Considerazioni sparse post Cagliari-Lazio (0-2)
È una Lazio che vince e convince.
- Sul terreno della Sardinia Arena aleggia ancora il fantasma di Caicedo che, oltre che dal forte vento, viene spazzato via dall’immediato vantaggio di Lazzari al terzo minuto. Il Cagliari subisce il colpo e tutto il primo tempo sbanda vistosamente;
- La Lazio, di uniposca vestita, evidenzia i limiti dell’11 rossoblu infilandola sulle due fasce ripetutamente e rischiando, ripetutamente, di bissare il vantaggio iniziale;
- Agli albori del secondo tempo El Cholito grazia Strakosha sbagliando una clamorosa occasione e facendo, di fatto, sprofondare i sardi in un torpore che durerà quasi tutta la partita nonostante la Lazio non forzi i ritmi e cali fisicamente nella prima metà dello stesso secondo tempo;
- Luis Alberto e Milinkovic Savic si alternano nei due tempi: il primo minuetta sul pallone nella seconda metà del secondo tempo, il sergente illumina il primo tempo con ripetuti scambi con Lazzari mandando in difficoltà il centrocampo e la difesa cagliaritana. Il rientro in pianta stabile di Leiva dimostra come il brasiliano sia essenziale per la buona riuscita del gioco capitolino;
- Cragno si conferma un ottimo portiere negando il gol a Milinkovic, nulla potendo sul colpo di biliardo della scarpa d’oro (al secolo Ciro Immobile) che inaugura così la sua stagione. Sugli scudi, nella Lazio pure Marusic, il 77 biancoceleste, che, benché schierato sulla fascia non di sua competenza, trasborda tecnica e fisicità firmando entrambi gli assist per i due gol che consegnano alla Lazio i primi 3 punti del nuovo torneo. Una menzione per Akpa Akpro (ne sarebbe stato lieto il pronunciamento il compianto Gianni Rodari) che, con Escalante, rinnova, con spessore, il parco cambi di Inzaghi.
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