
- di Jacopo Landi
Top of the Flop, 10a giornata
TOP
1) Icardi/Skriniar: Il primo quando gli altri 10 decidono di farlo giocare è una sentenza a tal punto che Renzi in vista delle prossime elezione sta pensando di comprarlo per la sua formazione di governo per poi spedirlo e riformare la giustizia. Tiro al volo, colpo di testa, finalizzazione. Vi dico solo che Wanda ormai non tenta neanche la scusa del mal di testa. Il secondo è il vero ministro della difesa interista. Biondo come un bagnino californiano, cattivo come Chuck Norris, ineluttabile come le cartelle esattoriali di Equitalia. Poi lo senti parlare in mixed zone e ti chiedi perché l’abbiano doppiato con la voce del gattino “Virgola”. #LavitadàLavitatoglie voto: rapsodia in (nero) blu
2) Mertens/Dybala: Due punizioni belle come le insta storie della Ratajkowski al mattino che sono quella mano non necessaria ma gradita alla natura per ricordarci che siamo uomini della foresta. Due sassate di una precisione chirurgica con i portieri che si alzano con un’aria sconfortata, la quale provoca un orgasmo, sotto l’orgasmo già in atto al culmine di due goal meravigliosi. #Gino&Michele voto: A qualcuno piace caldo
Una roba senza senso.
3) Suso: Tra chi sposta gli equilibri, gli occhi sempre più cerulei di Montella e gli spifferi dallo spogliatoio che a confronto il #GfVip è un ritiro spirituale per monaci francescani, esce Suso. Alto un metro e un bigino per la verifica di educazione artistica, è il vero cervello (e cuore) di questo Milan. Fantasia al potere e castagna sempre pronta a portare un po’ di gioia nei cuori (fin qui) eccessivamente martoriati dei tifosi rossoneri #Susino voto: Limone duro
FLOP
1) Bessa: Come in Serie A ci si possa produrre in un’uscita dall’area, palla al piede, così sconsiderata, la quale per altro genera un goal rompi acque di una partita fino a quel momento in equilibrio per me resta ancora un mistero. Come se già non fossi un Bessa qualunque…io capisco voler entrare nella TopOfTheFop, sento anche un certo orgoglio, lo confesso ma entrarci così da…se semo capiti. Bessa..per robe del genere rischieresti anche la convocazione nella nazionale Comici. #Mitomane voto: 41 bis
2) Mihajlovic/Lotito: Che il buon Sinisa sia in stato confusionale ormai è chiaro anche alla Gelmini nel suo rifugio sotto al Gran Sasso. Il problema è che qui non si parla di confusione. Qui si parla di ignoranza e spregio. Sinisa denota ignoranza e questo di per sé non è una colpa ma è una colpa fregiarsene. Sinisa: nel corso dell’umanità alcune tragedie hanno trasceso i popoli che le hanno subite per divenire patrimonio comune al fine che non si ripetessero. Il fatto che a tuo giudizio un argomento del genere meriti un trattamento di questo tipo mi permette di conferirti il premio #TacchinoDoro con la seguente motivazione “Caro Sinisa, il giorno della memoria non si dimentica, il giorno del ringraziamento…stai attento”.
A Lotito Claudio invece vorrei ricordare che per quanto sia vittima di un criterio senza senso quale quello della “responsabilità oggettiva” che si legge “Lo Stato non è capace di far fronte al problema della violenza nelle curve e scarica il barile sulle società”, avrebbe benissimo potuto dissociarsi dagli ultras e chiuderla lì. Se la presa di posizione mediante atto concreto per lui è una “sceneggiata” per noi lo è il fatto che abbia avallato questa iniziativa solo per riparare il club da possibili sanzioni federali.
In virtù di questa considerazione Lotito Claudio vince il premio “Schiena dritta ma in ginocchio”. #Passo falso voto: Squalificati
Diciamo che il regalo di Lotito non è stato particolarmente gradito dalla comunità ebraica romana.
3) Sau: Non solo non segni neanche il giovedì quando ti agevolano il compito mettendo in porta la salma di un furetto marchigiano, no, oltretutto nel corso della partita quando sei sul dischetto pensi bene di scialacquare il 75% del tuo bottino annuale tirando una ciofeca bulgara. A sediate nei denti per una settimana e poi vediamo con che cattiveria scendi in campo #Scimunito, voto: Ma lo Sau o non lo Sau
Fine delle trasmissioni. Per ora.
JL
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Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.
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