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, 6 Dicembre 2020

Considerazioni sparse post Roma-Sassuolo (0-0)


La Roma domina in inferiorità numerica ma si ferma al palo.


- Prometteva gol e spettacolo il confronto delle 15 all’Olimpico, invece finisce a sorpresa con uno 0-0 piuttosto bugiardo, che penalizza forse oltremodo una Roma volenterosa ma sfortunata;

- La gara si divide nettamente in due atti, prima e dopo il rosso di Pedro al 40’. Nel primo atto il Sassuolo tiene spesso le redini del match: con Djuricic da falso nueve e Maxime Lopes trequartista pronto a supportare Obiang e Locatalli, i neroverdi si assicurano il domino in mezzo al campo e chiudono gli spazi al quadrilatero centrale della Roma, costringendola ad uscire sugli esterni;

- Poi la Roma resta in 10 per 2 ingenuità del suo calciatore più esperto -al suo primo rosso in 351 gare tra Liga, Premier e Serie A- e ritrova distanze ed equilibri, sfoderando una reazione d’orgoglio e dominando la ripresa. Nel 3-5-1 d’emergenza, Mkhytarian e Pellegrini da mezzali fanno un grande lavoro da elastici e macinano km a supporto di Dzeko, con Villar sempre più padrone della regia;

- Il Sassuolo si scioglie sul più bello, restando per tutta la ripresa in balìa di avversari in inferiorità numerica e confermando il periodo di flessione dopo l’ottimo avvio di stagione. Per il calcio posizionale di De Zerbi l’assenza di Caputo lì davanti è un macigno. Boga è irriconoscibile e si fa cancellare da Karsdorp, Ayan soffre da matti Spinazzola (forse serviva qualcuno con più passo sulla destra), mentre Locatelli e Berardi restano i due fari quando si spegne la luce. Per il capitano, in particolare, segnaliamo una prova forse poco appariscente ma di grande sostanza;

- La Roma tra pali, occasioni sprecate e circostanze poco fortunate ha più di qualche legittima recriminazione. Di buono, oltre alla voglia di superare l’emergenza e alla capacità di ritrovare rapidamente equilibri, ci sono le prove di alcuni singoli: su tutti il moto perpetuo Spinazzola, ma anche un Karsdorp sull’altra fascia sempre più n crescita e un Pellegrini rinato nella ripresa in posizione più avanzata, dopo una prima frazione sonnolenta e macchiata dal gol divorato. Vanno rivisti alcuni meccanismi di costruzione dal basso, perché i due “braccetti” della difesa a 3 hanno palesato parecchie difficoltà: il rientro di Mancini, in questo senso, sarà fondamentale.

  • Giornalista classe 90', da sempre innamorato della radio, ho diretto per 3 anni RadioLuiss e collaborato con varie emittenti in qualità di conduttore. Attualmente mi occupo di comunicazione d'impresa e rapporti istituzionali. Pallavolista da una vita, calciofilo per amore, appassionato di politica e linguaggi radiotelevisivi, nella mia camera convivono i poster di Angela Merkel, Karch Kiraly e Luciano Spalletti.

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