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, 1 Dicembre 2018

Come sta andando il Monza?


Aggiornamenti dalla nuova squadra di Berlusconi e Galliani.

Dopo il fallimento dell’ A.C . Monza Brianza 1912 al termine della stagione 2014-2015 il marchio viene rilevato da un imprenditore locale,  Nicola Colombo, che la rifonda sotto il nome di Società Sportiva Monza 1912. Inizia così una gestione più responsabile e appassionata delle precedenti, che porta a vincere la Serie D nel 2017. La stagione passata il Monza gioca un ottimo campionato piazzandosi quarto e uscendo al secondo turno dei play-off per salire in serie B. Questo è il contesto storico in cui si inseriscono Berlusconi e il suo braccio destro Galliani. Poco meno di un mese di trattative e il 28 settembre il Monza viene ufficialmente acquistato da Fininvest. Il primo a parlare è Galliani, che descrive l’approdo alla squadra brianzola  come la chiusura del cerchio della sua vita. Il dirigente ha un rapporto radicato con la città, dove nasce e cresce, prende un diploma da Geometra e lavora per 8 anni al Comune. Non solo, prima di arrivare al Milan inizia la sua carriera sportiva proprio al Monza dove ricopre la carica di vicepresidente per due stagioni. Galliani racconta di come per lui e Berlusconi la mancanza di calcio stava diventando asfissiante, e l’acquisto del Monza è la scelta ideale per non compromettere il rapporto d’amore con il Milan. Dopo il romanticismo di Galliani arriva l’utopismo di Berlusconi, che afferma di volere una squadra composta da giocatori senza capelli lunghi, barba, tatuaggi e orecchini, rigorosamente tutti italiani che dovranno girare per la città vestiti a modo, scusarsi in caso di fallo e trattare l’arbitro come un signore. Ora, più che una squadra di calcio Berlusconi sembra voler costruire un universo parallelo dominato solamente dalla sua visione del mondo, e tutto questo elenco di pregiudizi appare un po’ anacronistico. Sarebbe stato più semplice dire: “Comprerò dei giocatori forti per andare in Serie A” ma Berlusconi è tutto tranne che un uomo banale.

Marco Zaffaroni, l'uomo che ha riportato a Monza sogni di Serie B

Ma qual è il contesto tecnico e tattico all'arrivo di Berlusconi e Galliani? L’allenatore dei Brianzoli è Zaffaroni, artefice della risalita tra i professionisti e del consolidamento nel campionato di Serie C, con ambizioni di Serie B. Durante la sua gestione il modulo di riferimento è il 4-4-2, ma in qualche occasione impiega anche il 3-5-2. Zaffaroni  imposta una squadra che da priorità alla fase difensiva, privilegiando fasi di difesa posizionale ad un recupero alto del pallone attraverso il pressing, e che punta a minimizzare i rischi di una costruzione elaborata dal basso, non facendosi problemi a calciare lungo sotto pressione. Il Monza subisce in media appena 3,5 tiri a partita e solamente 5 volte in tutta la stagione prende più di un gol. Termina il campionato con una media di xG subiti a partita di 0.73, chiudendo come miglior difesa del torneo. Se però gli xG subiti sono spesso piuttosto bassi, gli xG prodotti - media di 1.18 a partita - e i gol segnati non hanno fatto registrare sempre numeri elevati. Infatti un difetto del Monza di Zaffaroni è la poca varietà di soluzioni offensive.  Lo sviluppo del gioco del 4-4-2 passa prevalentemente dalle fasce, dando molta importanza ai duelli individuali. Gli uomini più rilevanti sono l’esterno sinistro D'errico, il giocatore più qualitativo del Monza, che parte da sinistra ma ha libertà di convergere e creare nella trequarti. I suoi spunti sono fondamentali per creare superiorità numerica, fa sempre registrare un alto numero di dribbling tentati a partita, con una percentuale di successo che molto difficilmente scende sotto il 65 %.  A destra corre Luca Giudici, sempre largo per dare ampiezza e riempire di cross l’area di rigore. Il 9 è Sasha Cori, che con il suo metro e novanta è il destinatario dei lanci per risalire il campo, del lavoro spalle alla porta per dialogare con i compagni e dei rifornimenti in area.

La difficoltà maggiore per la squadra è recuperare quando va in svantaggio e deve attaccare difese schierate. In tutto il campionato più i play off solo 3 volte è riuscita a pareggiare o rimontare, su 14 volte che è andata in svantaggio.  Un esempio è proprio il secondo turno di play-off contro il Piacenza, dove va in svantaggio subito per un errore difensivo individuale e comincia un assedio di 90 minuti dove tira 19 volte ma solo 2 in porta, producendo 0.54 xG.  Si arriva quindi a questa stagione , dove nelle prime partite del campionato 2018-2019 totalizza 3 vittorie, con 4 gol fatti e zero subiti. L’arrivo di una figura importante e ingombrante come Berlusconi fisiologicamente crea qualche disequilibrio. La proprietà rassicura di non voler stravolgere la situazione ma dal 28 settembre il Monza inanella una serie di risultati negativi mai visti sotto la gestione Zaffaroni, con due punti in cinque partite. La fascinazione per il gioco offensivo dell’ex Presidente del Consiglio è cosa nota, e al primo periodo di crisi coglie l’occasione per esonerare Zaffaroni e piazzare uno dei suoi uomini, Christian Brocchi. Il paradosso è che nelle ultime partite la squadra di Zaffaroni, nonostante i brutti risultati, aveva aumentato la sua influenza offensiva, come nel match che è costato la panchina al tecnico, lo 0-1 in casa contro il  Teramo in cui i brianzoli calciano 24 volte creando 2. 49 xG. Secondo la statistica avrebbero dovuto fare almeno 2 gol ma hanno raccolto praticamente niente di quello che hanno prodotto, a causa di errori di finalizzazione dei calciatori. Non si sa se questa crescita delle statistiche offensive fosse un cambiamento della filosofia di Zaffaroni, anche favorito da un aumento della qualità del parco attaccanti dopo il mercato estivo, o soltanto una contingenza dovuta al dover recuperare le partite, ma non lo sapremo mai.

Il numero 10 del Monza sa fare questo

Oltre all'allenatore vengono ufficializzati i primi nuovi acquisti: il trequartista Simone Iocolano (spoiler:  ha tatuaggi e capelli lunghi) che si aggrega subito alla prima squadra, il centrocampista ex Hellas Verona Fossati che potrà iniziare a giocare da gennaio, insieme all'altro centrocampista Fillipo Lora, ex Cittadella con esperienza in Serie B. Un taglio traumatico è stato effettuato in porta, con Liverani, titolare nella gestione Zaffaroni e tra i più anziani nello spogliatoio, messo ai margini del progetto tecnico dopo la brutta prestazione contro la Ternana e sostituito da un altro nuovo acquisto, l’estremo difensore Enrico Guarna, anch'egli con trascorsi in serie cadetta. L’aria che si respira a Monza è quella di una rivoluzione in arrivo, con pochi calciatori certi della riconferma nel nuovo progetto tecnico. In questo contesto non facile Brocchi sta provando a dare una nuova identità alla squadra.

La disposizione tattica di Brocchi: un trequartista e due punte, come piace a Berlusconi

Con Brocchi cambiano il modulo e i princìpi di gioco. L’allenatore milanese ha introdotto fin da subito il 4-3-1-2, e sta cercando di costruire una squadra più offensiva. Il fulcro del gioco passa dalle fasce al centro, la costruzione dal basso è provata con più insistenza, con il mediano Guidetti che in qualche occasione vediamo abbassarsi tra i centrali di difesa per creare superiorità numerica e per permettere ai terzini di alzarsi. Proprio la spinta dei terzini è fondamentale per garantire ampiezza nel centrocampo a tre, con Adorni e Origlio chiamati a corse profonde lungo la fascia. In mezzo insieme a Guidetti viene scelto un altro centrocampista, Palesi, e un uomo con qualità più offensive. Vengono impiegati mezzali due volte D’Errico e due volte Giudici. Quando Brocchi ha mandato in campo un attacco con meno centimetri dovuto all'assenza forzata di Cori la manovra è volta a far arrivare il pallone basso per gli attaccanti, che tendono a giocare molto vicini in zona palla, con il trequartista che gli gioca dietro per favorire le combinazioni nello stretto. Da mezzala D’Errico ha portato la sua qualità anche in zone più basse di campo, senza che questo però abbia modificato la sua influenza in attacco, e con Brocchi arrivano i primi due gol della sua stagione. Queste nuove informazioni tattiche per ora non hanno portato ad un cambio di marcia, infatti nell'ultimo mese il Monza ha aggiunto alla sua classifica solo 5 punti e non vince in casa dal 26 settembre. I brianzoli stanno ancora metabolizzando il cambiamento e non sempre Brocchi o la squadra sono rimasti fedeli ad i nuovi principi. Nella costruzione dal basso serve più precisione, qualità nei passaggi e smarcamenti, che sono stati aggirati tornando a lanciare lungo per le punte. La presenza di più qualità dall'inizio e di più giocatori tra le linee non ha ancora portato i benefici offensivi sperati, in 5 partite il Monza ha totalizzato 5.69 xG segnando 5 gol. Se il vecchio Monza faticava a recuperare lo svantaggio ma era abile nel capitalizzare anche solo un gol segnato, questa prima nuova versione di Brocchi presenta il problema opposto: nelle 5 partite il Monza è andato in vantaggio per 4 volte, facendosi riprendere in 3 occasioni. La flessione più evidente è nella fase difensiva, che non viene più effettuata con due linee compatte da 4 ma cerca di essere più propositiva, lasciando più alti i 3 giocatori offensivi con compiti di disturbo dell’inizio azione avversario e di schermo sul mediano. I tre centrocampisti non sempre sono riusciti a coprire ottimamente gli spazi di mezzo e l'ampiezza, e la squadra ha sofferto i cambi di gioco sul lato debole. Un esempio è il gol di Marilungo che ha portato in vantaggio la Ternana al Brianteo. La squadra è stretta in zona centrale ma Defendi non ha nessuna pressione e può aprire con precisione sulla sinistra, dove il terzino ha tutto il tempo e lo spazio per controllare, guardare in mezzo e crossare. I biancorossi in cinque partite hanno subito 8 gol, praticamente in linea con i 7.78 xG subiti totalmente. Nell'ultima partita pareggiata contro l'Imolese Brocchi ha adottato un 4-3-3, che forse si adatta meglio alle caratteristiche dei giocatori presenti in rosa e permette una migliore copertura del campo in fase difensiva.

Se il Monza vuole veramente tracciare una nuova strada tattica servirà tempo e pazienza, e i nuovi giocatori destinati ad arrivare nella finestra invernale potranno innalzare la qualità tecnica, fondamentale per mettere in pratica le idee del nuovo allenatore.


  • Luca Sausa nasce nel 1996 a Milano, vive a Monza ma è di origini meridionali (Sicilia e Puglia). Un passato da giocatore di tennis, si innamora del calcio a tal punto da provare a farne un lavoro per tre motivi: i gol di Alessandro Del Piero, le partite del Barcellona di Pep Guardiola e qualsiasi cosa fatta da Federico Buffa.

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