
- di Jacopo Landi
Top of the flop, 14a giornata
Top:
1) Icardi e Dzeko: il piccolo Genny Savastano ha scritto un libro (a figure, da colorare) dal titolo “Non volevo fare il boss”. I tifosi romanisti però stavano ancora finendo quello del piccolo Edin “Non volevo fare il bomber”. Ancora increduli di come un bomber di razza d’oltremanica potesse essersi trasformato in un paracarro rinforzato della seconda guerra, i tifosi giallorossi sono stati sorpresi da quello che io definirei un ictus benigno. 14 partite, 12 goal e un cd in cantiere che Gigi D’Alessio spostate. Il buon Maurito da Instagram in provincia di Argentina, con la Fiorentina dimostra tutto il proprio repertorio. E non stiamo parlando di orologi e Bentley. Due goal, assist, sforbiciate. E’ talmente volenteroso che limona pure la compagna di Bernardeschi. No ma Icardi….14 partite e 12 goal. Muti come Wanda quando…dorme...
2) Atalanta: chi mi conosce e legge da un po’ che sa che peggio di Gasperini c’è solo un pompino fatto da una con una brutta bocca. Però a onor del vero questo Atalanta è megalantica, megafantastica, insomma i francesi direbbero “da seghe a due mani” ma gli atalantini il francese non lo sanno e continuano a tenerle ben salde sul trattore. Cuore, vittoria e pastorizia #semper
Post rientro dalla trasferta di Bologna, accoglienza dei tifosi della Dea semplicemente illegale.
3) Genoa: non mi sono ancora ripreso dall’ingiustizia che Stallone ha perpetrato ai danni di Juric non chiamandolo per i Mercenari, con quella faccia. Lui si è vendicato facendo diventare gli undici del Genoa più temibili del cartello di Medellin. Chiedere a Bonucci e Dani Alves che nel primo tempo sembravano due zoccole in una gang bang #4saltiinpadella
Flop:
1) Dani Alves: fino ad ora più inutile di un preservativo bucato in un bordello di Bucarest. Più indisponente di un dizionario italiano a firma di Luca Giurato. Più inconcludente di Bocelli a una gara di tiro al piattello. Sostanzialmente, livello utilità: buco del culo sul gomito
2) Paulo Sousa: più incendiario di una molotov a La Mecca. Più irriverente del pupazzo gnappo. A Firenze ci stanno girando i maroni che non hanno più il problema delle pale eoliche. Bernardeschi come Baggio e via di polemica e rivolta giù in città. L’Arno si tinge di rouge
Il più classico dei "volemose bene"...
3) Palermo: nessuno aveva mai perso sette gare di fila in Serie A. Nessuno prima di Zampa. Lassù sulla duna, quando brilla la luna, spunta il nostro eroe Zampa, che lascia il suo segno, una zeta, a chi è indegno, la zeta che vuol dire Zampa. Zampa, Zampa lui ha la vita segreta. Zampa, Zampa il segno suo è la zeta.
Fine delle trasmissioni. Per Zamparini.
#iosonoJackMoody
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Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.
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