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, 17 Ottobre 2018
3 minuti

Top of the Flop, Settembre


Amisci è con colpevole ritardo, lo ammetto, che torno a battere un colpo. Ho due promesse iniziali, due dichiarazioni d’intenti. La prima: sarà una cosa intima come ai vecchi tempi. La seconda: sarà veloce come non deve essere mai il buon sesso. Questo sarebbe dovuto essere una sorta di Top of the Flop del mese di settembre, siccome siamo a metà ottobre, vi lascerò alcune considerazioni “a cavallo” dei due mesi, in attesa, dei vostri commenti e anche di qualche sagace improperio.


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Ho pensato con quale nome aprire questo pezzo, vorrei dirvi che è stata una riflessione ragionata ma la realtà è che Piatek è stato troppo più crack di chiunque altro, Cr7 compreso. Il polacco è inespressivo come Ornella Vanoni all’ultimo Sanremo ma è uno di quei fottutissimi giocatori (per gli altri) che è perseguitato dal goal, che infatti realizza in qualsiasi modo. Una sentenza, un’assicurazione che funziona senza spillare soldi. Preparatevi perché se non sarà Gennaio a Luglio e Agosto si sprecheranno milioni e fanta milioni per fargli cambiare casacca (io al fanta ce l’ho #tiè). Sorvolo elegantemente sulla sua esultanza da Brazzers.

Serie A + Coppa Italia + Nazionale: quest'anno ogni volta che Piatek è sceso in campo in partite ufficiali, ha fatto gol.

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Cr7 dicevamo poi, dopo le prime tre partite d’ambientamento dovute più che altro alla necessità degli altri 10 di capire come servirlo al meglio Cr7 ha aperto la vena e non s’è fermato più. Accuse e invidie varie non l’hanno scalfito ma anzi ci hanno regalato un portoghese mai così generoso coi compagni. Un’ulteriore evoluzione che la Juventus merita di godersi nonostante sia evidente l’ingerenza politica di altri profili nella vita dell’asso portoghese e in quella della società bianconera.

Dulcis in fundo, più di tutti, merita una menzione il redivivo Gervinho, il Benjamin Button della Costa D’Avorio. Il conta chilometri segna sempre la stessa velocità ma scala gli anni invece di aumentarli. La prestazione contro l’Inter e il goal contro il Cagliari le gemme più brillanti di una corona già da paura.

Flop

Passando ai flop invece e volendo tralasciare realtà (colpevolmente) sfortunate come il Chievo e il Frosinone, il dito lo puntiamo contro Milinkovic-Savic meno in condizione di Berlusconi quando accusava gli immigrati di intrufolarsi nelle case degli italiani per rubare l’olio dal frigo. Al buon Sergej non è la patonza a far girare la testa ma il rinnovo Lotitiano e soprattutto le voci inglesi e spagnole che si rincorrono. Dovesse continuare così l’unica voce che sentirà sarà quella di un sempre verde Ciccio Graziani, Cervia style.

Grande Ciccio.

Insulti a mezza bocca anche per il presidente del Genoa Preziosi che galvanizzato dall’aver pagato Piatek due banane ha esonerato Ballardini per ragioni di vanvera. In un colpo solo si è prodotto in un fallo da dietro che manco Roccone Siffredi e ha zappato lo scettro di mangia allenatori al buon Maurizione Zampa Zamparini. Ma bravoooo.

Per quanto riguarda l’Europa la situazione non è mai stata così succosa: Maurizione Sarri ha portato il sarrismo in Inghilterra e gli amici bretoni ce stanno a rota. Non così bene sta invece procedendo l’antico combattente Josè da Setubal, passato negli ultimi anni dal ruolo di profeta a quello di impostore.

Mou che però non molla. Accidenti se non molla...

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In Spagna era dal primo anno della vittoria a tre punti che la prima in classifica non ne aveva così pochi. Sicuramente ci saranno vari motivi dietro a questo accadimento, ma Zidane e Cr7 gongolano che è un piacere. Stessa storia per il Bayer Monaco che non sa più vincere, immagino che a CruccaLandia si stiano iniziando a ricordare le parole di un certo Carletto “Vinco le finali” Ancelotti.

Come sempre: fine delle trasmissioni.
Per ora.


Autore

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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