10 cose del turno di Champions League che non vorremmo vi foste persi
Primo turno della Champions League 2020/21: un'edizione che si preannuncia strana e assolutamente imprevedibile. In campo, però, si sono già viste delle cose interessanti e non vorremmo che, troppo intenti a seguire la vostra squadra del cuore, ve le foste perse.
Lo stop di Angelino del Lipsia sul gol dell'1-0
In questo preciso momento calcistico José Ángel Esmorís Tasende, noto ai più come Angeliño, è a tutti gli effetti il terzino sinistro più in forma d'Europa. L'ex PSV e Manchester City (che carriera strana, ndr) ha segnato 4 gol nelle ultime 3 partite ed ha una fiducia tale nei propri mezzi che gli permette di spingere il proprio corpo anche in luoghi oscuri in cui un terzino sinistro non dovrebbe proprio andare.
Nella rete dell'1-0 segnata al Basaksehir, infatti, Angelino riceve palla da Kampl in un punto in cui sarebbe scomoda pure per una punta centrale di piede destro naturale. Ecco perché vederlo arrotarsi su sé stesso, stoppando il pallone con il tacco, e calciare poi nello spazio di un microsecondo ci ha emozionato così tanto. Al netto di tanti bei tiri da fuori, secondo noi il gol più bello di questa prima giornata di Champions League è il suo.
Il pubblico ammassato al Roazhon Park di Rennes
Okay, erano anni e anni che il Rennes non giocava la Champions League. Okay, anche noi vorremmo con tutto il cuore vedere dal vivo quel fenomeno assoluto di Eduardo Camavinga. Però ciò che è successo sugli spalti dello stadio di Rennes, in una situazione sanitaria come quella che stiamo vivendo in Europa, non è proprio accettabile. Soprattutto per chi vive la Champions in Diretta Gol ed è dunque ben conscio che, in contemporanea, all'interno dei confini dello stesso stato, Paris Saint-Germain-Manchester United si stava giocando a porte chiuse con la gente costretta al coprifuoco. Urge coerenza.
Non ci siamo. Ma manco un pò.
Lo stupendo autogol di Anthony Martial
Neymar Jr. e Anthony Martial sarebbero una splendida coppia, soprattutto per chi nella vita ama giocare a Fifa Street. Il gol del provvisorio pareggio del PSG è una loro magnifica giocata di coppia: angolo tagliato del brasiliano, Martial salta deciso e la impatta all'angolino, appena un secondo prima di accorgersi di averlo fatto nella porta sbagliata.
È un autogol piuttosto crudo perché Martial non guarda mai nemmeno per un secondo la propria porta, con la consapevolezza di un attaccante che non ha nemmeno troppa voglia di difendere su un corner a sfavore, eppure in tutto ciò riesce ad impattarla con quell'unico spigolo della testa che mette la palla in rete lasciando di sasso De Gea e rendendo tutta la sequenza meravigliosamente estetica.
E con la musica del Titanic è ancora meglio.
L'abbacinante continuità realizzativa di Erling Braut Håland
In un periodo in cui le certezze dell'uomo si contano sulle dita di una mano, sapere che ogni volta che Erling Braut Håland scende in campo, timbra il cartellino con un gol è uno splendido effettoplacebo. Anche contro la Lazio lui e il suo Borussia Dortmund giocano una partita eufemisticamente mediocre, eppure quella palla che arriva sul suo mancino all'interno dell'area biancoceleste, finisce nel sacco con una semplicità tale che diventa quasi disarmante.
Il feeling con il gol di questo ragazzo è davvero qualcosa di speciale.
Lo scazzo completo di Jurgen Klopp
Se il tuo tridente d'attacco titolare è composto da Sadio Manè, Roberto Firmino e Momo Salah ti puoi considerare un allenatore fortunato. Se al 60' di una partita di Champions League con il risultato ancora in bilico al 60' li sostituisci tutti e tre contemporaneamente per inserire Minamino, Shaqiri e Diogo Jota, sei un allenatore un po' pazzo, anzi sei Jurgen Klopp.
É decisamente vero che non è quella contro l'Ajax non è stata la miglior partita del Liverpool a livello di produzione offensiva, però dai Jurgen, un po' di tatto...
L'applicazione della chirurgia alla punizione di Ilkay Gundogan
La punizione di Gundogan che ha regalato il vantaggio al City nel match con il Porto è uno di quei gesti tecnici che finisci per riguardare in loop per ore e ore, senza nemmeno chiederti perché. La rincorsa non è quella convenzionale e nemmeno il modo in cui colpisce il pallone lo è, perché il corpo sta nettamente guardando da un'altra parte, eppure nel taglio con il quale il piede destro impatta il pallone e lo manda all'incrocio dei pali, c'è della magia.
Non è un calcio di punizione, è un chirurgo che opera a cuore aperto un paziente con precisione maniacale, uno spadaccino in pedana che conosce i giochi di leve. Gundogan nelle mani di Guardiola, con qualche infortunio in meno, sarebbe stato una splendida visione calcistica.
Il destro di Szoboszlai è un'arma di distruzione di massa
Abbiamo un debole per Dominik Szoboszlai, lo ammettiamo. E come questo classe 2000 sia rimasto un altro anno in Austria, sponda Salisburgo sponsor Red Bull, non ci è dato saperlo, perché secondo noi è già pronto per più o meno tutte le big del calcio europeo. Se non ci credete guardate cos'è capace di fare con il piede destro e diteci se questa traettoria non è uno scherzo della natura. Ti mette le ali.
Valutate voi...
La difesa del Real sarebbe buona per un western americano
Il modo in cui va in crisi la difesa del Real Madrid ogni santissima volta in cui Sergio Ramos è assente è davvero, ma davvero, incredibile. Ieri, per esempio, contro lo Shaktar, i 4 difensori si sono confrontati nel pre-partita e si è deciso collettivamente di farsi ognuno i fatti propri, con movimenti che sembravano studiati appositamente per aprire praterie dalle quali Sergio Leone avrebbe ricavato un capolavoro degli Spaghetti Wetern con la macchina da presa alla mano.
Per ogni volta in cui qualcuno nel mondo guarda un gol subito nella partita di ieri dal Real, un allievo di Arrigo Sacchi perde la vista. La sconfitta finale non è quasi nemmeno una notizia, guardando come hanno difeso.
Gli spogliatoi di Midtjylland (forse) non sono ciò che la Champions League si merita
Con la prima partecipazione alla fase ai gironi dei danesi del Midtjylland, il più grande palcoscenico calcistico europeo ha scoperto due cose: primo, che in Danimarca a ottobre può piovere a dirotto per ore e ore perché non ci sono barriere naturali a proteggere lo stato dalle intemperie meteorologiche. Secondo: che gli spogliatoi ospiti della squadra campione di Danimarca sono molto simili a quelli della Serie D italiana. I danesi sono gente pragmatica e ogni tanto un po' di rifiuto del lusso secondo noi ci sta pure bene, pure a questi livelli. Chissà se le docce erano calde, almeno.
La fredda violenza dell'uscita di Samir Handanovič
Guardando l'espressione di Samir Handanovič con occhi distaccati si potrebbe arrivare addirittura a provare a delineare un disegno psicologico del portiere sloveno. Handanovič è uno che cerca tranquillità e prova a tenere alla larga i problemi, non un temerario, sicuramente una persona dal forte spirito logico.
Se nella vita scegli di essere un portiere queste caratteristiche, però, non si sposano troppo bene con la tua professione, per lo meno non in tutte le situazioni. Samir è però un gran talento e un duro lavoratore, perciò negli anni ha lavorato per migliorarsi in tutti quelli aspetti in cui si sentiva carente. Certe cose, tuttavia, devono venirti da dentro. Prendete l'uscita con cui ha steso Plea nel match contro il Borussia: è evidente come nel momento in cui il pallone parte, Handanovič se ne vorrebbe stare bellamente incollato alla linea di porta. Sa però che il suo dovere è quello di uscire e che se lo farà, lo dovrà fare diventando qualcosa che non è. Il modo goffo in cui travolge l'attaccante francese è un inno alla spregiudicatezza dei timidi: un giallo violento con un fondo di umanità.
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