Considerazioni sparse post Club Brugge-Lazio (1-1)
Vista l’emergenza, è un ottimo punto per gli uomini di Inzaghi.
- Emergenza: è la parola che contraddistingue questa nostra contemporaneità, e la Lazio non ci sfugge. Nella giornata di ieri ben 12 componenti della rosa sono dovuti rimanere a Roma portando Inzaghi a dover schierare un undici forzato ma, per come si è dipanata la partita, funzionale e coriaceo dinanzi ad un giovane e grintoso Club Brugge che, come di prassi tutta europea, schiera diversi giovanissimi. Il risultato è di pareggio che è, come si suol dire, giusto;
- Nel primo tempo la Lazio aspetta e riparte trovando all’undicesimo un chirurgico Correa. La compagine delle fiandre si butta a capofitto nella metà campo romana, senza molte idee, esponendosi spesso alle ripartenze non ben sfruttate dagli uomini d’Inzaghi. D’un tratto, passati 3-4 minuti, l’arbitro inglese accorda un rigore che riporta le due squadre sul risultato di pareggio;
- Nel secondo tempo i nerazzurri belgi sembrano più convinti e organizzati. Creano parecchio e si rendono pericolosi facendo guadagnare la pagnotta a Pepe Reina. La Lazio, dal canto suo, colleziona due occasioni clamorose per portare il bottino pieno a casa ma anche Mignolet si guadagna la giornata;
- Come dicevo, la Lazio è metafora della modernità. Quindi tutti devono saper fare tutto sempre. In una parola, perdonerete il giuoco, Parolo. Prima centrocampista centrale, poi terzo di difesa ed infine centrale sinistro. Akpa Akpro si conferma tuttocampista che si produce in un paio di strappi e recuperi importanti, Savic canta e porta la croce, il Tucumano biancoceleste segna, arretra centrocampista ed infine terzino alto. Bene le sostituzioni: Muriqi tiene su la squadra, Pereira costruisce e recupera ed il giovane Czyz garantisce sostanza;
- Menzione d’onore: Inzaghi varia il modulo. Tutt’ad un tratto l’incoscienza: dal 352 al 442. È storia che, però, cambia il secondo tempo e la partita permettendo di portare in cascina un punto essenziale visto il momento.
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