, 19 Settembre 2020
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Considerazioni sparse post Verona-Roma (0-0)


Considerazioni sparse post Verona Roma.


- Difficile valutare due cantieri aperti come Verona e Roma, che per ragioni diverse si presentano al via con rose incomplete. Se però la squadra di Juric mantiene saldi i principi di gioco che hanno fatto le fortune della scorsa stagione, la Roma sembra ancora un enorme “vorrei ma non posso” priva di un’identità;

- Nella prima mezz’ora si fa preferire la Roma, che sfrutta la maggiore qualità dei suoi avanti e il buon impatto di Pedro. Alla distanza esce il Verona e i giallorossi si destano solo nel finale, dopo la seconda traversa di Di Marco, colpendone a loro volta una con Spinazzola. Finisce 0-0, come nella prima giornata di 5 anni fa: le sinistre similitudini tra questa nuova stagione per Fonseca e l’ultimo anno di Rudi Garcia continuano ad aumentare;

- Fonseca riparte dalla difesa a 3, con Cristante arretrato al centro della difesa - data la penuria di centrali - e il redivivo Karsdorp a tutta fascia assieme a Spinazzola. La costruzione dal basso, complice la grande intensità del pressing offensivo del Verona, è decisamente farraginosa. Priva della possibilità di lanciare lungo su Dzeko, la Roma non ha al momento altre soluzioni per risalire il campo. Gli unici lampi arrivano dalle galoppate di Spinazzola (man of the match per distacco) sulla sinistra e dagli scambi stretti tra Pellegrini, Pedro e Mikhitaryan, che vengono penalizzati dall’assenza di un finalizzatore e si diradano nel corso del match fino ad estinguersi;

- Il Verona inizia timido e soffre la partenza di due assaltatori come Verre e Pessina, goffamente sostituiti da un inadeguato Tupta. Cresce però alla distanza, grazie alla bravura sulle seconde palle di Tameze, Danzi e Di Carmine e alla regia di Veloso. Faraoni soffre troppo in fase difensiva, buono invece l’impatto de giovane Lovato con la Serie A. C’è da fare qualcosa sul mercato, soprattutto in avanti, ma la squadra di Juric in campo ha già le idee chiare;

- Se Dzeko andrà a Torino vorrà dire che, con una furia quasi Giacobina, la Roma si è sbarazzata dell’intera squadra che solo 2 anni fa era arrivata in semifinale di Champions. Cessioni come quelle di Alisson, Kolarov, Manolas, Nainggolan e Dzeko rischiano di comportare un downgrade non solo a livello tecnico, ma anche sul piano della personalità. La situazione attuale è comunque figlia di errori del passato, ora sta alla nuova proprietà farne tesoro per provare ad invertire la rotta.

Autore

  • Giornalista classe 90', da sempre innamorato della radio, ho diretto per 3 anni RadioLuiss e collaborato con varie emittenti in qualità di conduttore. Attualmente mi occupo di comunicazione d'impresa e rapporti istituzionali. Pallavolista da una vita, calciofilo per amore, appassionato di politica e linguaggi radiotelevisivi, nella mia camera convivono i poster di Angela Merkel, Karch Kiraly e Luciano Spalletti.

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