
- di Gennaro Bruno
L'apparizione ai fedeli
Quando Leo Messi decide di essere il più forte, tutti gli altri sono comparse, o meglio (s)comparse in un film che ha solo lui come attore protagonista. Il messia domenica sera ha deciso di riaprire la Liga con una prestazione da sogno, che non si vedeva da parecchio, dando un segnale di forza pazzesco e riuscendo a vincere una partita praticamente da solo, in una posizione molto arretrata rispetto a quella naturale.
L. Enrique, dopo aver sbattuto la faccia contro il muro bianconero in Champions League, deve fare a meno dello squalificato Neymar e si presenta con una formazione inedita. Un modulo spesso indecifrabile che vede Messi protagonista con una posizione che varia tra il centrocampo e la trequarti e Paco Alcacer in appoggio a Suarez in fase di possesso. Lo possiamo descrivere con un 4-1-3-2 con ter Stegen tra i pali. Sergi Roberto-Piquè-Umtiti-J.Alba. Davanti la difesa Busquets, mezz'ali Iniesta e Rakitic con Messi che sguizza tra lo spagnolo e il croato. In attacco Paco Alcacer e "Il Pistolero" Suarez.
Real Madrid con il classico 4-3-3: Navas, Carvajal-Nacho-S.Ramos-Marcelo. Centrocampo con il martire Casemiro vertice basso, Modric e Kroos, in attacco la BBC Blanca.
La chiave tattica Madrilena
Zidane con il suo consueto 4-3-3, cerca di mettere in difficoltà il Barcellona nel suo punto più debole, le fasce. E' sistematico in questo match una proposta di gioco molto elementare ma allo stesso tempo efficace. Mantenere il possesso di palla sul "lato forte" della squadra avversaria, per poi passare sul "lato debole" con lunghi lanci che tagliano il campo in favore degli esterni alti partoriti abitualmente dai piedi di Ramos, Modric e Kross. Andiamo ora ad analizzare qualche situazione che ha portato a tante conclusioni.

Con un giro palla preciso da sinistra verso destra, il Real Madrid riesce ad attrarre il Barcellona in un fazzoletto di gioco di 20 metri dove ci sono ben 5 uomini. La tavola è apparecchiata per un lancio lungo sul "lato debole".

Tattica andata in porto. Ora sul versante sinistro ci sono solo 2 blaugrana contro tre del Madrid. Marcelo è libero di offendere nello spazio creato attraendo gli uomini di L. Enrique sul versante destro (riquadro giallo). Casemiro è bravo a sciabolare da destra verso sinistra sui piedi del terzino Brasiliano.
L'importanza di Sergio Busquets
Dopo il triplete della stagione 2008-2009, tutto il mondo del calcio consacrava un nuovo top player nella zona mediana del campo, un ragazzino della primavera Catalana piazzato in mezzo a Xavi e Iniesta soprannominato fin dalle giovanili "Lo spazzaneve". E Guardiola per evidenziare la sua importanza esternò la seguente frase: "Xavi gioca a due tocchi, Iniesta a uno, Busquets a mezzo tocco". Ed è proprio la sua caratteristica da "turbina" davanti alla difesa che rende il Barcellona una squadra unica. Anche domenica la sua posizione è stata determinante per la vittoria del Barca. Oltre a recuperare una mole impressionante di palloni, Busquets si è messo tra i 3 attaccanti del Real Madrid e del suo primo uomo in pressione, Kross. In questo modo le punte andavano a vuoto anche perchè tatticamente è imprendibile quando cambia posizione da destra verso sinistra della mediana offrendo sempre un appoggio ai centrali difensivi e ter Stegen per l'avvio della manovra dal basso. E' stato ed è uno dei padri fondatori di questo stile di gioco, che prevede le consuete triangolazioni in tutte le zone del campo per creare superiorità numerica. In questo caso Busquets era intento a far sprecare più energie possibili a Benzema e CR7, suoi primi pressatori. La palla non l'hanno mai vista quando era in possesso del catalano. Andiamo ad analizzare meglio con qualche immagine.

Busquets con al sua posizione fa saltare il primo pressing di Benzema e si dispone in maniera tale da poter servire tutti mantenendo sempre saldo il controllo della palla. In questo caso Kroos deve uscire su Busquets. Si viene a creare lo spazio (riquadro rosso) dove il Barca triangola per conquistar terreno.

La triangolazione è avvenuta con successo. Con soli tre passaggi Rakitic è libero e dietro la zona rossa ci sono ben 5 uomini del Real tagliati fuori dai giochi. Il Real in questo modo è sbilanciato ed è in inferiorità numerica nella zona centrale del campo dove il Barcellona è letale.
Ma la dea bendata da più di un anno assiste il Real Madrid e sono i Blancos a passare in vantaggio da angolo con gol di Casemiro.
Il Barcellona non si scompone e macina gioco arrivando al pareggio nel 32° minuto di gioco.
E il gol è un grande classico Blaugrana che sfrutta la consueta creazione dei triangoli.

L'azione del gol parte ancora dall'intelligenza tattica di Busquets che si piazza in maniera tale da essere un perno vivente per i suoi compagni. Bravi anche Iniesta, Messi, Piquè posizionati bene per creare la triangolazione, ma soprattutto Sergi Roberto che è altissimo costringendo gli esterni del Real a rinculare in modo tale da essere inoffensivi. Con Sergi Roberto si può creare anche il consueto meccanismo terzino-punta-mezz'ala. In un secondo il Barcellona crea tantissime idee. La vera forza di questo team.

Le triangolazioni creano confusione e spazi nella difesa del Real. Busquets è tutto solo colpa del cattivo posizionamento di Modric che è tanto distante dall'azione, ma è la conseguenza del non ripiego di Bale su Iniesta. Suarez (nel cerchio nero) sempre pronto ad attaccare la profondità. Nel calcio sono i dettagli che fanno la differenza. Rakitic prende il tempo a Kroos sfruttando il buco lasciato da Marcelo pronto a pressare Sergi Roberto. Quel riquadro rosso verrà sfruttato dal Croato.

Con un movimento splendido da far vedere nelle scuole calcio, Suarez porta a spasso con il guinzaglio Sergio Ramos con un movimento a traliccio entrando ed uscendo dalla profondità ( posizione di partenza quadrato nero). Rakitic appoggia per il Messia. Con uno stop il fuoriclasse argentino mette k.o. Modric e Carvajal e segna l'1 a 1 in buca d'angolo alla sinsistra di Navas.
Il gol dell'1 a 1 è inevitabile per il Real, più frutto della bravura del Barca che di disattenzioni difensive Blancos, ma è da esaltare la posizione di Messi come scritto in apertura. La sua posizione iniziale era a ridosso del centrocampo.
Altra chiave tattica è la posizione di Paco Alcacer in fase difensiva. Il sacrifico del Nazionale Iberico fa si che in fase di non possesso Messi si alza come seconda punta mentre lui si abbassa a esterno sinistro puro. Con questo spirito di sacrificio il Barcellona è tatticamente più coperto con un 4-4-2 all'italiana.

Alcacer (riquadro giallo) si abbassa tantissimo per creare il 4-4-2. Messi logicamente in fase di pressing alza il suo baricentro di 20 metri non avendo spirito difensivo. Il classe 93 spagnolo brutto esteticamente ma efficace tatticamente in questo match.
Al riposo si va sul risultato di 1 a 1.
La partita è bellissima e i portieri compiono una serie di miracoli che fanno resistere la parità fino al 72' quando Rakitic con un gesto tecnico da fuoriclasse incastona la palla nell'angolino alto alla destra di Navas. Barcellona corsaro al Bernabeu.
Messi fa ammattire tutto il Real, e per di più al 77' i Blancos restano in 10 per l'espulsione di Sergio Ramos. Ma mai sottovalutare il "Madridismo", che nella difficoltà quasi si esalta. E anche in 10 arriva il gol del 2 a 2.
Sul pareggio c'è poco da commentare. Errore imbarazzante da parte di Jordi Alba che boccheggia sul taglio di J. Rodriguez.

Difesa del Barcellona schierata anche bene, J. Rodriguez parte da troppo lontano per poter sorprendere J.Alba, ma invece riesce nel suo compito e non ha bisogno nemmeno di un contro movimento per svincolarsi del terzino della nazionale Spagnola.

J. Rodriguez è ormai solo nel cuore dell' area di rigore. Marcelo la mette bene per il Colombiano che insacca senza problemi. All'85° è 2 a 2...
La partita sembra avviarsi per il pareggio, ma il Real fa di tutto per perderla andando con 3 uomini su un pallone morto in zona Sergi Roberto. Contropiede catalano con il terzino che si fa 50 metri palla al piede indisturbato scaricando su Andrè Gomes. Sovrapposizione di Alcacer che serve Messi: 2 a 3 con un sinistro al fil di palo che fa ricordare nella casa di CR7 chi è il più forte del mondo.
La Liga è riaperta, i marziani sono tornati (forse) per invadere la terra.
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Gennaro Bruno, nato a Pozzuoli (NA) il 20/07/1994. Vive a Bacoli, comune dei Campi Flegrei nel Golfo Napoletano. Laureando presso la facoltà di Scienze Motorie e Del Benessere della Parthenope di Napoli, ma già Match Analyst di primo livello certificato dall’azienda portoghese Videobserver. Si è avvicinato al calcio grazie ad Alex Del Piero, suo idolo indiscusso, mentre il suo allenatore preferito è Carlo Ancelotti. Insomma, un palato raffinato. Malato di calcio, in qualsiasi salsa esso sia (dalla tv, alla partitella di calcetto del martedi) e di Jorge Sampaoli.
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