi giorni dopo l’ultima Champions League vinta dalla Juventus. Ama gli sportivi fragili, gli 1-0 e i trequartisti con i calzettini abbassati. Sembra sia laureato in Giurisprudenza.

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