La "nuova" Juventus
Cosa è cambiato per la Juventus con il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3?
Procediamo con ordine.
Dopo la sconfitta di Genova e le conseguenti critiche, Allegri ha deciso di dire addio al 4-2-3-1 che tanti benefici aveva dato lo scorso anno ed ha optato, a partire dalla sfida con il Barcellona del 22 Novembre, per un 3-4-1-2 che in fase di non possesso tendeva naturalmente al 4-4-2. Sappiamo bene come uno delle migliori qualità dell'attuale tecnico della Juventus sia la flessibilità tattica, ma in pochi si sarebbero aspettati un graduale passaggio a quello che attualmente possiamo definire, con le varianti del caso, un 4-3-3: un accorgimento che sembra studiato anche per agevolare gradualmente l'inserimento dei nuovi acquisti in rosa, D. Costa e Matuidi su tutti.
Il 4-2-3-1 era stata una "intuizione tattica" (situazione che, se vogliamo azzardare, con le giuste proporzioni non è riuscita a Rijkaard con Messi, Eto'o, Henry e Ronaldinho) utile soprattutto a far coesistere 4 giocatori offensivi; questo nuovo modulo era agevolato dalla qualità di un D. Alves, un terzino-regista che permetteva di spostare il centro della manovra non solo sull'asse Pjanic-Dybala, ma anche in zone più esterne.
Con la cessione dell'ex Barcellona, con una solidità difensiva ed un Dybala da ritrovare, unite ed una condizione atletica non eccellente, Allegri ha cercato di sistemare le cose affidandosi gradualmente ai nuovi acquisti ed ad un cambio di modulo che comunque è frutto di situazione tattiche lasciate in dote dal 4-2-3-1: l'ormai consolidata posizione di esterno atipico di Mandzukic, la fluidità della difesa (che passa da 3 a 4 in base alla posizione di A. Sandro, permesse da terzini più difensivi come Barzagli e De Sciglio), i frequenti cambi di gioco utili a costringere gli avversari a faticosi scivolamenti laterali e la consolidata funzione di Higuain come regista offensivo.
Spizzata di Mandzukic per Higuain e sponda per la conduzione Khedira concessa dall'Hellas in seguito ad un pressing alto andato a vuoto: un meccanismo di risalita implementato dal 4-2-3-1.
Con il nuovo modulo, ad inizio azione le mezzali devono ridurre i movimenti in verticale (es.: Khedira che cercava la posizione alle spalle del centrocampo avversario) ed andare invece ad allargarsi per ricevere dai difensori, in modo da allargare la manovra per poi servire esternamente D. Costa/Cuadrado/Bernardeschi o centralmente Dybala/Higuain/Pjanic, ed una volta consolidata la manovra offensiva andare a buttarsi in area sovraccaricando la zona centrale per ricevere i cross degli esterni.
Questo consente un ridotto coinvolgimento degli esterni alti ad inizio azione e permette a Dybala di limitare i movimenti incontro al portatore per pulire l'azione, permettendogli di giocare quasi da trequartista puro e convogliare quindi maggiori energie nella fase di rifinitura.
Khedira si allarga, Pjanic sempre al centro del gioco.
3 difensori ad impostare, A. Sandro più avanzato (non inquadrato), Dybala-Matudi attirano la pressione liberando la ricezione esterna di Khedira.
Juve Sporting dell'Ottobre 2017: una sorta di 3-3-1-3 ad inizio azione.
Dybala riceve direttamente dalla difesa: difficilmente con il 4-3-3 vediamo il verificarsi questa situazione.
La chiave di questo sta nell'incredibile dinamicità di Matuidi: il francese, che tecnicamente è un giocatore nella media, ha nelle doti una grandissima potenza aerobica che gli consente di svolgere al meglio molteplici compiti. Ha un ruolo marginale rispetto, all'altra mezzala, ad inizio azione (a causa di una visione di gioco ed un primo controllo abbastanza scolastici) ma è molto più determinante in fase di rifinitura, non certo in prima persona, ma bensì permettendo ai compagni di avere maggiori spazi in cui poter ricevere, questo grazie ad un moto perpetuo: l'ex Psg gioca semplice ed allarga esternamente, per poi inserirsi profondamente in area costringendo il diretto avversario a seguirlo e i difensori avversari a stringere o allargarsi in base alla loro disposizione, consente quindi ai compagni di avere maggiore libertà di manovra; è utile anche in fase di finalizzazione mediante inserimenti e seconde palle (vedi il gol contro il Bologna), situazioni conseguenti dei suoi movimenti verticali.
Inizio azione con 3 difensori + Pjanic, che resiste al pressing e serve Dybala (ora più coinvolto in fase di rifinitura), sugli sviluppi Matuidi allarga e si inserisce centralmente, liberando lo spazio per A. Sandro.
Ad aiutare direttamente i difensori in fase di palleggio sono Pjanic e la mezzala destra (Khedira/Marchisio), mentre Matuidi ha un ruolo marginale in questa fase, limitandosi a scaricare dietro o facilitare il lavoro dei compagni portando via gli avversari con i suoi inserimenti profondi.
Errore banale di Matuidi sul primo controllo e l'Hellas parte in contropiede: ecco perché il francese è poco utile in fase di costruzione.
Dei 3 centrocampisti il francese è quello con meno qualità come rifinitore, mentre i continui movimenti gli permettono di crearsi delle occasioni come finalizzatore; Khedira invece ha un ruolo diametralmente opposto, aiuta a consolidare la manovra, verticalizza e si butta in area per ricevere un eventuale cross e sfruttare quindi le sue doti di inserimento, sia in fase di situazione dinamica e sia in fase di attacco posizionale.
Khedira trova Lichtsteiner con un gran filtrante in mezzo a 2 avversari, Matuidi attaccherà l'area.
Questa posizione e libertà è il frutto del moto perpetuo dell'ex Psg: un tempo sarebbe stato chiamato "cursore di centrocampo".
La maturità del centrocampo a 3 è permessa anche dalla crescita di Pjanic come regista davanti alla difesa, in un ruolo che il bosniaco lo scorso anno non riusciva ad interpretare con qualità a causa della sua naturale tendenza a seguire l'azione, ma quest'anno l'ex Roma sembra davvero al centro del gioco e permette di dare una grande qualità al primo palleggio bianconero e di uscire più agevolmente da situazioni di pressing alto saltando più linee di pressione.
L'azione parte sempre dalla difesa, con il terzino destro che resta più bloccato, mentre A. Sandro si trova spesso in posizione più avanzata; se non si riesce ad impostare in modo pulito da dietro si punta sulla palla lunga per Mandzukic o sulla conduzione del terzino sinistro (o di Chiellini), che si abbassa sulla linea dei difensori.
Laser pass a saltare le prime 2 linee di pressione del Napoli.
Sebbene non si possa certo considerare un difensore dai piedi buoni, Chiellini ha una grandissima influenza in fase di costruzione: nell'immagine notiamo come serva, di prima e con il piede debole, una difficile palla vagante verso Asamoah. Questa permetterà al ghanese di poter crossare liberamente, sugli sviluppi nascerà il calcio di rigore fallito da Dybala.
Higuain gioca a muro per Pjanic, che su palla scoperta mette in crisi la retroguardia del Bologna, Mandzukic bravissimo nel finalizzare.
Fluidità della manovra, partendo dal portiere.
Il centrocampo a 3 permette inoltre a Mandzukic di limitare i ripiegamenti difensivi profondi, che ultimamente ne stavano limitando il rendimento, e concentrarsi maggiormente sulla fase offensiva, permettendogli di stazionare in area con più frequenza grazie all'ampiezza garantita da A. Sandro e dalla copertura fornitagli da Matuidi, fasi di gioco in cui ovviamente il possesso è consolidato.
Costa e Sandro in ampiezza, Higuain agisce da seconda punta, Mandzukic da prima punta.
Una delle tante critiche rivolte ad Allegri ad inizio anno riguardava l'impiego di D. Costa: conosciamo l'abitudine ad usare col contagocce i nuovi acquisti, centellinandone le presenze in modo da inserirli gradualmente tra i titolari, difatti tutt'ora il tecnico preferisce affidarsi a Cuadrado. Il colombiano garantisce una fase difensiva ed una lettura delle situazioni di gioco migliore rispetto al brasiliano, che comunque, arrivato con la fama di ala anarchica, sta ritagliandosi i suoi spazi grazie all'applicazione ed al miglioramento di entrambe le fasi di gioco.
Oltre alle fasi difensive, il colombiano è un giocatore più associativo del brasiliano e garantisce anche ottimi movimenti senza palla, oltre ad essere ovviamente già integrato nei meccanismi di squadra: occupa meglio gli half spaces, innesca il terzo uomo, si alterna con Dybala negli interscambi ed attacca con il giusto tempismo il lato debole e la profondità, movimenti che lo rendono utile anche in zona gol (es: il gol contro il Benevento, Sporting, ecc.).
Invece di appoggiare semplicemente a Pjanic D. Costa tenta un improbabile dribbling.
D. Costa non effettua la diagonale difensiva su Messi.
La marcatura preventiva di Cuadrado sullo stacco aereo del difensore bianconero.
Cuadrado innesca Pjanic.
Ecco come la catena di destra trova la profondità con il colombiano.
Molti gol dell'ex Fiorentina sono dovuti a queste situazioni.
D. Costa permette un ulteriore miglioramento, per quanto possibile, in fase di transizione positiva (es: gol di Higuain contro il Napoli) in quanto presenta migliori qualità del colombiano in fase di conduzione su spazi aperti, inoltre sembra poter giocare su entrambe le fasce, convergendo anche al centro per tagliare il campo internamente, mentre Cuadrado viene impiegato solo a destra.
La qualità di D. Costa nel tagliare internamente il campo ed aprire spazi da attaccare.
Senza dimenticare le qualità balistiche...
Uno dei problemi del nuovo modulo potrebbe essere la posizione di Dybala: dopo un periodo di appannamento, l'argentino sembra essersi ripreso, ma la sua collocazione in un 4-3-3 è ambigua.
Se ad allenarlo fosse un tecnico dogmatico sarebbe un bel problema, ma l'adattamento dei giocatori al modulo e la flessibilità che lo contraddistinguono permettono ad Allegri di poter trovare una giusta collocazione come esterno alto a destra o a sinistra, almeno sulla carta, mentre sulla pratica la sua posizione sarebbe quella di una seconda punta, cosi come lo abbiamo visto contro il Verona ed il Torino, con la libertà comunque di svariare su tutto il fronte offensivo. Considerando che anche con il 4-3-3 (o 4-3-2-1) la maggiore mole di gioco viene prodotta sulla sinistra, l'argentino potrebbe preferibilmente giocare sulla destra, ma in tal caso l'ampiezza deve essere garantita da un terzino che si proponga costantemente (Lichtsteiner), oppure giocherebbe come falso nove come contro il Genoa. Guardando le mappe di gioco sembra che, anche con la nuova disposizione, Allegri assecondi la sua tendenza a svariare su tutto il fronte, magari rispolverando il suo background come prima punta, avvenuta durante il suo primo anno in bianconero.
Valutazione e heatmap di Dybala su Sofascore.
FASE DI NON POSSESSO
Ma il vero nodo della questione in casa Juventus era risolvere la preoccupante tendenza a subire troppi gol, sicuramente non imputabile alla sola cessione di Bonucci: l'assenza dell'ex Bari, ha privato la difesa bianconera di un regista difensivo che permetteva di saltare il pressing offensivo degli avversari, mentre a livello puramente difensivo l'attuale giocatore del Milan non è mai stato un marcatore di buon livello, tutt'altro, ma ha nelle proprie caratteristiche una grande capacità di giocare spezzando le linee di passaggio, quasi come una sorta di libero, in modo da evitare il corpo a corpo puro ma cercare l'intercetto e l'anticipo, oltre alla grande qualità aerea che lo ha sempre contraddistinto.
I troppi gol presi sono stato il frutto di una errata comunicazione di reparto (è quì che probabilmente si nota effettivamente l'assenza di Bonucci, bravissimo a guidare la difesa) ma soprattutto di ciò che accadeva più avanti, e cioè di meccanismi di pressione che spesso e volentieri venivano saltati con troppa facilità, esponendo i difensori bianconeri a situazioni di palla scoperta sempre difficili da difendere.
Inoltre venivano concesse troppe seconde palle (respinte difensive) agli avversari, questo perché la difesa si schiacciava troppo sulla linea di porta ed i centrocampisti erano lenti nell'accorciare in avanti.
Nell'immagine notiamo come nasce l'1 a 0 di Messi durante Juventus Barcellona 0 - 3 del Settembre 2017: errore di posizionamento di Pjanic.
Simeone porta fuori posizione Barzagli, Asamoah troppo largo preoccupato da Gaspar, si crea lo spazio per l'inserimento di Gil Dias, che non viene seguito da Manzukic con il giusto tempismo.
Oltre alle mancanze (forse atletiche) di centrocampo e attacco nell'assorbire gli inserimenti e nel portare il pressing con il giusto tempismo, spesso i bianconeri hanno subito occasioni da gol a causa di banalissimi errori tecnici, imputabili forse ad una mancanza di concentrazione e cattiveria anche nelle giocate semplici.
Preludio al gol di Perica: passaggio pigro di Rugani per Khedira, che si fa anticipare troppo facilmente da Fofana.
Khedira sradica palla e apre la ripartenza dei bianconeri, ma Higuain è troppo egoista e perde palla: 5 giocatori della Juventus sono tagliati fuori ed espongono i difensori ad un pericoloso 4 vs 4.
Mandzukic regala inspiegabilmente palla al Benevento, ma la beffa non si concretizza solo grazie ad un grande intervento difensivo.
Il solo gol preso nelle ultime 11 partite dei bianconeri è dovuto al miglioramento di tutte queste situazioni evitabili, all'aggiunta di un centrocampista in più al posto di un attaccante, unite ad una crescita esponenziale di Benatia, probabilmente il miglior Benatia mai visto con la casacca bianconera: l'algerino viene preferito a Rugani poichè riesce a coprire meglio la profondità avendo un'ottima velocità di base, a differenza di Rugani che è molto più lento dell'ex Bayern ma magari è un difensore più tecnico, cerebrale e adatto a fasi di difesa posizionale bassa.
La reattività e velocità di Benatia su Verde.
Su rimessa dal fondo spesso Benatia avanza sulla linea dei centrocampisti per garantire una migliore capacità aerea.
La Juventus difendeva e difende tutt'ora con una difesa a zona orientata sull'uomo, ma anche qui c'è molta flessibilità, infatti spesso i difensori escono ben oltre la loro zona di competenza per seguire le punte avversarie, soprattutto contro squadre che mirano molto all'innesco del terzo uomo (il play maker avversario).
Benatia sempre pronto ad anticipare Mertens, Dybala scherma Jorginho.
La crescita delle prestazioni difensive ha aiutato anche De Sciglio: l'ex Milan è stato accolto con molto scetticismo, soprattutto dopo l'errore al debutto (in cui si è fatto bruciare da Lukaku) ma quando è stato impiegato ha dimostrato di essere all'altezza del contesto.
De Sciglio legge il movimento classico di Callejon nella sua zona cieca.
Marcatura preventiva di De Sciglio su transizione negativa.
La Juventus, in fase di non possesso, si colloca con un 4-4-2, che può diventare 4-1-4-1 o 4-5-1 in base alle scelte dei giocatori: spesso è Matuidi ad affiancare Higuian e ad uscire forte sul portatore, mentre altre volte è Dybala ad affiancarsi all'argentino; il pressing offensivo mira ad impedire un primo palleggio pulito e spesso costringe gli avversari al rinvio lungo, ma i bianconeri non disdegnano anche fasi di difesa bassa, con linee strette e serrate ad impedire la profondità ed il gioco tra le linee, questo ancora una volta a dimostrare come i bianconeri sappiano interpretare più spartiti, anche all'interno della stessa gara.
La Juventus compatta centralmente, concede solo le fasce al Milan
Pjanic e Matuidi si scambiano la marcatura di Nainggolan, muovendosi sulle linee d'anticipo del belga.
4-4-2 in fase di non possesso: Matuidi accanto a Higuain, Dybala si abbassa sulla linea dei centrocampisti.
4-5-1 in fase di non possesso.
La difesa sui calci d'angolo e sui piazzati della Juventus è rimasta invariata. Si attua una disposizione mista: solitamente 3 uomini a zona (vertice alto, vertice basso e disturbo su chi calcia) e 5 o più a uomo, in base a quanti avversari vengono a saltare.
Con questa nuova disposizione Allegri (che conosce bene la gestione di un centrocampo a 3) sembra aver dato la svolta alla stagione, un po' come lo scorso anno con il passaggio al 4-2-3-1 schierato contro la Lazio.
Oltre a Szczęsny, anche Bernardeschi e Bentancur stanno gradualmente ritagliandosi sempre più spazi: il primo come vice Pjanic, abbinando una grande tranquillità palla al piede ed un ottimo senso della posizione, tipico del "volante" sudamericano, mentre l'ex Fiorentina può contare sulla grande duttilità che gli permette di poter giocare in ogni posizione nei 3 davanti, preferibilmente a destra dove può rientrare ed andare al tiro.
Anche dalle statistiche su Squawka si può apprezzare la bontà del cambiamento: fino alla gara con la Samp 14 gol presi, media di 1 a partita, mentre nelle ultime 7 gare di serie A appena 1.
Seguiremo con curiosità come proseguirà la stagione dei bianconeri, le premesse per una grande stagione ci sono tutte.
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