Considerazioni sparse post Sinner-Pospisil (6-4 3-6 7-6)
Jannik Sinner è il nome che stavamo aspettando da quasi un secolo.
- La narrativa a lieto fine ha delle regole piuttosto semplici. Si prende un protagonista, lo si fa salire su un albero, poi si iniziano a lanciargli contro dei sassi per complicargli la vita. Alla fine si fa scendere il protagonista dall’albero e lo si incensa del lieto fine. Ecco la prima finale della carriera di Jannik Sinner. Un inizio tranquillo, un blackout centrale, poi il lieto fine che tutti aspettavano. Bravo Jannik;
- È stata una partita non particolarmente spettacolare tra due giocatori che sentivano una grande pressione. Sinner sentiva la pressione addirittura del servizio pubblico (si è mossa perfino mamma Rai, totalmente bocciata alla prova del tennis con un commento inadeguato) e di una nazione che forse per la prima volta poneva davvero gli occhi su di lui, anche più che al Roland Garros. Pospisil, tennista che su questi campi vale anche la top 25, era forse all’ultima chiamata per vincere il suo primo torneo;
- Sinner nel complesso si è mostrato superiore all’avversario in maniera piuttosto netta. A parte il blackout di metá secondo set Sinner ha gestito le operazioni con discreta calma, anche nelle fasi più delicate del terzo set. Non ha sofferto il bombardamento del canadese, micidiale con la prima di servizio e costantemente cresciuto nel corso del match. Sinner peró sembra arrivato dallo spazio per dimostrare che tutti gli stereotipi sugli altoatesini non sono stereotipi ma pura realtà. Questo ragazzo delle volte sembra non avere sangue nelle vene per quanto è glaciale;
- È vero, è solo un 250 per altro nemmeno dei più prestigiosi ma non lasciatevi ingannare. Questa è una gran bella vittoria, ottenuta per altro a fine anno dove tutti i tennisti solitamente provano a dare il massimo per raccimolare gli ultimi contratti della stagione. Fucsovics, Huesler, De Minaur, Mannarino e Pospisil sono cinque avversari che batti solo se sei più forte. Sinner a 19 anni lo é stato con una superiorità a tratti commovente;
- Non è questo torneo che determina il futuro di Sinner. È la sua sicurezza, la sua serenità, la sua capacità di dominare i tempi del gioco che ci lascia quasi ubriachi. Non è bello creare aspettative su ragazzi così giovani, lanciati in un universo così propenso a variabili impazzite come lo sport. Eppure, se in un anno ai confini dell’apocalisse ci togliete anche il diritto di sognare nei panni di un diciannovenne, cosa ci rimane di poetico, di favoleggiante? Abbiamo aspettato per quasi un secolo uno come Sinner, ora non rompeteci le scatole. Forza Jannik, prenditi tutto.
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