Champions League
, 26 Novembre 2020
7 minuti

10 cose del turno di Champions League che non vorremmo vi foste persi (n°4)


In un mondo totalmente scosso dalla morte occorsa a Diego Armando Maradona, si è anche verificato un quarto turno di Champions League che ha provocato scenari molto interessanti e dato vita ad eventi nel loro piccolo indimenticabili.


1-Sempre, meravigliosamente, ineluttabilmente, Erling Braut Håland.

Saremo ripetitivi e banali, ma non si può non partire dal gigante norvegese del Dortmund. Il giovane centravanti contro il Club Brugge martedì ha timbrato l’ennesima doppietta, raggiungendo 16 reti realizzate in 12 gare di Champions disputate. Ricordiamo solamente che Håland ha 20 anni e poco tempo fa si è impossessato del Golden Boy, ma passo dopo passo conquisterà tutto il mondo con quella fame che lo contraddistingue a tu per tu col portiere.

2-La masterclass difensiva di Frimpong

Prima della sosta per le nazionali, la difesa del Ferencvaros è passata alla cronaca per le orripilanti prestazioni di alcuni suoi interpreti contro la Juventus. Tuttavia, due sere fa all’Allianz di Torino la retroguardia ungherese si è totalmente ridestata poggiandosi sul totem Abraham Frimpong, indisponibile nel primo atto contro la Vecchia Signora.

Il centrale ghanese, passato per le giovanili del Vicenza e classico girovago dei team dell’est d’Europa, contro CR7 & co. si è preso il lusso di esibire una sorta di clinic difensivo. Scivolate sul pallone alla Nesta, dribbling dentro la propria area di rigore come un Platini qualsiasi e pure il vezzo di andare via in tunnel su Dybala lungo la linea laterale. Alla fine, il Ferencvaros ha capitolato solamente all’ultimo istante condannato da Morata, ma la performance di Frimpong verrà ricordata a lungo.

Immagini che puoi sentire: Frimpong ha appena umiliato Dybala davanti gli occhi di Pirlo rifilandogli un tunnel.

3-Nessuno mai come il Marsiglia

L’OM entra nella storia della Coppa dei Campioni. Peccato che lo faccia dalla porta sbagliata, poiché gli uomini di Villas Boas hanno impacchettato in casa contro il Porto la tredicesima sconfitta consecutiva in Champions League, risultato “prestigioso” mai avvicinato da nessun’altra compagine continentale.

Eppure, contro i lusitani mercoledì sera era l’occasione perfetta per il Marsiglia per uscire dal tunnel. Il Porto era sopra di un gol, però succede che resta un uomo in meno per un’espulsione. Bene, l’OM potrebbe almeno pareggiare. Invece no, due minuti dopo rosso a Balerdi per fallo da rigore ed immediato 0-2 dei Dragoes. Chissà se Villas Boas stesse pensando di allenare ancora il Porto. Zero punti, 0 gol fatti in quattro incontri e striscia negativa acciuffata, peccato che l’OM sarebbe la seconda formazione classificatasi nell’ultima Ligue 1, non proprio una squadra del campionato cipriota.

4-Dall’altra parte, i numeri senza senso del Bayern Monaco

Appare ridondante parlare dell’egemonia del Bayern Monaco, ma non si può far finta di niente e non soffermarsi un attimo su quello che stanno facendo i bavaresi da un anno. Nel girone A si sono già impossessati del primo posto e saranno testa di serie all’urna degli ottavi di finale.

Con il 3-1 al Salisburgo il Bayern ha per di più cesellato un’altra pietra epocale per gli sviluppi della Champions League, andando a prendersi la quindicesima vittoria consecutiva – ripetiamo, 15 – e il solito LewanGolski si è erto a prendersi lo scenario, piazzando la rete numero 71 nella competizione della Coppa dalle Grandi Orecchie. Il polacco ora ha raggiunto la leggenda Raúl nella classifica all-time della Champions League, e considerate che lo spagnolo ha timbrato 71 marcature in 142 gare, Lewa in 94. Dati da fantascienza e il campione della “Flick band” è il primo tra gli umani dopo gli irraggiungibili Ronaldo e Messi. Ma forse non è anche Lewandoski un marziano?

4-Il supergol di Immobile

Sa segnare solo in Serie A contro le piccole”. “Ci(R)o Rigobile”. “Quando veste la maglia dell'Italia è nullo”.

Queste e tante altre poco velate e ironiche critiche piovono sulle spalle di Ciro Immobile da diverso tempo. Fatto sta che al ritorno in Champions League della sua Lazio, Immobile si è preso l’Aquila sul palmo della mano e la sta portando verso il cielo degli ottavi di finale. Prima il gol e l’assist nell’incontro iniziale contro il Dortmund. Le due trasferte saltate con Bruges e Zenit e martedì sera il rientro sul palcoscenico europeo nella decisiva sfida casalinga contro i russi.

Il bomber dei biancocelesti ha vidimato una doppietta valida per il quasi matematico approdo della Lazio alla fase a eliminazione diretta, con il primo gol che è una perla balistica segnata da Immobile. Ricezione della palla dai 25 metri spalle alla porta, nemmeno il tempo di girare la testa e appena volta la schiena verso lo specchio il centravanti laziale ha disegnato un arcobaleno che si è incastonato sotto il sette. Come se sentisse la porta da così distante, da capocannoniere vero qual è.

5-L’impresa della Dea

Ritornata nel posto delle fragole, (tre anni fa di questi tempi sulla sponda blu del fiume Mersey l’Atalanta passeggiava sui cadaveri dell’Everton superando il girone di Europa League) la Dea scrive un’altra pagina indimenticabile della propria vita, sbancando Anfield 2-0. Un risultato gigantesco per la banda di Gasperini che dopo Genoa, Roma Fiorentina e Udinese – non proprio le squadre che ti aspetti – diventa la quinta formazione italiana a violare il Fort Apache dei Reds.

Una favola dai contorni ancora più romanzeschi se si considera che il gol che ha stappato il bastione del Liverpool, va ricordato con diverse assenze di nota, lo ha segnato Ilicic, tornato a splendere nella gara più importante dei suoi dopo un difficile periodo personale. Ora Gomez e soci possono realmente sognare la seconda qualificazione consecutiva agli ottavi, ancora tra i colossi d’Europa; chapeau a Gasperini.

6-I Puledri del Gladbach volano e la rovesciata di Embolo

Lo Shaktar Donetsk proveniva dal sorprendente successo sul campo del Real Madrid e dal pareggio contro l’Inter. Bene, risultati che sembrano preistoria dal momento che nelle due sfide ravvicinate contro il Borussia Mönchengladbach gli ucraini si sono fatti mandare di traverso ben 10 reti totali (sei all’andata e quattro al ritorno).

Un coup de théâtre? In realtà per chi segue la truppa allenata da Rose non dovrebbe stupire che il Gladbach abbia affossato lo Shaktar, dato che i Puledri dall’anno scorso galoppano a cavalli altissimi. Davanti i vari Pléa, Thuram e Stindl hanno spaventato anche Inter e Real Madrid e ad oggi i tedeschi guidano il gruppo B e sono vicinissimi a strappare il pass per le prime 16 del continente. A proposito, nella sfida contro il Donetsk di ieri sera Breel Embolo ha orchestrato una rovesciata sbalorditiva valsa per il 3-0 provvisorio. Vi consigliamo di rivederla appena potete.

Wow.

7-Finalmente il Siviglia non vincerà l’Europa League

“Ah, ce lo siamo levati dagli impicci”. Molto probabilmente questo è il pensiero comune di tutte le compagini che stasera giocheranno in Europa League. Il motivo? Molto semplice, ossia il Siviglia ha passato il girone eliminatorio di Champions League e non potrà più “retrocedere” nelle zone meno nobili della seconda competizione continentale.

Difatti la formazione andalusa, il Leviatano dell’Europa League dai primi anni 2000 (dal 2005 ad oggi ha alzato ben sei trofei tra vecchia Coppa Uefa e recente E.L.), ha ostacolato il masso Krasnodar nel quarto turno di Champions League grazie alla rete nel recupero firmata da Munir e ora si giocherà il primo posto nel girone E con il Chelsea. Nessuno scivolamento in Europa League e grande festa per le squadre impegnate stasera nei vari campi sparsi in giro per il Vecchio Continente, consapevoli del fatto che almeno per il 2021, il Siviglia non incuterà alcun timore.

8-Dennis del Brugge salta la trasferta per il posto sul bus

Non stiamo scherzando, in un match fondamentale per il prosieguo del cammino in Champions League, Emmanuel Bonaventure Dennis, nigeriano attaccante imprescindibile del Club Brugge, ha deciso di non partecipare alla trasferta perché non aveva il suo posto nel bus.

Sembra una bufala, ma in realtà è andata proprio così. Come riporta il quotidiano belga Het Laatste Nieuws, Dennis prima della trasferta del Bruges per la gara contro il Borussia Dortmund è rimasto a terra a causa di una lite furiosa avvenuta nel mezzo di trasporto della società nei momenti che precedevano la partenza della squadra per la Germania. Salito sul pullmino, il nigeriano avrebbe notato di non poter sedere sul suo posto abituale per il rispetto delle norme anti-Covid19 che prescrivono il distanziamento interpersonale. Il giocatore è andato su tutte le furie ed è sceso dal bus, con la società belga che non ha potuto fare altro che non convocarlo per la partita esterna per motivi disciplinari. Laconico il mister del Club Brugge Philippe Clement: “Dennis è in forma, ma non ha seguito le regole del club ed è tutto ciò che voglio dire su di lui”.

9-Oblak e Mert Günok: portieri non a specchio

Da un lato si incensa un estremo difensore, dall’altro non si può non mettere alla berlina una goffa papera di un suo pariruolo. Jan Oblak, negli ultimi anni uno dei top portieri del globo, difende la porta dell’Atletico Madrid dall’estate del 2014. Va bene che la squadra di Simeone è alla ribalta per il suo essere difensivista, anche se negli ultimi tempi questo aspetto si è un po’ allentato, ma il lungagnone sloveno tra i pali è un vero maestro. Dopo lo 0-0 firmato da Colchoneros e Lokomotiv Mosca ieri sera, Oblak ha totalizzato 111 gare senza incassare reti su 199 presenze accumulate all’Atletico. Sinceramente, si tratta di un numero ai limiti dell’ordinario, con Oblak che ha mantenuto una costanza di rendimento senza eguali.

Se il numero 1 della banda di Simeone va lodato, il portiere dell’Istanbul Başakşehir va bacchettato. Mert Günok nel match dell’Old Trafford ha impacchettato un regalo di Natale anticipato, a beneficiarne Bruno Fernandes. Cross né carne né pesce di Alex Telles dalla trequarti, l’estremo difensore turco ha forse insaponato i guanti prima di scendere in campo e non trattiene un semplicissimo pallone in uscita che sguscia via per la più facile delle reti per Fernandes. Siamo comunque certi che Mert Günok si rifarà.

10- Il riscaldamento dell’Ajax per Maradona

Non possiamo non chiudere con una dedica a Diego Armando Maradona, il Dios del fútbol. In tutti i campi è stato rispettato un religioso minuto di silenzio per omaggiare il campione argentino morto a 60 anni, e a noi è piaciuto particolarmente il riscaldamento svolto all’Amsterdam Arena prima di Ajax-Midtjylland.

La società dei Lanceri ha fatto partire dagli altoparlanti le note della canzone Live is life degli Opus e i più avvezzi non possono non aver percorso un viaggio nella mente, tornando alla finale della Coppa Uefa del 19 aprile 1989 tra Bayern Monaco e Napoli all’Olympiastadion di Berlino. Un celebre riscaldamento, divenuto un cult, in cui il Pibe de Oro all’epoca ballava in campo proprio sulle melodie di “Live is life”, personificando allo stato puro la spensieratezza e l'allegria del calcio. Strane coincidenze astrali vogliono che ciò sia accaduto proprio nello stadio olandese intitolato a Johan Cruijff, un altro gigante del calcio scomparso quattro anni fa.

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Autore

  • Carlo Cecino, giovane trevigiano di belle speranze. Nato il 18/05/1994 durante la meravigliosa notte di Atene, col Milan che sculacciava il Barcellona di Cruijff, si appassiona fin dal primo ciuccio allo sport. Segue con fervore il basket, con i San Antonio Spurs in cima alle ricerche. Entrare nel mondo giornalistico sportivo è il sogno, ma anche diventare il magazziniere dello spogliatoio dei New York Knicks non sarebbe male. Gli idoli sono Valerio Fiori e DeShawn Stevenson, oltre a Federer, leggenda vivente del tennis.

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