
- di Angelo De Vanna
Milan Juventus: la classe non è acqua
Ritorna a San Siro una delle gare con più fascino in serie A, un classico da sempre, che oggi più che mai vede contrapporsi due compagini altalenanti sul profilo del gioco. Il Milan, partito in pompa magna dopo la cospicua campagna acquisti, ha deluso le attese nonostante l'ultima vittoria sul Chievo, ed il simbolo di questo iniziale fallimento tecnico e tattico è l'emblematico Bonucci. I bianconeri invece dietro si rivelano meno solidi del solito (solo 3° miglior difesa) ma sono molto più prolifici in avanti (31 gol fatti, più del Napoli) e sembrano in ripresa rispetto alle gare con Atalanta e Lazio, in cui sono stati eccessivamente criticati.
Vediamo brevemente le caratteristiche tattiche delle due squadre prima di analizzare la partita. Una partita equilibrata, in cui sono stati i rossoneri ad avere il pallino del gioco, ma la qualità dei bianconeri ha fatto la differenza.
Tatticamente parlando il problema principale dell'attuale Juventus è la pressione sul play maker avversario, pressione spesso effettuata con un tempismo errato che porta a saltare le prime due linee di pressione e quindi a concedere spazio tra le linee agli attaccanti avversari (esempi lampanti: i due gol incassati con la Lazio), quindi i gol incassati non sono responsabilità unica del reparto difensivo, ma sono l'effetto domino di ciò che accade più avanti (esempio: il gol di Paloschi sugli sviluppi di un angolo, l'angolo nasce da un banalissimo errore di Bentancur)
Il Milan invece è passato alla difesa a 3 probabilmente migliorare l'efficienza di Bonucci ( più utile ad impostare ed a tagliare linee di passaggio che nella marcatura pura), ma i 2 centrali di lato non si sono rivelati all'altezza, soprattutto Zapata, un giocatore potenzialmente adatto ad una difesa a 3 ma che soffre tremendamente le fasi di difesa posizionale a causa di un'attenzione ed una reattività inadeguate per la serie A; inoltre Biglia non riesce a prendere in mano il gioco e costringe Kessie a stare basso ed aiutare i difensori (compito non congeniale: vedi il gol subito da Birsa). Aggiungiamoci che Suso non riesce a trovare la posizione da seconda punta se non partendo da sinistra, gli esterni non riescono mai a saltare l'uomo e si soffre tremendamente l'ampiezza quando gli avversari consolidano il possesso palla, costringendo i rossoneri a difendere con un 5-3-2.
La partita
Montella schiera i suoi con un 3-5-2: Zapata, Romagnoli e R. Rodriguez in difesa, Abate, Kessie, Biglia, Suso e Borini a centrocampo, Çalhanoglu e Kalinic in attacco.
Allegri con il solito 4-2-3-1: Rugani e Chiellini davanti a Buffon, Lichtsteiner e Asamoah ai lati, Pjanic e Khedira davanti alla difesa, Mandzukic, Cuadrado, Dybala e Higuain in avanti
Il modulo dei rossoneri si modella in base alla posizione di Abate, che in fase di possesso si allinea alla linea dei centrocampisti formando un 3-4-2-1 e 3-5-2, mentre in fase di non possesso scende sulla linea dei difensori in un 4-1-4-1 e 4-4-2 (Biglia davanti alla difesa a chiudere gli spazi per Dybala, con Çalhanoglu che scende accanto a Kessie); idem per i bianconeri con Aasamoah, anche se ieri il ghanese ha limitato le sue avanzate.
Milan che prova a fare la gara, approfittando di una Juve che fa scattare il pressing solo a ridosso del centrocampo, eccetto le situazioni statiche di rinvio dal fondo, in cui i bianconeri marcano i difensori rossoneri. Pjanic segue Çalhanoglu tra le linee, Dybala e Higuain mettono in zona d'ombra Biglia e Kessie, gli unici che riescono a ricevere sono gli esterni Abate e Borini, che però sono spesso troppo schiacciati all'indietro.
Il palleggio dei rossoneri però non è mai fluido e coinvolgente e spesso si conclude con R. Rodriguez (il regista difensivo del Milan) che cerca i movimenti in profondità di Kalinic; in queste fasi si può notare chiaramente il momento negativo di Biglia, che non verticalizza mai e si limita sempre alla giocata semplice, e alle scarse doti tecniche di Zapata, che ha un ruolo marginale in fase d'impostazione, ma è utile (forse oggi più di Musacchio) a reggere lo scontro fisico con Mandzukic. I rossoneri, nonostante superino abbastanza agevolemente la pressione di Dybala ed Higuain, non riescono mai a trovare Çalhanoglu tra le linee o ad arrivare sul fondo, riescono a rendersi pericolosi solo quando Suso si abbassa a ricevere liberandosi della gabbia di Mandzukic e Asamoah.
Khedira prende la posizione di Chiellini, uscito a raddoppiare Suso
Situazioni su corner: Milan con Romagnoli e Kessie che attaccano il primo palo, Kalinic centralmente e Zapata sul secondo palo, Juve con Khedira che attacca il primo palo, Mandzukic in area piccola, Chiellini e Rugani ad entrare ed Higuain sul secondo palo. Entrambe le squadre marcano a zona.
Il gol di Higuain arriva al 22' con azione veloce in vericale: possesso palla consolidato dei bianconeri, che costringe i rossoneri ad abbassarsi, Pjanic trova Dybala con un laser pass, con Biglia che non riesce a schermarlo: l'argentino con un primo controllo fantastico si gira e serve Higuain, nessuno dei 2 centrali esce in modo deciso e l'argentino insacca il vantaggio; impressionante la velocità d'esecuzione dei due argentini nell'azione, anche se Biglia poteva certamente fare di meglio nel chiudere lo spazio al 10 bianconero.
Il Milan si rende pericoloso con un'ottima azione al 25', dove Biglia (spesso in mezzo ai 2 centrali in fase d'impostazione) trova Çalhanoglu nello spazio tra Cuadrado e Pjanic, il turco serve Kessie (che galleggiava tra Mandzukic e Khedira) e trova la profondità con Abate, con Mandzukic che si accorge in ritardo del'avanzata alle sue palle del capitano del Milan, il cross rasoterra in mezzo trova un grande intervento di Rugani che anticipa Kalinic.
L'utilità di Kessie in fase di rifinitura
La differenza tra le due squadre nella manovra la fa Dybala, che riesce sempre a ricevere ed a pulire qualsiasi pallone, mentre il Milan non hanno nessun giocatore che riesca a svolgere questo compito.
L'occasione più ghiotta per il Milan arriva sul finire del primo tempo, con R. Rodriguez che arriva sulla trequarti liberamente in quanto Cuadrado stringe troppo seguendo Çalhanoglu; l'ex Wolfsburg cerca Kalinic con una palla alta in profondità, che viene spizzata da Çalhanoglu ed arriva alla punta, Chiellini è mandato fuori tempo dall'intervento del turco: l'ex viola colpisce la traversa da pochissimi metri, complice anche la difficoltà a mettere giù questa palla e sugli sviluppi Rugani è molto reattivo nel chiudere il tap-in di Çalhanoglu.
Il canovaccio tattico della gara non cambia con la ripresa e vede sempre il Milan impostare senza mai creare superiorità posizionale, con i due esterni rossoneri che potrebbero sfruttare il lato debole scoperto dei bianconeri a causa di una grande compattezza centrale e tra le linee.
Abate poco propositivo, Borini potenzialmente pericoloso se servito bene, i 3 attaccanti rossoneri tra le linee in attesa di una palla giocabile
La Juventus non sempre riesce ad appoggiarsi ad Higuain, contenuto bene da Zapata mentre Kalinic non riesce a ricevere direttamente da Abate e Rodriguez, con l'ottima guardia di Chiellini e Rugani: in queste fasi di stallo in cui le estremità delle 2 squadre non riescono a vincere i duelli con i rispettivi marcatori, sono gli intermezzi a dover fare la differenza, ma mentre il tandem Pjanic-Dybala riesce ad assicurare qualità nelle poche fasi di possesso, Biglia e Kessiè non riescono a fare altrettanto e quindi tutto il peso creativo ricade su Suso, pericoloso solo quando ad isolarsi e puntare Asamoah.
Milan che muove velocemente la sfera in orizzontale e riesce a trovare Suso in 1 vs 1 con Asamoah, Mandzukic, in ritardo nel raddoppio
Col passare dei minuti cala l'intensità del pressing del Milan ed i difensori bianconeri riescono ad impostare con più qualita, soprattutto con Chiellini che trova Mandukic nel corridoio verticale tra kessie e Suso, ma anche con Cuadrado e Pjanic a giocare a muro per poi trovare il terzo uomo (Dybala).
Tutto ciò si riflette sul raddoppio di Higuain: pressing offensivo del Milan, bianconeri bravissimi a giocare nello stretto e ad allargare su Asamoah che ha una prateria ed arriva sulla trequarti supeando facilmente Borini, passa a Dybala che con un velo intelligente fa arrivare la palla ad Higuain, l'argentino elude Rodriguez e con un gran tiro batte Donnarumma; ancora una volta la qualità dei bianconeri ha fatto la differenza.
Il pressing di 4 giocatori del Milan mandato a vuoto, prateria per Asamoah, Locatelli in ritardo su Dybala e Antonelli troppo largo
Locatelli e Antonelli subentrano e Biglia e Abate, con Borini che va sulla destra, ma i cambi non fanno la differenza, anzi il Milan dà segnali di frustrazioni con Borini che si intestardisce nel cercare di arrivare da solo sul fondo e col tiro velleitario di Çalhanoglu. A. Silva sostitusice Çalhanoglu mentre per la Juve Barzagli subentra a Lichtsteiner e Matuidi a Khedira.
Nei frangenti finali i bianconeri prendono campo, agevolati dall'atteggiamento del Milan, che comunque non sembra avere la ferocia di una squadra che sta perdendo in casa per 2 a 0.
La differenza l'hanno fatta gli interpreti (qualità delle occasioni gol a favore del Milan) e l'atteggiamento in fase di non possesso, in quanto sarebbe troppo semplice attribuire la vittoria alla differenza tra Pjanic e Biglia, ma bisogna rimarcare le qualità dei centrocampisti bianconeri nello spezzare le linee di passaggio per Suso e Çalhanoglu, qualità spesso sottovalutate ma oggi decisive.
Inoltre oggi da notare la grande prestazione di Zapata che non ha permesso una sponda aerea a Mandzukic: il colombiano è adatto ad una difesa alta, ma soffre le fasi in cui deve difendere in area (fasi che oggi non si sono viste in quanto è stato il Milan a fare la partita). Pessima partita per Biglia e Kessie: il primo sta deludendo perchè non riesce a dare qualità alla manovra, qualità che invece riusciva a dare alla Lazio mentre per il secondo il discorso è diverso. Nell'Atalanta di Gasperini faceva la differenza perchè erano rare le situazioni in cui si trovava ad impostare ricevendo dai difensori, mentre era decisivo in fase di rifinitura, nell'inserirsi in area e nelle situazioni di in cui fuoriusciva la sua forza fisica, nel Milan invece gli vengono affidati compiti di regia che non gli si addicono e che palesano alcune lacune tecniche (esempio: il primo controllo) che erano mascherate dalla sua posizione più avanzata.
Insomma, il Milan ha fatto una buona gara, volenterosa e coraggiosa, ma c'è tanto da lavorare per Montella e il tempo è poco, mentre Allegri può dirsi soddisfatto della tenuta difensiva e dei miglioramenti dei centrocampisti nelle uscite in pressing.
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Nato a Mesagne il 6/7/1995 ma vive ad Erchie. Laureando presso la facoltà di scienze motorie di Urbino, calcio-dipendente al punto da dedicarvi la propria carriera universitaria e non solo, si diletta nelle analisi tattiche. Tuttora calca i peggiori campi di provincia nei diversi campionati dilettantistici e, tra una scivolata ed una sportellata, trova anche il tempo di allenare i ragazzi e festeggiare i numerosi trofei che la Juventus gli sta regalando. Collaboratore Sportellate.it
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