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- di Redazione Sportellate.it

Pantomima Closing: Milan, come ti sei ridotto?


“Povero Diavolo, che pena mi fai”. L’avrà pensato la stragrande maggioranza dei tifosi milanisti alla notizia dell’ennesimo slittamento dell’atteso closing da parte di Sino-Europe Sports (SES), la società veicolo che dovrebbe (o forse sarebbe meglio dire avrebbe dovuto) acquistare il Milan.


Il Milan e i suoi 118 anni di storia gloriosa, fatti di 18 scudetti e 7 Champions League, di 48 trofei ufficiali vinti, di grandi giocatori e allenatori che l’hanno reso un’icona mondiale, ammirato e invidiato, e di milioni di tifosi (da sempre il vero motore di una squadra di calcio) sparsi per il globo.

Giusto per farsi un'idea dei soli ultimi 30...

Ecco, si sta trattando la cessione del Milan con leggerezza, come se chi dovesse cedere e chi dovesse comprare non avvertisse il peso dell’operazione.

Da una parte c’è Silvio Berlusconi, colui che ha rilevato il Milan sull’orlo del baratro e l’ha portato sul tetto del mondo. Un presidente che ha segnato un’epoca, ma che ormai da anni non ha più le risorse economiche per condurre la sua creatura a competere con le big europee; dall’altra c’è Li Yonghong, uno sconosciuto broker-imprenditore cinese che ha assunto il ruolo di regista dell’operazione Milan. Un uomo d’affari del quale si sa poco o nulla, sennonché vorrebbe acquisire il Milan attraverso un fondo i cui investitori restano avvolti da una coltre di nebbia. Finora nelle casse di Fininvest sono entrati 200 milioni di euro. Probabilmente, settimana prossima, ne arriveranno altri 100. Ma si è mai vista una società di calcio acquistata a rate senza una fidejussione bancaria che faccia da garanzia? Gli interrogativi sono tanti, troppi: questi cinesi hanno davvero la disponibilità economica per permettersi un club che al momento ‘brucia’ in media 70-100 milioni all’anno? Ammesso e non concesso che riescano a chiudere l’acquisto, quali sono le reali prospettive? E ancora: perché tutti questi intoppi per esportare dei capitali dalla Cina all’Italia? Intoppi che Suning, colosso cinese - tanto per fare un esempio - non ha avuto con l’Inter. Forse perché questi capitali in realtà scarseggiano? E allora perché persone serie e competenti come Marco Fassone e Massimo Mirabelli avrebbero accettato di metterci la faccia?

True story.

toda closing

Alla base di tutto manca trasparenza, che significa scarsa credibilità. E allora la considerazione finale è una: meglio un Milan ancora berlusconiano, giovane e italiano, seppur non competitivo almeno in partenza per lottare al vertice e forse neppure per un piazzamento in Champions, ma con un progetto (ah, questo sconosciuto!) credibile e sostenibile, piuttosto che un Milan nelle mani di un misterioso fondo cinese (SES) che in sette mesi ha prodotto tanto fumo e poco arrosto.

A cura di Lamberto Abbati.


 

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