, 11 Ottobre 2020
2 minuti

Considerazioni sparse post mercato della Juventus


Un mercato che pone le basi per qualcosa di nuovo nel futuro.


- Kulusevski, 2000. Chiesa, 1997. Arthur, 1996. McKennie, 1998. Morata, 1992. La fine dell’interregno sarrista ha visto una Juve triste e invecchiata come non mai. Le iniezioni di gioventù arrivate dal mercato si impegnano a irrobustire una linea verde che inizia da quest’anno. Dopo anni di mercati pigri basati solo sull’occasione di turno, la Juve è tornata a setacciare il mercato con curiosità e aggressività. Paratici si gioca la carriera con questo calciomercato;

- Questi nomi bastano per un salto di qualità? Probabilmente no. L’unico giocatore che sulla carta ha le doti giuste per dare la scossa alla rosa di Pirlo sembra Kulusevski, un campioncino futuro campione che diventerà probabilmente un dodicesimo micidiale dalla panchina. Sugli altri i dubbi sono legittimi, quanto è stata legittima la necessità di svecchiare. Alla resa dei conti, Arthur è davvero meglio di Pjanic? Morata è meglio di Higuain? McKennie é meglio di Matuidi? Difficile dirlo.

- L’acquisto che più di tutti ha segnato una svolta tecnica è stato sicuramente quello last minute di Federico Chiesa. Arrivato numericamente al posto di De Sciglio, l’acquisto di Chiesa testimonia una decisione tattica. La decisione è quella di interpretare con la difesa a tre la stagione, con Chiesa cavallo a destra a tutta fascia. L’ex Fiorentina arriverà a Torino con umilità, pronto a mettersi a disposizione in una zona di campo che mette indiscutibilmente un freno al suo talento. Una storia che ricorda sinistramente quella di Bernardeschi, un giocatore ad oggi irrimediabilmente perso nei meandri della Continassa;

- Sul fronte cessioni le notizie non sono state positive. Di fatto l’unica cessione che ha portato liquidità è stata quella di Pjanic. Matuidi e Higuain sono stati praticamente costretti a trovarsi la squadra da soli, con il cartellino ceduto a zero. Douglas Costa, Rugani e De Sciglio sono andati via in prestito gratuito. Khedira è ancora a Torino. È vero, vendere nell’anno del Covid è difficile; tuttavia questo testimonia anche una rosa con un appeal ai minimi termini;

- Non vogliamo dire che questo per la Juve sarà un anno di transizione. La rosa è più che competitiva e puó certamente vincere lo Scudetto (mentre si è creato uno scollamento probabilmente irragiungibile per insinuare idee vittoriose in Europa). Eppure mai come quest’anno la sensazione è che non si sia lavorato sul breve termine, ma su una prospettiva più lunga. Tra un anno o forse due, i 31 milioni netti a bilancio di Ronaldo finiranno di occupare come una statua di ghiaccio in soggiorno le finanze bianconere e la Juve potrà ricominciare a costruire. Quest’anno sono state poste le prime basi del futuro.

Autore

  • È nato pochi giorni dopo l’ultima Champions League vinta dalla Juventus. Ama gli sportivi fragili, gli 1-0 e i trequartisti con i calzettini abbassati. Sembra sia laureato in Giurisprudenza.

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