, 21 Ottobre 2020
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Cosa aspettarsi dal nuovo Chelsea di Lampard


Dopo un mercato che lo ha visto ritornare protagonista, il Chelsea è già apparso in difficoltà in Premier League, raccogliendo appena 8 punti nelle prime 5 giornate. Nonostante una rosa profonda e potenzialmente da titolo, Lampard sembra non aver ancora trovato la quadratura del cerchio. 


Roman Abramovich è tornato improvvisamente quello di 15 anni fa. Quello che nell’estate del 2003 decise di spendere qualcosa come 100 milioni di sterline per riportare i Blues sul tetto d’Inghilterra per la prima volta dal 1955. Strappando Makelèlè al Real Madrid, Mutu al Parma e Veròn al Manchester United. Quello che, subito dopo aver comprato il Chelsea, tanto per mettere le cose in chiaro, disse “The goal is to win, not to make money”. Dopo un paio di stagioni in sordina, e complice anche il blocco del mercato della scorsa stagione,quest'anno Abramovich ha decisamente rimesso mano al portafogli. 

In appena un paio di mesi Lampard si è trovato in rosa i due più interessanti prospetti della Bundesliga (Timo Werner e Kai Havertz), il miglior terzino Under 23 della scorsa stagione di Premier League (Ben Chilwell) e un fantasista puro come Hakim Ziyech, arrivato a 27 anni al momento topico della propria carriera. Senza contare poi un centrale d’esperienza come Thiago Silva, preso a parametro zero.

Una rifondazione mancata

L’arrivo di questi giocatori è andato a trasformare una rosa che forse aveva giusto bisogno di un paio di innesti, nulla di più. Il magnate russo ha deciso invece di andare all-in per puntare a lottare per il titolo sin da subito. Almeno apparentemente, non tenendo conto del buon lavoro fatto da Frank Lampard nella scorsa stagione.

Lampard con Duff, Robben e Gudjohnsen nel 2004. Gli albori dell' "Era Abramovich"

BIRMINGHAM, ENGLAND - OCTOBER 30: Damien Duff of Chelsea is congratulated by team-mates Eidur Gudjohnsen, Frank Lampard and Arjen Robben after scoring during the Barclays Premiership match between West Bromwich Albion and Chelsea at the Hawthorns on October 30, 2004 in Birmingham, England. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)

Il più grande merito dell’ex capitano dei Blues infatti, al di là di una proposta di gioco mai del tutto convincente e di scelte tattiche discutibili, era stata quella di valorizzare l’enorme vivaio del Chelsea. Percorso giocoforza obbligato, visto il blocco della finestra di mercato.

In una Premier League letteralmente sommersa da denaro liquido, l’ingresso in prima squadra dei ragazzi delle giovanili è appeso a un filo. Sempre più spesso si preferisce staccare qualche assegno e comprarsi all’estero giocatori già formati, piuttosto che aspettare l’esplosione di qualche prospetto. Il Chelsea non fa eccezione. Rispetto a molti altri club di Premier però, il vivaio del Chelsea è uno dei migliori al mondo.

Il lavoro di Lampard è stato apprezzato sopratutto per la valorizzazione di questi giovani. Da Mason Mount, a Reece James, passando per Tammy Abraham e Callum Hudson-Odoi, parliamo di giocatori esplosi la scorsa stagione e con ancora enormi margini di miglioramento. Il poderoso mercato acquisti dei Blues sembra però andare in controtendenza con lo sviluppo sostenibile e di lungo periodo predicato da Lampard, giocoforza, la scorsa stagione. L’importanza dei nuovi innesti ha cambiato da subito le prospettive del club, ora più orientate a risultati nel breve termine.

Billy Gilmour, Callum Hudson-Odoi e Reece James con la FA Youth Cup vinta nel 2018

Arsenal v Chelsea - FA Youth Cup Final: Second Leg

Per un allenatore come Lampard, arrivato in un momento unico nell’era Abramovich si tratta di un cambio ancora più rivoluzionario. Se nella scorsa stagione l’ex capitano del Chelsea ha avuto dalla sua l’alibi dell’inesperienza e della incompletezza della rosa, adesso arriva il vero banco di prova. Come scritto anche da Forbes, ora dal Chelsea non ci si aspettano solo dei passi avanti, ci si aspetta un vero e proprio sprint.

Sarriball forever?

Sin dal suo arrivo sulla panchina dello Stamford Bridge, Frank Lampard ha fatto tesoro di quanto costruito dai suoi predecessori Sarri e Conte. L’undici messo in campo dall’ex bandiera dei Blues ha la sua chiave di volta nei giocatori ormai più di lungo corso del club, su tutti Kantè e i due centrali Rudiger e Azpilicueta. Allo stesso tempo la proposta di gioco di Lampard non si è mai discostata troppo da quanto visto con Sarri sul prato del “Bridge”.

Non dimentichiamoci dell'enorme talento di Christian Pulisic

Per tutta la stagione 2019/2020 il Chelsea si è sempre schierato con un 4-3-3 molto poco fluido, sopratutto per quanto riguarda le posizioni a centrocampo e i compiti dei singoli giocatori, codificati al massimo. Dando per assodato Kantè come schermo davanti alla difesa e Jorghino come perno della manovra, l’unico faro creativo della squadra è risultato essere la mezzala sinistra, alternativamente Mount o Barkley. In questo ruolo atipico di mezzala con licenza di inserimento (un ruolo molto à là Lampard), Mount si è ritrovato sin da subito nel suo habitat naturale. Trequartista di fantasia, ma anche con ottimo passo e un buon equilibrio, dopo un paio d’anni in giro tra Vitesse Arnhem (in Olanda) e Derby County, si è rivelato decisivo in più occasioni per i Blues.

Lampard aveva già allenato Mount ai tempi del Derby County

In una manovra spesso compassata e perimetrale (ancora molto sarriana), a Mount era riservato il compito di dare quella sferzata di energia al giropalla, con un tocco più rischioso o magari cercando di puntare la porta. Licenza creativa concessa a lui, piuttosto che al teorico titolare Barkley, centrocampista più rozzo, seppur preciso in fase realizzativa. In una stagione chiusa con 8 gol, 10 assist ed un esordio in nazionale, Mount è stata la ciliegina sulla torta della nuova gestione Lampard.

Nella girandola di acquisti estivi dei Blues anche il ruolo di Mount, assieme a quello di altri giovani ormai in pianta stabile nella rosa titolare, è molto meno chiaro di prima. Per quanto visto nelle prime tre partite della stagione, Lampard ripartirà dal 4-3-3, magari alzando ulteriormente la mezzala più offensiva, vista l’abbondanza di trequartisti in rosa. In difesa l’arrivo di Thiago Silva va a dare profondità a un reparto ancora con più incognite che certezze.

Di sicuro c’è per ora la volontà del tecnico di North London di non cambiare il proprio approccio alla partita. Il mantra rimane quello del controllo del pallone e quindi del possesso, giocando pochissimo in transizione. Anche la fase di pressing è a tratti imprecisa, pur avendo in rosa due giocatori come Werner e Havertz che hanno fatto la loro fortuna in Bundesliga in squadre votate al Gegenpressing.

Direi che Mount se la cava anche da fermo...

Contro il Liverpool intanto, nel primo big match della stagione (alla seconda giornata), Lampard è stato obbligato a sperimentare. La contemporanea assenza di Ziyech e Pulisic ha costretto i Blues a giocare senza esterni alti di ruolo. Mount è stato affiancato ad Havertz sulla trequarti, mentre a centrocampo è scalato Kovacic.

I Reds hanno evidenziato tutti i limiti del Chelsea già visti nella scorsa stagione. A fianco di un possesso perimetrale a tratti molto sterile, i Blues hanno sofferto terribilmente in fase di transizione, lasciando la superiorità numerica su entrambe le fasce ai ragazzi di Klopp. L’espulsione a fine primo di tempo di Christiansen ha poi fatto il resto. Se Lampard in conferenza stampa si è appellato agli episodi per giustificare il risultato, il campo dice ben altro. Il Chelsea è sembrato più che mai un cantiere aperto. Con un Werner ancora avulso dal resto della squadra e una linea difensiva cui manca disperatamente un leader.

Dominio Reds, al di là degli episodi

Lampard in bilico?

Dopo la sconfitta con il Liverpool di un mese fa, il Chelsea ha raccolto solo un altro punto, nella sfida successiva contro il West Bromwich Albion, nella maniera più rocambolesca possibile. Sotto 3 a 0 all’intervallo (con un errore di Thiago Silva molto simile a quello di Gerrard proprio contro il Chelsea), i ragazzi di Lampard hanno poi rimontato nella ripresa fino al 3-3 finale. Un pareggio ottenuto al 93esimo, contro il modesto WBA, che non ha fatto sorridere Lampard. E men che meno Abramovich.

La verità è che Lampard non ha ancora trovato la quadratura del cerchio. Il tecnico dei Blues sembra come sospeso in un limbo, preso tra le richieste della dirigenza e le esigenze del campo. I nuovi acquisti, visto l’investimento fatto, devono giocare, pur non avendo ancora assimilato né i ritmi della Premier né il tipo di calcio proposto dal loro allenatore. Al contempo Lampard vuole continuare ad affidarsi a giocatori già amalgamati nel contesto di squadra. Su tutti i vari ragazzini esplosi la scorsa stagione, che sembrano trovarsi sul campo a memoria, tanto che contro il WBA, hanno segnato Mount, Abraham e Hudson-Odoi (l’ingresso del giovane ghanese al posto di Kovacic è stato il vero turning point del match).

In questo momento però Lampard sembra già in bilico. Dopo il pareggio col WBA i Blues hanno raccolto 4 punti senza mai convincere, passeggiando 4 a 0 sul Crystal Palace per poi pareggiare 3-3 in casa col modesto Southampton. Superata la  stagione da intoccabile, ora l’ex capitano dei Blues è diventato improvvisamente accountable. E’diventato responsabile delle scelte che compie, davanti alla dirigenza e soprattutto ai tifosi. Non che prima non lo fosse, ma dopo un mercato estivo di livello, ora le cose si fanno più serie. Rimane da chiedersi se le aspettative riposte sul Chelsea siano davvero giustificate. Per il momento Stamford Bridge rimane un cantiere aperto e a Lampard serve tempo. Il tempo però nel calcio è un bene di lusso. E non è detto che Abramovich abbia la pazienza di aspettare Frank Lampard.


Autore

  • Studente di economia, classe '93, nato e cresciuto a Rimini. Si avvicina al calcio sin da piccolo, grazie ad un certo Roberto Baggio e ai Mondiali del 2002. Tifoso rossoblù per adozione, dopo aver vissuto per qualche anno a Bologna. Si limita a giocare a calcetto la domenica, data la poca qualità con il pallone tra i piedi, e a seguire qualsiasi campionato visibile in TV. Altre passioni: MLB, sci alpino e la settima arte.

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