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, 19 Ottobre 2020

Considerazioni sparse post Hellas Verona-Genoa (0-0)


Non è stata una partita indimenticabile.


- Non ci siamo dimenticati del memorabile – eufemismo – monday night fra Hellas Verona e Genoa. Una gara non propriamente di cartello fra due compagini che possedevano come centravanti titolari il poco prolifero Favilli, dalla parte gialloblù, e l’uzbeko Shomurodov, cognome esotico che affascina i fantallenatori ma attaccante alle prime armi in Serie A, sul fronte ospite. Il risultato non può che essere 0-0;

- Serve il contagocce per numerare le poche occasioni da gol create durante l’arco di tutti e 90 i minuti, in un match il cui ritmo è stato gestito dagli scaligeri di Juric, mossi come sempre dal burattinaio croato – grande ex di giornata – seduto in panchina. Tuttavia il Genoa di mister Maran, che ha fatto parte delle sue fortune da allenatore al Bentegodi bensì guidando il Chievo, è posizionato saggiamente in campo e non regala spazi ed ampiezza ai veronesi;

- Parlando degli ospiti, è doveroso citare il tortuoso percorso attraversato dal Grifone prima di partire per la trasferta nella città di Romeo e Giulietta. Sino ad una settimana fa ben 17 elementi della rosa erano stati contagiati dal Covid-19. Alla spicciolata il tecnico rossoblù ha potuto tornare ad allenare alcuni giocatori guariti (stasera erano out tra gli altri Criscito, Zappacosta, Zajc e Destro), però immaginiamo che preparare una gara in tali condizioni sia quasi surreale e riempire la valigia del rientro da Verona a Genova con un punto è prezioso per la classifica e per l’ambiente;

- In casa gialloblù – senza Barak e Gunter positivi al Covid-19 – può assaporarsi del rammarico per non aver conquistato il punteggio pieno. La sensazione resta comunque quella di un Hellas propositivo e che impone le sue idee di calcio, la speranza per i veneti è che Kalinic (subentrato al 60’) riprenda la forma fisica desiderata il prima possibile. Ciò che infatti difetta nella formazione veronese è un bomber da 15 reti in campionato per poter ambire a qualcosa di più della mera salvezza;

- Capitolo singoli: in una gara conclusa 0-0 si deve citare la conduzione ordinata e sicura di entrambe le difese, guidate dall’interessante Lovato (classe 2000) per l’Hellas e dal tonico Cristian Zapata per il Genoa. Sul lato casalingo buone cose mostrate dal ficcante trequartista Colley, altro “millennial” degli scaligeri, e dal solito Faraoni. Per i genovesi nota d’onore per l’immarcescibile Goran Pandev, unico pericoloso tra gli ospiti, e per Perin decisivo nel finale con un prodigioso tuffo sulla zuccata di Salcedo. Male Favilli e da rivedere Shomurodov. Inoltre debutti per Ceccherini e Vieira in maglia gialloblù.

  • Carlo Cecino, giovane trevigiano di belle speranze. Nato il 18/05/1994 durante la meravigliosa notte di Atene, col Milan che sculacciava il Barcellona di Cruijff, si appassiona fin dal primo ciuccio allo sport. Segue con fervore il basket, con i San Antonio Spurs in cima alle ricerche. Entrare nel mondo giornalistico sportivo è il sogno, ma anche diventare il magazziniere dello spogliatoio dei New York Knicks non sarebbe male. Gli idoli sono Valerio Fiori e DeShawn Stevenson, oltre a Federer, leggenda vivente del tennis.

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