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18 Settembre 2018

Max Verstappen: pilota controverso in un mondo omologato


Quante volte guardando la Formula 1 hai cambiato canale dopo la partenza e i primi giri? O peggio ti sei addormentato sapendo che il risultato non sarebbe cambiato? Beh adesso non puoi più farlo, perchè adesso c'è un ragazzo, olandese in RedBull Racing, che ha deciso di rompere gli schemi, di essere l'imprevisto durante la gara e di ridare (finalmente) una nuova vita al questo sport, il suo nome è Max Verstappen.


Negli ultimi anni la Formula 1 sembrava essere diventato uno sport per pochi, le gare avvincenti e i testa a testa memorabili hanno lasciato spazio alla meccanica e alle strategie di scuderia. Tutto questo è andato a discapito dello spettacolo. Eppure, qualcosa sta cambiando, qualcosa e qualcuno sta provando a ridare lustro, emozioni e spettacolo alla competizione.

Senz’altro i protagonisti indiscussi e i principali fautori di questo cambiamento sono Hamilton e Vettel che in questa stagione (e anche nella scorsa) hanno dato vita a duelli che ai molti hanno ricordato quelli tra Schumacher e Häkkinen, anche se finora, malauguratamente per i tifosi del cavallino, il pilota britannico sta avendo la meglio. Tuttavia, c’è un altro protagonista di questo cambiamento, un personaggio discusso e criticato, amato e odiato, spesso al centro di attenzioni mediatiche e non sempre a causa delle sue vittorie, questo pilota è Max Verstappen.

L’olandese classe ’97 è entrato nella F1 nel 2015 con la ToroRosso divenendo il più giovane pilota della storia a sedersi su una monoposto prima e ad andare a punti poi. Numero 33, casco rigorosamente arancione con la sagoma del leone, simbolo della sua madre patria, è piombato nel mondo delle corse automobilistiche in maniera rumorosa, senza paura, a piede a martello, con la consapevolezza di avere un gran talento e l’incoscienza di un ragazzo che non ha niente da perdere. Ha una guida aggressiva e decisa, talvolta sopra le righe, talvolta eccessivamente spregiudicata, a volte efficace, a volte però dannosa per sé e per gli altri. Proprio questo eccesso di generosità gli è costato diverse critiche da parte di addetti ai lavori e tifosi, in una recente intervista Ecclestone ha dichiarato che a causa della sua guida senza compromessi nessun campione del mondo lo vorrebbe come compagno di squadra.

Ora, chi la Formula 1 la segue come una fede, il tifoso per intenderci, non ama Verstappen: lo vede come un problema, come una miccia che potrebbe esplodere da un momento all’altro, probabilmente non sarà d’accordo neanche con quanto scritto qui. In quest’articolo però si vuole dare una visione di questo sport che non sia da tifoso, ma da appassionato, e chi la Formula 1 la vive con spensieratezza e con la voglia di divertirsi, non può non amare l’olandese, perché lui dà e crea spettacolo, è l’imprevisto, quello che può cambiare le carte in tavola.

Verstappen è un ribelle, uno a cui le regole stanno strette, che non ha paura di dire “No” ad una indicazione del team radio, che a Monza perde la posizione su Vettel dopo la penalizzazione solo perché Bottas non doveva passarlo in pista. Forse è un incosciente, un ragazzino, ma è uno vero,  che ha voglia, passione e spregiudicatezza e ha ridato un po’ di vita ad uno scenario che era diventato fin troppo statico.

Personalità come la sua sono sempre al centro di discussioni e dividono sempre le opinioni in due: con lui o contro di lui. Ma tutto questo non sembra importargli: Max va più veloce che può, senza pensare troppo alle conseguenze. Dritto verso l’obiettivo, si diverte, ma soprattutto ci diverte.

E allora lunga vita ai ribelli, lunga vita ai “Verstappen” perché a volte per raggiungere un obiettivo e per divertirsi un po’ qualche schema bisogna romperlo.


  • Andrea De Amicis, nasce a febbraio del '96. Laureato in Economia Aziendale frequenta un corso di laurea magistrale in "Management e sostenibilità d'impresa". Studente per professione (per ora), portiere per diletto, cresce in Puglia con una grande passione per il calcio, la F1, il basket. Tifoso del Lecce e dell'Inter, il cuore appartiene a Zanetti, Milito e Toldo così come a Chevanton, Giacomazzi e Rosati.

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