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, 17 Gennaio 2021

Considerazioni sparse post Napoli-Fiorentina (6-0)


La squadra col peggiore rapporto xG prodotti e gol realizzati di tutto il campionato oggi trova il gol praticamente ad ogni conclusione.


- Napoli che davanti gioca con intelligenza e lucidità, sfruttando alla perfezione le catene esterne dove i viola hanno sofferto come non mai Insigne e Lozano, letali in transizione;

- L'impressione generale è che con il doppio mediano (Demme + Bakayoko) gli azzurri abbiano trovato il loro centro di gravità permanente: il tedesco, gol a parte, è il collante necessario per proteggere la retroguardia senza pagare troppo a inizio azione. Un collante che lo sfortunato Fabian, cui vanno gli auguri per la guarigione, non ha saputo ancora essere;

- La Fiorentina ha i suoi demeriti evidenti (fra cui le scelte di Prandelli, che letteralmente si consegna agli avversari schierando 3 attaccanti, 2 esterni offensivi e Castrovilli lasciando il solo Amrabat a protezione della difesa), ma non ha giocato nemmeno così male come dice il risultato: non poche infatti sono occasioni per trovare l'1-1. Letali, per la squadra di Prandelli, le transizioni negative inefficaci a contrastare le ripartenze azzurre, con la gara praticamente finita al raddoppio azzurro;

- Misteri del calcio: la squadra col peggiore rapporto xG prodotti e gol realizzati di tutto campionato oggi ha capitalizzato tutte le potenziali occasioni da gol, trovando il gol praticamente con chiunque andasse alla conclusione;

- Una gara insomma in cui il Napoli gioca bene e gli riesce praticamente tutto, pagando in un certo senso il suo conto con la sorte dopo la gara con lo Spezia: un segnale incoraggiante in vista della sfida di mercoledì in Supercoppa contro la Juventus. A patto che in questa partita a palla avvelenata che è la stagione del Napoli, la musica si fermi proprio quando c'è questa versione cinica e non quella sprecona vista in altre partite.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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