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, , 4 Febbraio 2019
2 minuti

Top of the Flop, Gennaio


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1) Zapata: come Dzeko ma al contrario. E’ passato dall’essere un frigorifero da 8 goal a stagione all’essere due frigoriferi legati insieme da 13 goal in 5 partite. Devastante. Nient’altro da aggiungere. Anzi sì: anche bello da veder giocare.

Una macchina da guerra (via Wyscout).

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2) Piatek: la cosa che non manca mai nel calcio sono i brutti ceffi che ne parlano senza capirci una mazza ferrata. Ho sentito i commenti più disparati su questo polacco nato vecchio. I goal contro il Napoli sono il più bel biglietto da visita. Forse, forse, il derby di Milano sta tornando ad avere un senso. Bene così. Bravi cugini.

3) Muriel: Muriel l’è semper lu. Le prime due partite ti fa piangere pensando che Ronaldo, il fenomeno, si sia reincarnato. Poi alla terza partita si presenta con la forma fisica di Antonio Cassano e torna a far cagare. Ma qua si parla di gennaio e a gennaio il nostro colombiano ha fatto meraviglie. Il goal con slalom alla Sampdoria me lo porterò nel cuore per molto tempo.

Flop

1) Dzeko: un paracarro a San Marino potrebbe essere più utile. Non serve aggiungere altro.

2) F. Inzaghi: In Serie A è l’allenatore preferito... dagli avversari. Credo basti questo.

Il saluto di Superpippo ai suoi tifosi.

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3) Mihajlovic/Perisic: subentri ad Inzaghi e nel presentarti a Bologna parli di “romagnoli”. Come dire a un reggiano che il grana padano è notevolissimo sulla pasta con le salsicce svizzere. Che babbeo. Su Perisic... il miglior giocatore del mondo per 11 partite all’anno, un ectoplasma utile come un buco del culo sul gomito per le restanti 27. Se aggiungete la professionalità di un Fabrizio Corona qualsiasi e la sete di soldi da ex moglie dell’Upper est side, spero tanto che l’Inter faccia un cesto Pasquale con lui e il waffle sbevazzone e li rifili a qualche campionato medio orientale.

Fine delle trasmissioni. Per ora.


Autore

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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