Considerazioni sparse post Milan-Sparta Praga (3-0)
Cambiano gli interpreti, non il risultato.
- Diciamolo chiaramente: lo Sparta Praga è poca roba. È entrato in campo per non prenderle, ha concesso il dominio del campo al Milan e la squadra di Pioli non si è fatta pregare per gestire in totale autonomia i ritmi della partita. Ritmo blando, possesso palla e pericolosità estrema ad ogni accelerazione. I banchi di prova sono altri, anche se nulla va tolto ad una squadra che ormai gioca a memoria anche quando fa turnover;
- Zlatan abbiamo un problema. Tre rigori sbagliati sugli ultimi cinque calciati è un dato che non si può sottovalutare. Se vogliamo trovargli un difetto, è proprio quello di non essere un cecchino infallibile dal dischetto, dal quale spesso è prevedibile. Questa sera non c’era in campo Kessié al momento in cui proprio lo svedese è andato a procurarsi la massima punizione, ma forse è il caso che diventi lui il primo rigorista;
- A proposito di problemi, è un peccato per il Milan che un giocatore come Brahim Diaz sia in prestito secco. Lo spagnolo in questa rosa è uno dei più qualitativi e combatte come un leone su ogni pallone: difficilmente il Real Madrid se ne priverà, se non ad una cifra molto importante. Stesso discorso per Diogo Dalot, in prestito dallo United, che si è già ambientato in rossonero come se nulla fosse e questa sera si è messo in mostra con un goal e un assist, entrambi di pregevole fattura. Il vice-Theo c’è (per ora);
- I tifosi rossoneri possono “consolarsi” con una certezza di nome Bennacer, che anche questa sera ha dato sfoggio di tutta la sua classe avviando le azioni del secondo e del terzo goal, oltre ad avere trovato anche un discreto equilibrio con un Tonali parso in crescita. Buona l’impressione destata da questo centrocampo coi piedi buoni, senza un vero giocatore di rottura, che però andrebbe rivisto contro avversarie più pericolose prima di essere promosso;
- Non è facile trovare qualcosa da dire sullo Sparta Praga, che questa sera ha deluso in quasi tutti i suoi effettivi, ad eccezione del povero Heca che ha tenuto in piedi la baracca con le sue parate finché ha potuto. Contro una squadra di questo livello, la vittoria rossonera è da considerarsi una pura formalità, ma se pensiamo al clamoroso fallimento del Milan due anni fa, in un girone decisamente più semplice, i sei punti in due partite sono da mettere in cassaforte.