
- di Jacopo Landi
Top of the Flop, 5a giornata
Top
1) Mertens: Indispettito dalla perla di Dybala Paulo, da buon scugnizzo napoletano decide di rispondere a tono e decide di farlo nel primo big match della stagione partenopea. Apre la scatola della fantasia e tira fuori un lob da fuori, sotto l’incrocio che causa una paresi facciale alla difesa laziale simile alla nostra reazione quando in E.T. il marmocchio e il simpatico alieno decidono di far decollare una bicicletta. Il risultato di quella scena furono migliaia di bambini finiti all’ospedale con il sellino nel… il risultato di questa gemma saranno migliaia di palloni persi per le vie adiacenti ai campetti di periferia. Non importa. Un arcobaleno magico, una vittoria con classe. Continua così Dres, gesti di bellezza a casaccio e birre tracannate nelle esultanze. #magnifico
2) Verdi: L’Inter è più fuori forma di Vidal dopo i giovedì all’Old Fashion ma ciò non toglie che Verdi sembri un folletto di Fantaghirò. Continui strappi sulla fascia o in mezzo al campo. Sassate da qualsiasi posizione. Sul goal scaglia un fulmine di Pegaso che quando Handa si rialza prenota una seduta dallo psicanalista. Una rondine non fa primavera anche perché se la becca Verdi la secca in tempo 0.2. Continua così Simone, un piede di questo livello potrebbe farci comodo al mondiale. #sicario
3) Papu Gomez: Vedi le prime giornate e ti viene dubbio che si sia adagiato sputtanando i tuoi cospicui investimenti in sede di fantacalcio. In realtà deve solo trovare una nuova Papu Dance e a missione compiuta torna a rifilare castagne a destra e manca. Nello specifico ne piazza due in una gara “tiratissima” col Crotone che solo gli episodi decidono in favore dell’Atalanta. 6-1, Var, 5-1. Orsolini piange, il Papu torna a casa con due pere. #lavitadailPaputoglie
Flop
1) Joao Mario: Il dinamismo di un freschissimo Morris Carrozzieri misto al fiuto del goal di Anselmo Robbiati. Tutto questo in un solo giocatore per la modica cifra di 42 mln di euro e un po’ (#eunpo). Non ne becca una. Ciabatta l’unico passaggio decente di Candreva e per il resto si limita a seguire la biglia come un ubriaco la gnocca in discoteca. Al 50’ Spalletti lo toglie disperato e gli preannuncia la visita di tre fantasmi quella stessa notte. Vedi di ripigliarti Joao. #cantodiNajao
Bene ma non benissimo Joao...
2) Scuffet: Male Male, Scuffet mio, che te sta à succede? Va bene aver preferito prima e finito poi la scuola. Va bene che con Ali Adnan davanti il rischio di un attentato è sempre elevatissimo. Va bene che di Del Neri non si capiscono le indicazioni dagli anni ’60. E va bene anche che la difesa dell’Udinese è come offrire il Tavernello a un Friuliano. Ma prima prendi un goal alla Angelo Pagotto. E poi ne prendi un altro in compagnia di Hallfredsson che sembra uno stacchetto delle veline. Daje Scuffet non trucidare un così cristallino talento. #rinascitaorinascente
3) Gaspar: Senza Zuzzurro gli resta solo la capacità di chiusura difensiva e del fare le diagonali di un esperto Yuto Nagatomo. La Fiorentina gioca una partita maiuscola ma GFaspar decide che c’è bisogno di qualcosa di più frizzante e così guarda il Mandzu appena prima che parta in direzionee Sportiello e poi si volta, omertoso e mafioso, come in Gomorra. Io mi ero giocato l’1 con over 1.5…e tu ? #infame
Fine delle trasmissioni. Per ora.
JL
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Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.
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