
- di Jacopo Landi
Top of the Flop, 4a giornata
Top
1) Dybala: “E’ più forte di Me...” pungo secco ma ineluttabile. Ora, giusto per essere molto chiari: Messi è irraggiungibile. A mio modesto avviso il terzo giocatore più bello da vedere palla al piede dopo Il profeta del goal #jc14 e il sottoscritto. Maaaaaa Paulino che non è ancora un campione ma il più campione tra i progetti di campione è un giocatore di qualità, livello #VictoriaSecrets. Chi lo discute NON CAPISCE UN pene DI CALCIO. Il goal, il primo goal, che rifila al Sassuolo è oltraggioso già solo nella sua concezione. Nel pensiero. Come togliere le mutandine nel confessionale a quella che puntiamo dai primi anni ’70. Mi sento oltraggiato e mi piace. Grazie Paulino perché non tifo per la tua specifica squadra di appartenenza. Ma dopo il tuo goal mi hai dato una buona ragione per tornare in chiesa. #Atomico
In questo momento della stagione Paulo Dybala è il giocatore che ha realizzato più gol nei 5 maggiori campionati europei.
2) Kalinic: Antiestetico come una multipla, antipatico come rispondere con un rutto alla domanda “Qual è il tuo colore preferito ?”, sicuramente un degno erede di Inzaghi sia come non giocatore di calcio che come magnifico segnatore di goal pur non sapendo praticare il suddetto sport. E questo è Kalinic un meraviglioso non giocatore di calcio che però chissà com’è o come non è, ti fa spesso partire dall’1 o 2 a zero. Il secondo goal nello specifico è rapina pura che #IlZingaro può accompagnare solo. Per altro, chicca, se fermate il replay appena prima di dare la zampata alla biglia sussurra un “tua mamma” che Scuffett non apprezza. Nikolino mio, non oso immaginare un tavolo al Byblos con te e Perisic... #McGayver
3) Immobile/Mertens: Napoli da, Napoli toglie. Nel concreto, Napoli toglie (dalle palle) l’orripilante “musica” di Gigi D’Alessio ma Napoli anche regala due scugnizzi di primo lignaggio. Il primo, figlio della sua terra ha peregrinato a lungo prima di trovare pace e insta storie di un’ignoranza sconosciuta anche ad Alberto Tomba in quel di Roma. Il secondo è stato adottato dalla città sul mare che ripaga con valangate di goal. Perché questo è il bello del calcio, non importa da dove tu venga, l’importante è buttarla dentro. #Limoncellidelgoal
Flop
1) Paloschi: Più inutile di lui, ad oggi, si è rivelato solo Gabigol nonostante il quacchero a differenza del Paloscone, un goal sia riuscito a metterlo. Inconcludente, idrofobo come una puzzola iraconda. Si agita e s’incazza che ti viene da dire “guarda un po’ che bella reincarnazione di Pippo Mio” poi il fiuto del goal Darko Pancev svela l’inghippo e tu torni a bestemmiare come un signorile Ciccio Graziani. A Palò, leggiti la pagella di Immobile e Mertens e ricordarti che il tuo mestiere è pucciarla. Non fare il mimo armeno nei pomeriggi di settembre. #JerryLewis
No ma veramente: chi rimpiange Paloschi? Vogliamo i nomi.
2) Benevento: Ora…va bene perdere. Va bene avere delle maglie che sarebbero state illegali anche a Italia ’90. Va bene che con Ciciretti in rosa ti espellerebbero anche dal Cepu. Però 0 punti in classifica e una qualità del gioco che neanche Mazzarri quando faceva fare il regista a Taider è eccessivo. Non ci mettiamo ne uno e ne due a richiamare la famiglia Corleone per qualche sana proposta. Fate il contrario di Roberto Carlino: demolite la solida realtà del fatto che facciate cagare e regalateci il sogno di poterci giocare una vostra vittoria con over, magari 2.5 #venerdì13
3) Hamsik: Leggi il nome, resti spaesato, pensi a soldi spesi al fantacalcio e ti viene subito da citare Mara Maionchi “Avete rotto il c***o”. Marechiaro… è da qualche partita che di chiaro vede solo le bionde al bancone del bar. Non segna, non fa assist, addirittura gli zappano due rigori sotto gli occhi e lui ringrazia. Non ci piace. Fuori la garra e le forbici che a 30 anni suonati con quella cresta sei più fuori luogo di Malgioglio ad Amsterdam. #tornaacasaLessie
MENZIONE SPECIALE
Pellegri Pietro: A 16 anni firmi la prima doppietta dopo aver segnato il tuo primo goal all'ultima partita di un certo Totti Francesco. Che altro dire.... ah già, quando le voci di mercato su di lui venivano bollate come "eccessive" e "riciclaggio" e invece era solo que vizio che non voglio smettere smettere mai.
Il giornalismo sportivo. Quello di qualità.
Fine delle trasmissioni. Per ora.
JL
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Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.
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