Considerazioni sparse post Young Boys-Roma (1-2)
La Roma arriva in Svizzera con un po’ di ritardo, ma alla fine arriva.
- La squadra riserve della Roma scende in campo lasciando intuire di non avere molta voglia di giocare alle 18.55 di giovedì sera sotto la pioggia autunnale di Berna e per quasi un'ora i ritmi restano fastidiosamente bassi nonostante l'immediato vantaggio svizzero;
- Lo Young Boys, nomen omen, riesce con la sua rosa giovane a colmare, almeno in parte, il gap tecnico. I "ragazzi" di casa giocano un primo tempo molto attento, con la squadra corta e qualche bella idea in attacco: sbloccarla subito su rigore poteva davvero essere la chiave di volta della serata;
- I giallorossi, come col Benevento, partono con l'handicap, abbandonano ogni schema, con una costruzione impacciata e ben poco coraggiosa, aggrappandosi ad accelerazioni e giocate individuali. Con il triplo cambio torna a delinearsi il 3-4-3 e la manovra diventa fluida: la strategia di Mister Fonseca paga e con i titolari in campo per solo 30 minuti arrivano tre punti fondamentali in trasferta;
- Inesistente Borja Mayoral e decisamente vintage la lentissima coppia di centrali Juan Jesus-Fazio, quest'ultimo in crescita nel finale. Karsdorp ancora male. La difesa a tre dello Young Boys che aveva tutto sommato ben figurato nel primo tempo si addormenta completamente nella mezz'ora finale;
- Il match cambia volto con l'ingresso di Dzeko e Mkhitaryan, coadiuvati dal solito Spinazzola, che mandano in rete Kumbulla e Bruno Peres, non certo bomber di razza. Pau Lopez decisivo nel finale. Da tenere sicuramente d'occhio tra gli svizzeri, ci sono i baby Rieder e Mbimbi. Bene anche il fulcro dell'attacco Nsane.
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