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3 min

- di Lorenzo Lari

Il nuovo brand Juventus


Ieri sera, nella spettacolare cornice del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, la società bianconera ha presentato il suo nuovo brand e il suo nuovo logo. Il lavoro realizzato da Interbrand (società di consulenza newyorkese specializzata in valutazione, strategia e management del marchio) ha suscitato clamore e perplessità sia tra le file dei tifosi della Vecchia Signora che tra i non. Abbandono irrispettoso di secolari tradizioni o rivoluzione necessaria?


Partiamo da una doverosa premessa: a me il nuovo logo Juve piace da impazzire. E' minimal, è "cool", è dannatamente al passo coi tempi. La cosa deve  interessarvi? No, assolutamente no. Non è questo il punto: il discorso soggettivo trova il tempo che trova. I punti focali della discussione sono altri. E ora vedremo di affrontarli.

Prendiamo un attimo il discorso alla larga. Sapete quale è il marchio sportivo più venduto e famoso sul globo terrestre? Quello dei New York Yankees. Chi non conosce il marchio degli Yankees? Probabilmente nessuno al mondo. Avete presente i loro cappellini? Ecco, potete trovare gente indossarli in Italia, indossarli in Asia, come ovviamente nella stessa America. Tutti grandi appassionati di baseball o fanatici di Derek Jeter? Propenderei per il no. Trattasi di un logo semplice e curato, oggi universale grazie alla sua innata capacità di essere immediatamente riconoscibile in qualsiasi situazione.

Il logo degli Yankees.

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Ma sapete una cosa, i New York Yankees come la Juventus prima avevano uno stemma. Onestamente: l'avete presente? E anche se fosse, in quanti ricordate o portate il cappellino con lo stemma e non il marchio? Sicuramente in pochi. Probabilmente è un'esclusiva da veri tifosi Yankees, ma anche qua non ci metterei la mano sul fuoco.

Ok, ecco lo stemma dei New York Yankees. Sicuramente una volta mostrato vi risulterà conosciuto, ma prima a quanti era venuto in mente?

stemma yankeees

Ci risulta allora da subito evidente la straordinaria peculiarità del logo: permettere di riconoscere la squadra/l'azienda/la società con effetto IMMEDIATO, e il nuovo brand Juve si muove chiaramente in questa direzione. Niente è stato lasciato al caso: non è un caso che si sia puntato forte sulla J (oltre alla Juventus quante altre società sportive dello stesso calibro vi vengono in mente inizianti per J?), non è un caso che sia destinato a piacere principalmente ad un pubblico giovanile e non è neanche un caso che possa essere particolarmente apprezzato dal mercato asiatico (la Juventus di Andrea Agnelli ha da sempre a cuore l'Asia e ha tra l'altro recentemente chiuso l'accordo con lo sponsor indonesiano Super Soccer TV).

Mi sono divertito a riprodurre l'esempio dei cappellini, ma di esempi del genere se ne possono fare a milioni. La verità è che si tratta di una linea studiata nei minimi particolari da una società calcistica che ormai ragiona come una multinazionale. Una linea moderna, minimal, da prima intrapresa non a caso anche da molte squadre Nba, avanti anni luce per quel che riguarda i campi del marketing e della comunicazione.

Dispiacerà non avere più il nostro stemma sulle maglie da gioco? Sicuro. Ci saranno schiere di 40enni/50enni/60enni che continueranno (a prescindere) a storcere il naso? Probabile.

Ma bisognerà farsene una ragione.

La Juventus è proiettata nel futuro, va avanti e si evolve, sapendo benissimo che il cambiamento anche per una squadra con tradizioni e radici solide, rimane una costante. Probabilmente, l'unica costante a cui si può fare appiglio per provare a competere con le altre superpotenze (in primis economiche) europee.

Perchè come dice Andrea Agnelli: "Per crescere dobbiamo continuare a vincere ed evolvere il nostro linguaggio per raggiungere nuovi target".

Logo animation (via Brandemia)


 

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Nato a Rimini l’11/06/1990. Laureato in Giurisprudenza, adora disquisire di sport ed America. Ogni tanto scrive, solitamente legge. Sogna un giorno di poter assistere ad una partita allo Staples al fianco di Jack Nicholson.

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