Cosa aspettarsi dalla stagione sulla terra rossa?
Siamo arrivati ad Aprile, e come da tradizione il circuito del tennis professionistico si sposta in Europa per i maggiori tornei dell'anno sulla superficie lenta per eccellenza: la terra battuta, o terra rossa. Tra infiniti scambi, grandi corse e colpi da fondocampo, vediamo che potrebbe succedere nei prossimi due mesi.
Ci sono molti tornei su terra in diversi periodi dell'anno, dopo gli Aus Open ci sono quelli in America del Sud, altri sono poi sparsi d'estate e a inizio autunno. Tuttavia la stagione per eccellenza è quella alle porte: ben tre Master 1000 e uno Slam, nessun altro periodo vede una tale concentrazione di tornei importanti in successione e sulla stessa tipologia di campo. Diventa allora vitale per i giocatori arrivare con le idee chiare, allenati e pronti alle insidie di una superficie lenta.
Come tutti gli anni, la terra rappresenta un grande ostacolo per alcuni e una fantastica opportunità per gli altri.
Chi gode
- Nadal
Il mancino di Manacor è il re indiscusso delle ultime due stagioni, e sicuramente il più forte giocatore di sempre su terra. Dovrebbe essere il favorito d'obbligo un po' ovunque, e probabilmente lo è. Ma quest'anno presenta qualche incognita in più. L'età, che comunque avanza, non sembra ancora rappresentare un problema per Nadal, almeno non quanto lo potrebbe essere una condizione fisica che non sembra salda come un tempo. Dopo il ritiro, a sorpresa e deludendo molti, prima della sfida contro Federer a Indian Wells, lo spagnolo ha saltato Miami, per riprendersi al meglio e prepararsi alla parte di stagione più importante per lui. Questi piccoli infortuni sembrano sempre più frequenti, e lo spagnolo rischia di soffrirne anche dove è sempre stato il più forte. In aggiunta a questo c'è un parterre di avversari di primissimo piano, un Djokovic tornato in forma (ci sono dubbi anche su di lui, ma vedremo poi...), un Thiem reduce dal primo grande trofeo della carriera e molti giovani rampanti che cercano ulteriori conferme. Meno pericoloso sembra Federer, la cui inedita (negli ultimi anni) partecipazione a qualche torneo su rosso, potrebbe essere solo parte di un grande saluto al circuito. Nadal è l'uomo da battere, quindi il più forte, ma anche il bersaglio a cui tutti puntano.
- Thiem
L'austriaco Dominic Thiem ha ottenuto il suo primo Big Title a Indian Wells, in una clamorosa finale contro Roger Federer. In pochissimi avrebbero previsto che il suo primo grande successo sarebbe stato lontano dall'amata terra. L'eliminazione a Miami passa in secondo piano perché è adesso che le cose possono farsi interessanti. Negli ultimi due anni è stato l'unico giocatore in grado di vincere contro Rafa Nadal sul rosso. Non è cosa da poco. Lui è il numero due sulla terra. Per il momento. L'impressione finora è stata che all'austriaco, giocatore capacissimo, sia sempre mancata almeno una spanna per competere contro Nadal con continuità. Sarà l'anno del salto di livello? Lo capiremo solo a Giugno, quando potremo fare un bilancio. Il talento c'è, la voglia pure, basteranno?
- Wawrinka
Questa è la previsione di gran lunga più azzardata. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma lo svizzero, in lenta e graduale ripresa, è il classico cavallo pazzo che può fare saltare il banco. In passato ha vinto tre Slam, nessuno partendo da favorito. Stan the Man ha sofferto un grave infortunio e lentamente sta ricostruendo la forma, il gioco e la classifica. Potrebbe uscire sempre al primo o al secondo turno. Ma potrebbe anche piazzare qualche acuto di altissimo livello. Stiamo attenti a Stan, soprattutto sui tre set. Per lui più che per altri, come dicevo sopra, la terra è una vera opportunità...
Qualche dubbio...
- Djokovic
Il serbo è stato il giocatore più forte degli ultimi nove mesi. Nessun dubbio a riguardo. Ma proprio nessuno. Da Wimbledon 2018 in poi ha lasciato molto poco agli avversari, e anche quando perdeva l'impressione era che fosse semplicemente la sconfitta che capita ogni tanto, perché, lo sanno anche i bambini, non si può vincere sempre. Tuttavia qualcosina pare essersi incrinato nei Master 1000 sul cemento americano. Bautista-Agut e Kolschreiber sono due avversari di livello troppo basso (nonostante siano dei fenomeni) per credere che le loro vittorie contro il serbo non siano state facilitate, in parte, anche da un calo del Djoker. Le possibili risposte sono due: una ottimistica e una pessimistica. La prima è che si sia trattato di un calo fisiologico, normale e comprensibile, a cui seguirà un rapido ritorno ai picchi precedenti. Ovviamente grazie a un gran lavoro e anche a un po' di meritato riposo. L'altra strada è invece pensare che le scorie accumulate in questi mesi di picchi clamorosi stiano presentando il conto, e che per il momento Nole non è più la versione "Playstation" che abbiamo visto nella finale in Australia. Personalmente propendo per la prima. Per Djokovic l'opportunità di vincere il Roland Garros, che diventerebbe il quarto Slam in fila, è ghiottissima. Lasciare per strada un paio di Master 1000 diventa addirittura secondario. Qualche dubbio quindi per Djokovic, ma non siate troppo sorpresi se invece vedrete dei fuochi d'artificio...
- Federer
Nei due tornei di Miami e Indian Wells lo svizzero è stato senza dubbio il giocatore più in forma. Una vittoria e una finale. Non male per un trentottenne. Tuttavia sembra onestamente difficile che il campione elvetico possa competere su una superficie molto più dispendiosa dal punto di vista fisico. L'ipotesi più gettonata vede un Federer intento a "Fare i saluti" giocando anche sulla terra perché questa sarebbe la sua ultima stagione. Lui non ha mai confermato né smentito questa teoria. Lo scopriremo solo vivendo. Per ora siamo davanti a un giocatore che ha saltato completamente le ultime stagioni su terra, che è in forma ma pare un gradino sotto ad altri possibili protagonisti. Non sarà comunque facile per nessuno misurarsi contro Roger Federer, indipendentemente dal campo da gioco. Quindi diamogli un occhiata lo stesso, chissà che non estragga l'ennesimo coniglio dal cilindro...
- Italiani
A Montecarlo il tennis azzurro sta lanciando segnali importanti. Il nostro giocatore migliore - sulla carta - Fabio Fognini sta avendo un 2019 abbastanza complicato. Per lui tante delusioni e pochi risultati prima appunto del 1° Master 1000 sul rosso. Questa è la superficie dove Fabio ha spesso fatto molto bene: sette dei suoi otto titoli sono arrivati qui. Speriamo in una bella ripresa! Marco Cecchinato ha vinto un torneo a febbraio (Buenos Aires) su terra, parte con buoni propositi e con una certa dose di aspettative sulle spalle. Tuttavia corre un rischio: deve difendere un'enorme quantità di punti al Roland Garros. Conseguentemente potrebbe fare un'ottima stagione, ma di fatto ritrovandosi alla fine con una classifica peggiore di adesso. Lorenzo Sonego ha destato buone impressioni al torneo di Marrakech e a Montecarlo sta facendo vedere cose ancora migliori: vedremo se ci sarà un seguito. Tutti gli altri partono un gradino sotto, ma ogni sorpresa sarebbe graditissima.
Considerazioni sparse...
- Zverev
Il baby fenomeno Alexander Zverev ha vinto a Madrid lo scorso anno e a Roma nel 2017. Di conseguenza il suo feeling con la superficie è ottimo. Il tedesco è parso, in aggiunta ai cronici problemi nel tre su cinque, abbastanza lontano dalla migliore condizione in America. Lo scorso anno nella finale di Roma diede del filo da torcere a Rafa Nadal (senza quell'interruzione per pioggia sarebbe andata in un'altra maniera? Chi lo sa...). Il talento c'è. E anche in atto, non solo in potenza. Ha fatto poco in questo 2019 per aspettarselo alla grandissima, ma io punto su un ottimo Zverev su terra. Se dovesse confermare il feeling col rosso, potrebbe essere la volta buona per un memorabile Roland Garros.
- Outsiders
Non sono del tutto convinto che, sulla falsariga dei tornei americani, ci sia tutto questo spazio per gli outsiders. Di solito i Master 1000 su terra e il Roland Garros raramente riservano sorprese. Anche perché Nadal ne ha vinti 3 su 4 in entrambi gli ultimi due anni. Per Djokovic la vittoria al Roland Garros sarebbe il traguardo definitivo, per Nadal è un obiettivo obbligato. Thiem e Zverev (nonostante quanto detto sopra) fanno molto bene sul rosso da due anni a questa parte. Sembra più complicato trovare degli spazi per emergere. Se dovessi fare una previsione vi direi di tenere d'occhio i russi e un giovane spagnolo, Jaume Munar, potrebbero riservare sorprese...
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