Considerazioni sparse post Inter-Napoli (1-0)
La grossa, grassa (e fortunata) vittoria dell’Inter sul Napoli.
- “Come si vincono i campionati” lezione 1. Giocare malino 90 minuti. Tenere botta. Un po’ di fortuna. Approfittare degli errori avversari. Cinismo. Antonio Conte è un vero cultore della materia. L’Inter vince una partita tanto orribile quanto pesante. Abbiamo assistito a uno spartiacque, ne siamo sicuri. Il Napoli non puó fare altro che mettersi le mani nei capelli;
- È stata una partita per almeno un’ora caratterizzata solo da una profonda noia. Le squadre si sono rispettate troppo e a un certo punto sembrava improbabile che potesse finire con un risultato diverso dallo 0-0. Poi succede tutto in pochi minuti. Handanovic fa un miracolo su un colpo di tacco di Insigne, Ospina esce a valanga su Darmian, Insigne insulta l’arbitro e prende rosso. Rigore realizzato da Lukaku e 1-0;
- Negli ultimi 20 minuti il Napoli ha dimostrato di poter fare grandi cose. La personalità (mista a forza della disperazione) con cui la squadra di Gattuso ha messo all’angolo in dieci l’Inter è stata strabiliante. Sono servite le manone di Handanovic (che quando azzecca la serata è insuperabile) a salvare Conte. Per i partenopei zero punti tra Milan e Inter. Mazzata pesante per le ambizioni da titolo;
- Dopo aver reclamato contro la dea bendata in Europa, il tecnico leccese stasera puó fregarsi le mani. L’Inter ha messo in campo poco ma ha saputo lavorare nel fango proprio come piace al suo allenatore. Il momento resta non brillante, tanti singoli appaiono ancora appannati (Lukaku su tutti), ma la barca sembra ormai partita verso il mare aperto, senza impicci europei nel mezzo come piace a Conte. Abbiamo una favorita?;
- Dobbiamo chiudere puntando i riflettori su Lorenzo Insigne. Quello che ha fatto (per chi non lo sapesse possiamo dire che ha invitato l’arbitro ad espellere materia organica) è inaccettabile per tutti e a maggior ragione per un capitano, per di più in una partita così e in un momento così della stagione. Non è evidentemente un leader. Beffardo che sia successo proprio pochi minuti dopo il miracolo di Handanovic, a negargli uno dei gol più belli della carriera.
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