Considerazioni sparse post Napoli-Sassuolo (0-2)
Un Sassuolo mai così maturo, batte un Napoli sprecone.
- Il Sassuolo cambia pelle, ma non anima: nonostante mancasse tutto l'attacco titolare, e De Zerbi avesse optato per uno schieramento con difesa a tre che in non possesso diventava a cinque, i neroverdi non tradiscono la loro vocazione primordiale fatta di palleggio paziente e gioco posizionale, riuscendo a non subire i più quotati avversari;
- La fase offensiva, come prevedibile, ha sofferto di più, e infatti sono state molte di meno del solito le occasioni da rete: non solo colpa delle assenze, ma anche merito dei presenti. Koulibaly si è prodotto, nonostante il risultato, in una partita di livello altissimo;
- Il senegalese però predicava nel deserto: se dietro infatti i colleghi hanno vanificato i suoi sforzi (ingenuo il fallo da rigore di Di Lorenzo, rivedibile il posizionamento generale in occasione del contropiede del raddoppio), anche durante le sue frequenti discese in avanti il capitano azzurro ha trovato scarsa collaborazione da parte dei compagni, a volte troppo fermi sulle gambe;
- Proprio questo è mancato di più agli uomini di Gattuso: si sono visti troppi pochi movimenti senza palla, troppo lenti gli smarcamenti. Troppe volte il pallone è tornato indietro, perché nessuno suggeriva un sentiero alternativo che puntasse in direzione di consigli;
- Gli episodi però pesano tanto: per questo finisce dietro la lavagna Osimhen, il cui errore è semplicemente troppo grave per soprassedere. Anche Mertens non sta vivendo i suoi momenti migliori: fra la partita con l'AZ e questa ha sbagliato occasioni che, altre volte, avrebbe finalizzato persino bendato.
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