31 Ottobre 2016
3 minuti

Top of the flop, 11a giornata


Top

1) Gonzalo Higuain: per quasi un’ora di partita è più inutile di una pelliccia d’estate. Sovrappeso, stempiato e con la piazza in testa. Sembra che Magalli con la panciera si sia infilato allo Stadium. Sembra. Una palla, solo una. E vedrai che a Napoli con un corno su per il c**o te ne tornerai. Se la giustizia italiana tenesse il passo del Pipita, ci sarebbero molte più #sentenze
Stempiatello e con la wanza il buon Gonzalo te la piazza. Tutti a casa, in rima.

Più che il "Pipita", il "Pepita" a giudicare da come converte in gol i pochi palloni che sta toccando alla Juve.

2) Ciro Immobile: non credo di poter aggiungere nulla alla pagella a lui dedicata nel turno infrasettimanale. Ma si dal caso che Ciruzzo (non il merdone di Gomorra) la piazzi con una costanza che la goccia cinese può accompagnare solo. E, ormai lo sapete, mi conoscete, io quando scopro queste storie fatte di “se io sarei”, figa accantonata per i videogiochi e gol a valangate mi emoziono come un anziano davanti a un cantiere, come Salvini davanti a una ruspa, come un tanga davanti alla gambe di Emily.

3) Crotone e Lukasz Skorupski: Crotone culone perché dopo averlo deriso in lungo e in largo che neanche un bambino ciccione nel servizio di punta di Studio Aperto sul bullismo, piazza due stecche a Giulietta pu**ana e scrive nel grande libro della storia “fan culo Jacopo Landi, ci prendiamo i primi tre punti in Serie A". Ps: abbiamo fatto anche qualche orologio nello spogliatoio del Chievo”.

La bestemmia polacca la voto invece perché è perfetta metafora di quello che io chiamo effetto “figlio prestigioso di tua madre”. Passi una vita alla Roma a non prendere neanche gli insulti che ti lanciano. Sei l’Herbert Ballerina della vita vera. Vai a Empoli, continui a far cagare perché quello è il tuo segno zodiacale. Giochi contro la Roma e sembri la reincarnazione fusa di Yashin con Buffon. Bravissimo intendiamoci, ci mancherebbe, ma se poi ti muoiono i parenti come in un film catastrofico pensa agli insulti che ti sono piovuti da Roma in 90 minuti. "Secondo me è record Fabio", "anche secondo me Beppe, anche secondo me".

Uno portiere, l'altro usciere. Non sarebbe male un sequel assieme...


Flop

1) Difesa dell’Inter: la difesa dell’Inter è come la vita: dovrebbe concedere almeno un’occasione a chiunque. Solite gare dominate. Solito senso killer di Leon dopo che ha fatto serata al Byblos (e per Leon intendo l’ex giocatore della Reggina #figa #chechicca) e poi via a raccogliere il pallone nella tua porta. Una media punti che neanche il Cervia di Ciccio Graziani e lì almeno potevamo vedere i nostri beniamini sbadilare maleducate e Ciccio cristare come un turco a Natale.

2) Lorenzo Insigne: più indisponente di un anziano fermo dietro a un’auto parcheggiata che suona per mezzora alle due del pomeriggio. Imbrocca una partita su 11, si tocca la coscia per un tempo. L’allenatore lo sostituisce e lui? Lui parla... parla, cerca di esprimersi, versi gutturali per lo più. Poi aggiungete la distanza dalla bocca di Lorenzo all’orecchio di un essere umano.

Aggiungete poi la risposta pacata di Sarri (video tratto da corrieredellosport.it).

3) Genoa: portatore sano dell’effetto “cagare il cazzo alle milanesi”, vai a giocare con l’Atalanta e fai sembrare Kurtic il Kakà dei tempi d’oro #ma #andate #a #Kakare

Fine delle trasmissioni, ma non per i fratellini e le sorelline del terremoto. La terra balla ma noi balliamo con voi.

#iamJackMoody

  • Nato il 6 aprile del 1988 a Milano figlio orgoglioso di una città che ama con odio. Nelle vene sangue misto che ne fanno un figlio del mondo senza fissa dimora. Tra un gin tonic e un whiskey ben concepito ha consacrato la propria esistenza all’arte della buona musica con De Andrè, Shane McGowan e Chat Baker a strapparsi pezzetti di anima. Il cinema come confessione condivisa. L’amore per la beat generation e per quel mostro di James Dean. Interista con aplomb anglosassone per il gioco più bello del mondo. Crede che verranno tanti giocatori meravigliosi ma più nessuno con la corsa di Nicolino Berti.

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