Un Mister, un ragazzino, un procuratore e un padre
Oltre la linea c’è un mondo pallonaro che molti non conoscono. Oltre la linea ci sono i dirigenti, gli allenatori, gli osservatori, gli agenti, i faccendieri, i genitori e i tifosi. Oltre la linea gli interventi a gamba tesa non sono mai sanzionati. Oltre la linea la visuale è diversa. Oltre la linea ci sono storie da raccontare.
Oltre la linea c'è la storia di un ragazzino, un mister, un procuratore e un padre.
Una storia che non dovrebbe esistere ma che invece si ripete in tanti campi in giro per l'Italia.
Federico ha 13 anni, anzi quasi quattordici come dice sempre lui che sa che nel calcio quella è una delle prime soglie importanti, anche se mancano ancora un po' di mesi.
Federico gioca a calcio, in una società professionista, di Serie A per la precisione.
Federico questa sera non è felice ma molto di più, è euforico e gli sembra di volare. Nel tragitto dal campo di allenamento a casa sulla macchina del papà del suo compagno non ha pensato ad altro che al suo futuro di calciatore. Di successo ovvio. Non che non ci avesse fantasticato prima, ma stasera un po' di più e non vede l'ora di dirlo a suo papà.
Sono state le parole di quel signore incontrato a fine allenamento, mentre stava rientrando nello spogliatoio, a farlo andare in orbita: "tu sei il più forte di tutti in questa squadra, lo dice il mister ma te lo dico anche io che ti ho visto giocare, insieme faremo grandi cose!"
E se lo dice lui, che come ha detto il mister presentandoglielo "è un procuratore importante" e in più sono "molto amici" quindi ci si può fidare.
Federico vorrebbe tanto raccontare all'amico seduto accanto quello che il procuratore gli ha detto, ma non può perchè il mister gli ha suggerito di non dire nulla ai suoi compagni "per non creare gelosie nello spogliatoio" quindi meglio stare zitti. E poi ci sono anche delle scarpe in arrivo, questo è poco ma sicuro, Federico non è stupido! Altrimenti perché quel tizio gli avrebbe chiesto che numero porta e se gli piacciono quelle con il baffo? Se è un procuratore importante di sicuro porterà le Nike più belle che ci sono, su questo Federico non ha dubbi.
Un momento però, fino a questo punto tutto va bene oppure c'è qualcosa che non torna?
Mi piacerebbe sapere quanti tra voi, leggendo queste prime righe, si sono chiesti se sia normale che un mister presenti un procuratore a un ragazzino. E quanto lo sia invece che un procuratore parli e si proponga – regalando scarpe – a un ragazzino. Sarei anche parecchio curioso di sapere però quanti solo adesso ci fanno caso e ci riflettono.
Proseguiamo con la storia, perché c'è ancora un protagonista da scoprire, il papà di Federico.
Sarà lui a prendere in mano la situazione e a sistemare le cose nel modo giusto?
Nessuna suspense: purtroppo no, meglio anticiparlo subito.
Federico racconta al papà dell'incontro con l'amico procuratore del mister, dei complimenti ricevuti, del fatto che questo signore lavori già con la società, che ha tanti campioni in nazionale, delle scarpe in arrivo e che l'uomo vuole parlare anche con lui per la questione economica.
E il padre che fa?
Chiama il mister? No.
La società? Nemmeno.
Euforico decisamente più del figlio si mette davanti a una tastiera e cerca le risposte alle sue domande, non le trova e finisce per chiederle a me (che quando c'è da mettere in connessione il mondo del calcio giovanile con le porcherie sbuco sempre).
Vorrei trovare il procuratore giusto per mio figlio, come devo comportarmi?
Quali garanzie devo chiedere?
Quanto devo pagarlo?
Quanto mi può dare lo sponsor?
Faranno un contratto?
Mi dai altri nomi di procuratori così sento anche loro? Magari hanno offerte migliori.
Questo padre non reputa sia una cosa grave che un mister faccia da procacciatore d'affari per l'amico procuratore e se questo sia davvero un professionista tipo procuratore/ex-agente/intermediario (non che sia una garanzia di correttezza sia chiaro). Non pensa nemmeno per un attimo al fatto che sicuramente suo figlio non è l'unico della squadra a essere contattato con lo stesso metodo. Lui è convinto che da adesso si fa sul serio e questo gli basta. Fargli notare che ci sono diverse cose che non quadrano in questa vicenda, che forse occorrerebbe pensare al figlio prima che ai suoi procuratori, che un mister così dovrebbe essere in qualunque posto tranne che in un campo ad allenare ragazzini e che la cosa migliore da fare sarebbe denunciare questo comportamento coinvolgendo anche la società, non lo desta dallo stato di trance pallonara in cui è precipitato. Infatti come reagisce? Sparendo ovvio, del resto qualcuno in grado di assecondarlo dandogli le risposte che si aspetta in giro si trova.
E voi in una situazione simile voi come vi comportereste?
Come il papà di Federico o andreste prima a prendere per il cordino del fischietto il mister e il suo amico procuratore e poi da un dirigente a denunciare l'accaduto? Vi avviso però, con un minimo di sforzo in più e una ricerca nemmeno troppo approfondita potreste scoprire poi che la società in qualche modo è complice.
Il problema è che Federico, come tanti suoi coetanei, gioca bene a pallone ma è poco più di bambino e come tale dovrebbe essere protetto dai meccanismi pallonari che già rovinano il calcio dei grandi e che sempre con più frequenza vengono riproposti nel calcio giovanile. Ricordiamoci che siamo in una società professionista che – in teoria – attraverso i propri dipendenti, i piccoli campioni in erba dovrebbe proteggere, tutelare e difendere da tutti quei personaggi che bazzicano intorno ai campi invece di permettere loro di accedere all'interno delle strutture di allenamento o, ed è anche peggio, di farli sedere in panchina.
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