, 25 Ottobre 2020
2 minuti

Considerazioni sparse post Benevento-Napoli (1-2)


Il Napoli supera la batosta subita contro l'AZ e riprende la sua corsa.


- Tutto in famiglia al "Vigorito" di Benevento: apre Roberto, al primo gol in A, mentre Lorenzo giganteggia sul prato dei sanniti, mettendo la sua firma autorevole alla gara;

- La spunta, come da pronostico, la squadra partenopea, che non manca di complicarsi la vita come già visto giovedì: Napoli che ha da subito in mano il pallino del gioco e cinge d'assedio il fortino avversario. La Strega, d'altro canto, sembra fare il suo dovere, visto che il gol non arriva e anzi passa in vantaggio alla prima occasione;

- Alla sua terza avventura in A, sembra che Inzaghi sia finalmente maturato: conscio della disparità di mezzi a disposizione, decide di fare di necessità virtù e sceglie di difendere vicino alla propria porta, togliendo i metri necessari a Osimhen e Lozano per pungere. Un po' troppo rinunciatario quando, già al 50', sceglie di inserire già un centrale al posto del tecnicamente più dotato Caprari: una mossa che, a posteriori, non ha pagato;

- Napoli però che, a dispetto di quanto fatto vedere per i primi 75 minuti, è stato tutt'altro che perfetto. Non poche sono state le leggerezze e le disattenzioni, che hanno messo in affanno gli azzurri e fatto perdere qualche anno a Gattuso: la punizione ingenuamente regalata al minuto 97, con Montipò in area, ha rievocato ricordi non certo piacevoli;

- Il Napoli supera la batosta subita contro l'AZ e riprende la sua corsa, magari in maniera sporca e poco brillante, ma efficace, alla maniera del match-winner Petagna. Resta a secco un buon Benevento, che nonostante abbia dimostrato di essere all'altezza della categoria deve iniziare a macinare punti.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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