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, 20 Gennaio 2020

Uno Slam tra le fiamme


Dopo l’Atp cup e i 250 dell’ultima settimana, l’Australia si prepara a ospitare il primo major del decennio in mezzo agli incendi.

Sono tempi duri per la terra e non possiamo pretendere che lo sport ne resti fuori. L’Australia brucia: si stima che sia andata distrutta un’area boschiva grande quanto il Portogallo, è morta una trentina di persone e un numero incalcolabile di animali, ma la macchina organizzativa degli Open non si è fermata.

Da una parte è un bene che i riflettori siano qui: non solo i campioni più in vista si stanno dando da fare per donare e raccogliere fondi, ma con la loro testimonianza ci obbligano anche a guardare negli occhi quello che sta capitando al pianeta anche se non sentiamo la puzza di fumo sotto casa nostra. Nik Kirgyos, che spesso viene sbattuto in copertina per i gesti folli sotto i quali nasconde – male – la sua sensibilità, è stato uno dei primi e dei più attivi nell’evidenziare il problema, l’ha fatto in maniera accorata e sincera, oltre a lanciare l’iniziativa di donare 200 dollari per ogni ace realizzato nei tornei australiani – e lui ne fa parecchi.

Serena Williams ha devoluto l’intero premio del Wta di Aukland, Federer e Nadal 250.000 dollari insieme, Atp e Itf si sono mosse e tanti altri lo stanno facendo – dichiarandolo o meno in pubblico, questione di sensibilità - in una gara a sostegno di chi lotta contro questa calamità, di chi ne è già rimasto vittima e di chi dovrà far fronte alla ricostruzione. Inutile sottolineare quanto sia importante questa pubblicità: parlare di clima non è una moda o un capriccio passeggero, ma una necessità reale e concreta.

Dall’altro lato la qualità dell’aria di Melbourne è molto scarsa in questo momento, e ha già causato parecchi disagi tra giocatori e addetti ai lavori, basti l’esempio di quanto successo a Dalila Jakupovic, che ha dovuto abbandonare il suo match di qualificazione per una crisi respiratoria. Secondo gli organizzatori il problema è sotto controllo e le condizioni sono monitorate costantemente da un team di esperti, inoltre pioggia e vento dovrebbero dare una mano a migliorare le cose. Non mancano polemiche e accuse incrociate, che parlano d’indifferenza, di scelte dettate solo dall’interesse e di egoismi vari, sta di fatto che per ora lo spettacolo continua.

Intanto il sorteggio dei tabelloni ha riportato l’attenzione al campo. Cominciamo con il singolare maschile, ma per fare gli originali partiamo dal basso. Il quarto del detentore Djokovic (che farà il suo esordio contro Struff) sembra il deserto dei tartari, oggettivamente una sconfitta di Nole prima degli ottavi non sarebbe quotabile dai bookmakers nemmeno se dovesse giocare bendato e su una gamba sola. Agli ottavi troverà il piccolo grande argentino Diego Schwartzman, tenace ma non abbastanza per impensierirlo, poi Tsitsipas o Bautista nei quarti, Roger in semifinale e Nadal o Medvedev all’atto conclusivo.

Nemmeno lo svizzero (che comincia contro l’americano Johnson, numero 81 atp) può lamentarsi troppo del percorso, sebbene ci sia un Hurkakz in ottima forma al terzo turno, uno tra Shapovalov, Dimitrov e Sinner agli ottavi, poi Berrettini o Fognini nei quarti e Nole nell’eventuale semifinale. Il dubbio maggiore per Federer riguarda la tenuta fisica, dato che non ha giocato nemmeno un torneo di preparazione e dovrà trovare il ritmo partita lungo il cammino.

La parte alta, che ha in Nadal e Medvedev i principali indiziati alla semifinale, presenta qualche insidia in più. Il russo comincia da Frances Tiafoe, che non è un cliente banale, e potrebbe trovare Tsonga al terzo turno, Wawrinka agli ottavi e uno tra Zverev, Isner e Rublev ai quarti. Nadal se la vedrà con Dellien, poi con uno tra Sousa e Delbonis, Careno Busta al terzo turno e la mina vagante Kirgyos (o Khachanov) agli ottavi. Ai quarti uno tra Thiem, Kevin Anderson ed eventualmente Auger Aliassime.

Appare ancora più intricato il tabellone femminile, dove spicca la parte alta, un vero campo minato con la vicinanza tra la campionessa in carica Osaka e Serena Williams, in rotta di collisione nei quarti di finale, dallo stesso lato della numero uno Ashleigh Barty, che per raggiungere la semifinale dovrà vedersela con Martic agli ottavi e Petra Kvitova (finalista 2019) nei quarti.Nella parte bassa, più abbordabile, saranno probabilmente Svitolina, Halep, Pliskova e Bencic a contendersi un posto in finale. Possibili occasioni per Camila Giorgi, che giocherà contro una qualificata, e Jasmine Paolini, attesa da Anna Blinkova, numero 58 del mondo.Esordio magico per la giovanissima Coco Gauff che come a Wimbledon affronta Venus Williams, e potrebbe incrociare Naomi Osaka al terzo atto.

Insomma per i malati di tennis saranno due settimane di occhiaie e passione, piene di storie e curiosità, senza mai dimenticare ciò che accade poco più in là, sotto lo stesso cielo, che poi è anche il nostro.


  • Nicola Balossi Restelli, annata 1979, vive a Milano con una moglie e tre figli e si divide tra scrittura e giardinaggio. La sua insana passione per lo sport ha radici pallonare e rossonere, anche se la relazione più profonda e duratura è stata quella con la palla a spicchi, vissuta sui parquet (si fa per dire) delle minors milanesi dagli otto ai quarant’anni, quando ha appeso le scarpe al chiodo. Gravemente malato anche di tennis e di Roger Federer, ne scrive talvolta su https://rftennisblog.com/.

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