Considerazioni sparse post Milan-Celtic (4-2)
I rossoneri partono male, ma tornano in Hauge.
- Indipendentemente dal risultato, non si capiscono alcune scelte di Pioli nella formazione iniziale. Ci si chiedeva tutti perché Krunic e non Tonali, ma soprattutto perché non lasciare a riposo un giocatore fondamentale come Kjaer, che non è un giovincello. Tempo dieci minuti e la partita ha confermato entrambe queste perplessità, con una papera del bosniaco che è costata un goal e soprattutto l’infortunio del danese. Il turnover è un lavoro difficile, si sa, ma questi errori erano davvero evitabili;
- Quanto avviene nel primo tempo è lo specchio del livello delle due squadre, con il Celtic incapace di gestire due goal di vantaggio arrivati a causa di altrettanti svarioni difensivi avversari e il Milan che, conscio della propria superiorità, non si scompone e rimette subito a posto le cose grazie alle splendide giocate di Calhanoglu. Tutto ciò che non era riuscito contro il Lille a San Siro, insomma, a riprova delle colpe degli scozzesi nel farsi recuperare;
- Abbiamo finito le parole per definire Jens Petter Hauge: il bambino d’oro del Milan. Dopo un buon primo tempo, il norvegese ha deciso di ricordare a tutti cosa la dirigenza e i tifosi hanno visto in lui, con uno slalom degno del clima della serata milanese e mettendo lo zampino anche sul goal successivo di Brahim Diaz. Di questo passo, sarà difficile considerarlo soltanto un’alternativa;
- È giusto sottolineare come il Celtic sia tutt’altro che arrendevole nella ripresa, anche una volta in svantaggio di due reti, mostrando grande carattere nonostante il risultato risulti ormai totalmente inutile in termini di classifica. Quella stessa classifica che, per merito della vittoria in rimonta del Lille sullo Sparta Praga, dice che i rossoneri sono qualificati ai sedicesimi di Europa League;
- Le buone notizie per il Milan finiscono qui, perché l’infortunio di Kjaer pare prevedere che tutt’altro che un decorso breve e il numero di impegni consecutivi che aspettano i rossoneri da qui ad un mese è notevole. Acquistare un difensore a gennaio è ora una priorità assoluta per dare a Pioli un’alternativa valida ai titolarissimi, che attualmente non può essere soltanto il discreto Gabbia.
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