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4 min

- di Simone Renza

Lost Dogs


Alcune volte la storia ci riesce a mettere dinanzi a storie incredibile e fuori dall’ordinario. Ci sono due, tra le tante, che sono quasi sovrapponibili: quella del soldato giapponese Onoda e del portiere del Charlton Atheltic Sam Bartram, entrambe iniziate il 26 Dicembre.


“Il movimento consiste non nel muoversi, ma nell'essere mosso”

(Manuel Vázquez Montalbán, Assassinio al Comitato Centrale)

Hiroo Onoda era un guerrigliero dell'esercito dell'Imperatore del Sol Levante.

Il 26 dicembre 1944, quando il secondo conflitto mondiale era ormai agli sgoccioli, fu inviato di stanza nell'isola di Lubang con il compito di ostacolare l'avanzata nemica. L'ordine ricevuto era di chiara matrice nipponica: non arrendersi, a costo della sua stessa vita.

Il 28 febbraio 1945 l'isola subì un attacco che annientò quasi tutte le milizie nipponiche. Onoda, con altri suoi commilitoni, si nascose tra le montagne. Isolato geograficamente e umanamente, rimase fedele all’ordine impartitogli rimanendo confinato nella giungla montana della “sua” isola.

Passarono gli anni e Onoda era dato ufficialmente come disperso.

Un suo commilitone, arresosi parecchi anni prima convinse il governo nipponico a lanciare una missione di recupero di Onoda.

Nel 1952, a quasi sette anni dalla fine del conflitto, vennero lanciate da un aereo lettere e foto di famiglia per cercare di convincere i soldati fantasma a cessare le ostilità. La notizia, però, della presunta fine delle ostilità non venne presa come attendibile da Onoda che considerava falsi quei documenti.

In Giappone Onoda venne dichiarato legalmente morto nel 1959.

Nonostante la dichiarazione ufficiale, i parenti non smisero mai di cercarlo fino alla data del 20 febbraio 1974. Dopo, infatti, quattro giorni di ricerche, Norio Suzuki ritrovò Onoda che, però, non venne convinto a tornare a casa.

Suzuki fece ritorno in Giappone con le foto del militare e convinse l'ufficiale diretto superiore di Onoda, il maggiore Taniguchi, a recarsi sull'isola per convincerlo ad arrendersi.

Onoda, rientrato in Giappone, venne accolto con tutti gli onori dal governo.

Questa storia incredibile ricorda, per molti versi, quanto accadde al portiere Sam Bartram.

Leggenda del Charlton, difese i pali degli Addicks per 623 occasioni sino all’età di 42 anni senza mai cambiare camiseta. Rimase devoto ad un’unica religione. Un “One Club Man’”, di cui ormai stiamo perdendo cognizione nel calcio contemporaneo.

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“Bartram è un portiere con uno stile tutto suo. Inventa le parate. Ti aspetti degli errori, ma invece ottieni emozioni”, così lo definiva il quotidiano britannico Daily Express.

Il 18 luglio del 1981, il giorno dopo la sua morte, “The Observer” lo definì “il miglior portiere che non è mai stato convocato per l’Inghilterra”.

E’ il 26 dicembre 1937. Il Boxing Day. In Inghilterra è una tradizione giocare nella giornata dedicata allo scambio dei regali perché viene omaggiata la prima partita di calcio riconosciuta: Sheffield Football Club vs l’Hallam del 26 dicembre, per l’appunto, del 1860.

Di certo tale data venne scelta per permettere alla working class, che non aveva molti regali da scambiarsi in casa visti i bassissimi salari percepiti, il mono reddito familiare e la media di figli pro capite di 4-5.

Dunque, 77 anni dopo quel 26 dicembre 1860 il Charlton Athletic gioca a Stamford Bridge, in casa dei Blues londinesi: il Chelsea.

Il clima, come si potrĂ  ben immaginare, era rigido.

La nebbia scesa sulle rive del Tamigi era fittissima, come si vedeva un tempo nel su dell’Inghilterra. La partita, nonostante le condizioni climatiche quantomeno ostili (e che oggi condurrebbero di per certo al rinvio della partita), si gioca.

Col passare dei minuti la nebbia diventa sempre piĂą fitta e quasi impenetrabile.

La solitudine dei portieri è condizione nota, specie poi se non si riesce a vedere ad un palmo di naso, ma comunque, come Onoda, occorre sempre tenere alta l’attenzione perché, così come dalla fitta boscaglia, anche dalle nebbie potrebbe apparire l’attaccante avversario pronto a scagliare improvvisamente il pallone in rete.

Bartram, però, vede sempre meno, col passare dei minuti, blues ritenendo, giustamente, che il suo Charlton stia letteralmente dominando l’avversario.

Il brusio sugli spalti è sempre più ovattato.

Ma questo non scoraggiò Bartram che rimaneva con la muscolatura in tensione pronto a respingere qualunque assalto nemico.

Racconta lo stesso Sam: “Eravamo una delle squadre top, in quel momento, e vidi sempre meno figure intorno a me, dato che attaccavamo costantemente. Camminavo su e giù lungo la linea di porta, felice all’idea che il Chelsea era bloccato nella propria metà campo. I ragazzi stanno martellando i Pensioners, pensai compiaciuto mentre battevo i piedi per riscaldarmi. Ovviamente, però, non stavamo mettendo la palla in rete, dato che nessuno tornava a schierarsi come si fa dopo aver segnato un goal. Con il passare del tempo feci qualche passo in avanti, fino al limite dell’area, cercando di scrutare qualcosa attraverso la nebbia, che diventava più densa con il passare dei minuti. Non riuscivo a vedere niente: la difesa del Chelsea era chiaramente in difficoltà”.

Col passare del tempo finalmente, come fu Suzuki per Onoda, Bartram vide una figura emergere dalla fitta nebbia dello Stamford Bridge: era un Bobby.

Il poliziotto lo guardò esterrefatto: “Ragazzo, cosa diavolo ci fai qui? La partita è stata sospesa un quarto d’ora fa. Il campo è completamente vuoto.”

Bartram, resosi conto di essere solitario sul prato verde, si recò mestamente negli spogliatoi dove raggiunse gli altri giocatori del Charlton, già vestiti “civilmente”, che “ridevano convulsamente.”

Dunque, l’arbitro sospese l’incontro, a ragion veduta, ma nessuno ebbe cura di avvisare il portiere degli Addicks .

Entrambi fedeli agli ordini ricevuti.

Entrambi devoti alla loro personale religione.

Entrambi a protezione e difesa dell’avamposto che gli era stato assegnato.

Entrambi soli e dimenticati ma poi recuperati quasi per caso.

Entrambi protagonisti di storie incredibili.


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Impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto de lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la veritĂ  e inseguo il vizio. Ma anche difensore centrale.

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