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, 27 Gennaio 2020
2 minuti

Top of the Flop, 21a giornata


TOP

Donnarumma: il Milan gioca una partita orrenda legittimando in più circostanze una vittoria del Brescia ma Gigio non la pensa allo stesso modo e fa valere la sua legge. Mostra un repertorio infinito di parate con la costante di una sicurezza che non vacilla mai. Prima d’ora così forte, sportivamente e psicologicamente, non si era visto mai. A forza di incensare Ibra ci si è dimenticati di quanto sia forte il portierone rossonero. #Muro, voto: Avengers

Ilicic: si capisce subito che è una di quelle partite in cui è illegale. Sguscia, dribbla, assiste e conclude. Toloi butta una cazzata al suo orecchio, lui la prende seriamente e dipinge un arco fluorescente che dopo 45 minuti di volo si infila sotto il sette con Sirigu incredulo. Non lo tengono neanche i compagni per festeggiarlo. #Indemoniato, voto: Illegale

Fate vobis...

Insigne: criticato spesso, a dire il vero quasi sempre perché fa comodo e viene facile. Lorenzo fa parte di quella categoria di giocatori che a dire due parole in più non si fa mai fatica soprattutto se negative. In realtà è quasi sempre l’ultimo a mollare e il primo a incitare i compagni. Oggi, nella partita più importante, la sua firma non manca e ricorda a tutti che quando tutti smettono di parlare lui inizia a far parlare il campo. #Eletto, voto: L’arte della felicità

FLOP

Mazzarri/Torino: si può perdere, si può perdere male, poi si può perdere 7-0 senza giocare col tuo portiere migliore in campo e tu che ti presenti in conferenza stampa dicendo che non ci si dimette “quando le cose si fanno difficili”. Il buon gusto di fare un passo indietro quando non ci si capisce un cazzo è assolutamente sottovalutato, così com’è incomprensibile l’atteggiamento di un Torino che con una rosa di tutto rispetto quest’anno è più incostante dell’umore di Tina Cipollari. #Bugie, voto: Indecorosi

Povero Walter...

Higuain: continuamente (e inspiegabilmente) preferito o riproposto da Sarri. L’argentino non lo ripaga mai. Imbolsito, avulso dal gioco, lento e macchinoso. Rallenta la manovra, non rifinisce e non conclude. Se fosse più inutile si chiamerebbe Kalinic ma dati i 7.5 mln di stipendio annuo e la situazione finanziaria della Juventus, sarebbe più utile se ogni tanto giocasse a pallone. #Boa, voto: Letargo

Immobile: di nome e di fatto, oggi non la vede mai, peccato fosse un derby discretamente importante. I compagni lo assistono come lo Stato con gli onesti ma lui ci mette del suo a nascondersi e lasciarsi andare a nervosismo. Non un passaggio o una conclusione degni di nota. Più che immobile invisibile, la Lazio stecca e lui tace. #NotteFonda, voto: Letargo


In rare circostanze lo sport, nelle sue più varie sfaccettature, decide di impersonificarsi in alcuni dei suoi rappresentanti più meritevoli. Oggi quella parte del gioco, dello sport, che si chiama Basket ha salutato una delle sue impersonificazioni più riuscite. Temo purtroppo che per l‘uomo il lutto faticherà ad estinguersi.

Buona seconda parte del viaggio, Mamba.

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  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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