
- di Edoardo Stilli
The Zaza's Butterfly effect
"Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo". The butterfly effect.
Nel 1952 Ray Bradbury, uno dei più grandi innovatori del genere fantascientifico, pubblicò A Sound of Thunder. Il racconto, che verrà poi reinterpretato anche in una puntata dei Simpson, è ambientato nel 2055, dove vengono organizzati dei safari nel tempo. Durante uno di questi safari un cacciatore scappa dalla piattaforma in metallo antigravità, calpestando una farfalla preistorica. La semplice morte di una farfalla scatena un effetto domino di eventi che cambieranno il futuro; tornati nel 2055 il presidente degli Stati Uniti non sarà più lo stesso e sarà cambiata addirittura la lingua inglese.
Si crede che Edward Lorenz, nel formulare la locuzione “effetto farfalla”, presente nella teoria del caos, abbia preso ispirazione proprio dal racconto di Bradbury. In sintesi l’effetto farfalla prevede che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine del sistema. "Può il batter d'ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?" fu il titolo di una conferenza tenuta da Lorenz nel 1972.
Qui forse la spiegazione è più chiara.
Il sette agosto 2016 è il giorno dell’inaugurazione dell’Olympic Stadium, nuovo stadio del West Ham. Gli Hammers per l’occasione invitano la Juventus a giocare un'amichevole celebrativa. La trepidazione dei tifosi bianconeri è per l’esordio dei sontuosi acquisti del mercato, Higuain, Pjanic e Pjaca; alle reti di Dybala e Mandzukic risponde una doppietta di testa di Andy Carrol e poi a risolvere il match, ci pensa Simone Zaza.
Il gol probabilmente non ha influito nella trattativa, conclusasi tre settimane dopo, che lo ha portato in maglia West Ham, ma rappresenta comunque una delle più grandi sliding doors della letteratura riguardo Zaza.
https://youtu.be/g9FeE4dI04g?t=4m21s
La squadra di Bilic spende più di cento milioni sul mercato e il 28 di agosto ufficializza anche Simone Zaza. Nell’intervista di presentazione al canale ufficiale, Zaza dichiara con serenità l’obiettivo del club di arrivare in Europa, dice di aver scelto il West Ham per crescere e per l’empatia provata nei confronti di Di Canio mentre lo sentiva parlare dell’esperienza agli Hammers.
Il momento in cui l’hype intorno a Zaza raggiunge il suo massimo splendore è quello in cui il canale ufficiale del club posta il suo primo allenamento, con tripletta e skills annesse.
https://www.youtube.com/watch?v=cZglsPJnNLA
Il West Ham però non gira. Dopo aver dato l’impressione di poter giocarsela alla pari con il Chelsea di Conte allo Stamford Bridge, con il gol vittoria di Diego Costa arrivato solo nei minuti finali, arrivano anche i tre punti contro il Bournemounth, poi sei sconfitte consecutive. Zaza non incide e sia per demeriti propri, che dei compagni, diventa il capo espiatorio del flop West Ham
Zaza non è riuscito a farsi amare neanche dai bambini, qui alle telecamere della televisione ufficiale del club, un ragazzino con tanta personalità ipotizza che anche sua madre giocherebbe meglio di lui.
Bilic difende il suo attaccante fino a metà ottobre, quando, nella conferenza stampa pre Crystal Palace-West Ham, stoppa le voci su un suo possibile ritorno anticipato alla Juve, affermando di aspettarsi grandi prestazioni da lui. Zaza contro il Crystal Palace gioca quasi tutta la partita; la successiva contro il Sunderland viene sostituto a venti minuti dalla fine. La partita contro i Black Cats è la svolta definitiva e negativa del futuro di Zaza a Londra. Per tutto il match è completamente fuori dal gioco (58,3% di passaggi riusciti), quando riceve il pallone cerca ossessivamente la conclusione, ma non riesce mai a centrare lo specchio, e, fatto ancora più importante per inquadrare il momento vissuto da un attaccante con le sue caratteristiche, vince solo il 28% dei duelli. Dopo il flop contro il Sunderland, Zaza gioca venti minuti contro l’Everton e mezz’ora contro gli Spurs. Il 22 dicembre Bilic dichiara apertamente che, il fatto che Zaza non venga convocato da quattro partite, è dovuto al non voler raggiungere le quattordici presenze, dopo le quali scatterebbe l’obbligo di acquistarne il cartellino per venti milioni. Cinque mesi dopo l’ufficialità del suo arrivo in Premier League, Zaza ha firmato un altro contratto, con il Valencia (anche questa volta ha segnato tre reti nel primo allenamento, brutto presagio?). Con gli Hammers ha giocato 571 minuti distribuiti su undici presenze; a referto zero reti, zero assist, due cartellini gialli e un infelice comparazione con Carlton Cole, in cui risulta il peggiore dei due.
Uno dei motivi per cui i tifosi ricorderanno Zaza è per aver vinto il "premio del peggior tiro della stagione".
https://www.youtube.com/watch?v=aKa2v17KXNU
Ora torniamo all’effetto farfalla di Edward Lorenz. E se Zaza avesse lo stesso potere di Evan (Ashton Kutcher) nel film The Butterfly effect? La storia vede il protagonista del film, Evan, alle prese con un potere che gli permette di modificare eventi chiave accadutigli nel passato, riuscendo così ad alterare il presente, anche se in modo del tutto inaspettato. Zaza potrebbe decidere di tornare a questa estate ed evitare la firma con il West Ham, scegliendo magari una squadra italiana come il padre-procuratore ha sempre ammesso volesse fare, e sconvolgendo l’ordine attuale delle cose. Nel film di Eric Bress, ad Evan per tornare nel passato serve di stimolare i suoi vecchi ricordi leggendo le pagine dei suoi diari, per Zaza potrebbe bastare uno scroll sul suo profilo instagram.
Zaza è su una spiaggia delle Maldive quando riceve la telefonata da Vincenzo Morabito. L’agente Fifa è stato incaricato dal West Ham di sondare il terreno con la Juventus e con il giocatore per un suo trasferimento in Premier. Nel film Evan ha la cognizione di ciò che gli è accaduto prima del ritorno nel passato; così anche Zaza ricorda perfettamente la telefonata, ricorda di essersi detto entusiasta, ricorda anche di essersi immaginato ad esultare per gli stadi inglesi, seguendo le orme di Di Canio e diventando un idolo Hammers. Questa volta Zaza però è consapevole della strada che prenderà il suo futuro se sceglierà l’Inghilterra, così stoppa tutto.
È il 28 luglio quando Galliani, in contemporanea con il trasferimento di Menez al Bordeaux, annuncia l’acquisto di Simone Zaza dalla Juventus per ventidue milioni di euro più due di eventuale bonus, in caso di qualificazione in Champions. Bacca nel giro di tre giorni diventa definitivamente un giocatore del Napoli, che stoppa così le trattive con l’Ajax per Milik. Zaza si ritrova ad essere la punta di diamante della campagna acquisti del Milan, titolare indiscusso del ruolo di prima punta nel 4-3-3 di Montella.
La mattina di Natale Zaza si sveglia in un mondo di cui ha ricordi confusi, sbiaditi. Come se fossero la fine di un sogno. Si alza dal letto del suo appartamento vicino a Porta Venezia e inizia a mettere a fuoco quello che ha comportato la sua decisione. Nelle prime giornate Zaza non è riuscito ad integrarsi in un gioco che, nelle idee di Montella, prevede un attaccante capace di favorire la costruzione offensiva della manovra. Per quanto il pressing alto sui difensori avversari, tipico del nuovo numero sette del Milan, sembrasse adattarsi perfettamente ad una squadra che ha bisogno di avere il controllo del pallone, Montella in poco meno di due mesi ha capito quanto anche Lapadula fosse in grado di garatire questo apporto. L'ex Pescara, sgravato del peso di avere davanti un attaccante di esperienza internazionale e, soprattutto, da centosessanta reti in carriera, ha scalato le gerarchie e ora Zaza è sulla prima pagina della Gazzetta dello sport sotto al titolo "Già addio?". La didascalia sotto la foto parla di un possibile trasferimento in Bundesliga nella sessione estiva, dato lo scarso minutaggio accumulato nei mesi precedenti.
Lapadula che esulta con Zaza sullo sfondo (in panchina con maglia rossa e pettorina grigia).
Il Milan sembra già pronto a sostituirlo numericamente con Paloschi, mantenedo Lapadula, dieci reti e tre assist in stagione, come titolare. Zaza si ritrova nella stessa situazione dalla quale era partito, senza neanche la scusante del mancato ambientamento in un campionato diverso. Non ci pensa un attimo, un altro scroll su instagram, Butterfly's effect e si torna sulla spiaggia delle Maldive.
Com'era? Si ritorna sempre dove si è stati bene...no?
Quando il Napoli annuncia con un tweet l’acquisto di Simone Zaza, per 24 milioni di euro, i social si scatenano. De Laurentiis viene accusato di aver dato alla Juventus parte dei soldi necessari a pagare la clausola di Higuain. Un'intervista di pochi giorni dopo, dove il presidentissimo annuncia sorprese, insieme alle voci sempre più insistenti di un interessamento da parte dell West Ham su Gabbiadini, riaccende però le speranze dei tifosi. A dieci giorni esatti dall'ufficialità di Zaza, Arkadiusz Milik atterra all'areoporto di Capodichino con una sciarpa azzurra al collo. Le partenze di Higuain e Gabbiadini hanno rivoluzionato l'attacco del Napoli e adesso Simone e Arkadiusz si trovano a giocarsi una maglia.
"Io e Zaza? Sì, penso che sia possibile anche giocare insieme, ma decide il mister, l'importante è il bene della squadra".
"Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato. Ad un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita" George Byron.
☀️ 🙌🏼 🌊
Una foto pubblicata da Simone Zaza (@simonezaza) in data: 11 Lug 2016 alle ore 10:58 PDT
Su quella spiaggia Zaza viene assalito da una nuova consapevolezza. Il suo viaggio in tre diverse dimensioni ha avuto lo stesso significato di quello di Raimond Gregorius in Treno di notte per Lisbona, di quello di Christopher McCandless raccontato nel film capolavoro di Sean Penn “Into the wild”: gli ha fatto cambiare la visione delle cose, gli ha aperto nuovi orizzonti, che questa volta significa rivalutare quelli passati. È una specie di rivisitazione, in chiava moderna e con le debite proporzioni, delle Confessioni di Sant’Agostino. Un dialogo con sé stesso e con i suoi io parallelli, quelli che hanno vissuto le realtà in cui ha giocato nel West Ham, nel Milan e nel Napoli. Quando Zaza riceve la chiamata di Vincenzo Morabito, che gli propone il West Ham, sorride dentro di se; ci riflette un altro secondo, e con una forza nuova si dice entusiasta. Il Valencia lo sta già aspettando e lui non vede l’ora di iniziare.
Pensai a quanti luoghi ci sono nel mondo che appartengono così, a qualcuno, che qualcuno ha nel sangue e nessun altro li sa. (Cesare Pavese)
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Nato il 24/08/1992, esattamente quindici anni dopo Denílson, mi vanto da sempre di avere il suo stesso talento anche se in campi diversi, sperando che almeno il mio non rimanga incompiuto a forza di pasos dobles. Iscritto all'università di Pisa in Scienze Politiche, dedico la mia vita allo sport e ai libri di Bukowski, Huxley e Palahniuk. Amo il calcio, la birra, Guccini, De André, Toni Servillo e il vero talento. Esteta del calcio, juventino di nascita e tradizione, ho donato il mio cuore a Camoranesi, che ultimamente sembra averlo girato a Dybala.
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