10 Agosto 2016
7 minuti

Una nuova speranza?


“Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. Credo che, per credere, in certi momenti ti serve molta energia.”
Credo che questa celebre frase tratta da Radiofreccia sia la miglior fotografia dello stato d’animo attuale del tifoso medio del Milan: sofferente, depresso, vinto. Ma allo stesso tempo orgoglioso e fiero. Credo che bisogna essere gentili con lui: è una persona che soffre.


Estate: tra tutti i periodi dell’anno, è il mio preferito. Quando andavo a scuola attendevo impaziente per 9 mesi l’arrivo del 10 giugno, magico spartiacque che chiudeva l’epoca delle odiose sveglie alle 7 di mattina, per dare il via alla stagione dei dolci ozi e dell’assoluta spensieratezza.

Da quando è venuta meno la regolarità dell’anno scolastico a scandire lo scorrere del tempo, complici un meteo sempre più pazzerello e gli esami universitari che mi tengono impegnato fino a luglio inoltrato, tale data ha perso il valore simbolico che le avevo attribuito da bambino, e si confonde facilmente nella miriade di giorni anonimi che precedono il primo esame della sessione estiva.

Capita perciò che l’estate non si manifesti più di punto in bianco in maniera netta, bensì in modo molto più subdolo e sfumato: spesso basta un piccolo segnale a farmi capire che è arrivata la bella stagione. Un input che può assumere di volta in volta forme diverse: un improvviso aumento della temperatura, un arrossamento cutaneo per essermi esposto inavvertitamente al sole di mezzogiorno, una persona che pubblica foto in costume, un tizio in tv che consiglia di bere molto. O una notifica sul cellulare:

“Mauro ti ha inviato un messaggio su WhatsApp”

M.: “Chiamami pazzo, ma quest’anno si torna a sognare:

Galliani

Chiudo un attimo gli occhi. Sospiro, felice. Galliani ha ricominciato a sparare cazzate. Bentornata, estate!


Quando andavo al liceo, i professori insistevano molto sull’importanza di pensare in maniera critica.

Il pensiero critico “è un tipo di pensiero caratterizzato dai processi mentali di discernimento, analisi, e valutazione. Comprende processi di riflessione su aree tangibili ed intangibili con l'intento di formare un giudizio solido che riconcilia l'evidenza empirica con il senso comune.

Il pensiero critico trae informazioni dall'osservazione, l'esperienza, il ragionamento o la comunicazione.

Il pensiero critico si fonda sul tentativo di andare al di là della parzialità del singolo soggetto: i suoi valori fondamentali sono la chiarezza, l'accuratezza, la precisione e l'evidenza”.

Il pensiero critico è ciò che manca al mio amico Mauro quando si parla di Milan. Come  un innamorato che ha perso il lume della ragione, Mauro non si rassegna all’evidenza di un declino ormai palese, e gli basta un minimo cenno di Galliani o di Berlusconi per infiammarsi.

Forse meno obiettivo anche dell'ottimo Tiziano Crudeli.

crudeli

“Mauro ma ci hai fatto caso che negli ultimi anni lo scudetto lo vincete sempre e soltanto a luglio?”

M.: “Non sarebbe la prima volta che una squadra reduce da due campionati mediocri sorprende tutti e trionfa”.

“Ma trionfa cosa??? Non ci sono proprio le basi per un trionfo! Come fai a credere, con questa squadra, di poter mettere dietro l’Inter, la Roma, il Napoli? Per non dire la Juve! L’anno scorso vi ha dato più di 30 punti di gap, come pensi di colmarli?”

M.: “All’inizio partiamo tutti da zero”.

“Sì, ma resta una differenza di valori impressionante.”.

M.: “Ha detto Silvio che arriveranno 100 milioni dal mercato.”

“Notizia vecchia, pare ne arriveranno solo 15. E comunque il closing tarda ad arrivare”.

M.: “In ogni caso, finanzieremo il mercato con la cessione di Bacca”.

“Grande idea cedere il miglior attaccante della rosa”.

M.: “Lo è, se al suo posto arriveranno Musacchio, Zielinski e Pjaca. E sono sicuro che, oltre a loro, Adriano sta lavorando sotto traccia per regalarci un sensazionale colpo a sorpresa”.

Di solito quando parla così si riferisce a Ibra. Ormai lo so bene, sono 3 anni che ci crede. Faccio finta di niente.

“Tralasciando il colpo a sorpresa… ti rendi conto che ciò che dici non ha alcun senso? Come pensi di finanziare questi tre acquisti con il solo Bacca?”

M.:“Ma guarda che non l’ho detto io! L’ho letto su internet stamattina, adesso ti mando il link! Così vediamo se siamo tutti illusi o sei tu ad essere in malafede!”

“Ma quale malafede! È proprio una questione di matematica! Per Bacca nessuno vi darà mai più di 30 milioni e quei soldi bastano a stento per Pjaca. Il quale tra l’altro è seguito anche dalla Juve, che a differenza vostra è una big… – a volte sono davvero troppo sadico - non credo che il ragazzo impiegherà molto tempo a scegliere la sua prossima destinazione”.

M.: “ Vedremo :)”

Galliani mentre prova a cedere la punta colombiana.

Quando sorride sornione provo un misto di umana comprensione e un sincero sconcerto: non riesco a capacitarmi del fatto che sia così cieco. Continuo a spingere sull’acceleratore:

“Con quei soldi ci comprate al massimo un giocatore”.

M.: “Mi basta anche solo Musacchio. Credo che la difesa Donnarumma - Abate Musacchio Romagnoli De Sciglio abbia tutte le potenzialità per avvicinarsi ai livelli del blocco Galli – Tassotti Baresi Costacurta Maldini”.

Va beh, qui svanisce ogni briciolo di possibilità di iniziare a parlare seriamente di calcio. Finisco di ridere, mi asciugo le lacrime, e pungo un’ultima volta:

“Comunque credo che tu abbia ragione: vi aspetta una stagione di grandi soddisfazioni. Montella saprà ricavare il meglio dai giocatori che ha: Kucka e Bertolacci sono i migliori interpreti a disposizione per il suo calcio spumeggiante. Lapadula è pronto per battere il record di 36 gol del Pipita, mentre Donnarumma infrangerà il muro dei 973 minuti di imbattibilità di Buffon grazie ai colossi che ha davanti a sé. Fortuna che non partecipate alla Champions, altrimenti Real e Barca potevano cominciare a tremare”.

Solitamente, a questo punto della conversazione Mauro smette di rispondere, stizzito. Passano due giorni in cui evitiamo volutamente l’argomento, dopodiché ricomincia la solita litania.


Il nostro miglior acquisto è Mihajlovic. Puntiamo a qualificarci per la Champions, ma coltiviamo anche il sogno di conquistare qualcosa di più importante” [Galliani]

Ibrahimovic? Noi abbiamo la sua parola: se dovesse lasciare il Psg, verrebbe sicuramente al Milan” [Galliani]

Mihajlovic? Il Milan deve concludere la stagione, e alla fine di essa decideremo” [Berlusconi]

Non stiamo pensando ad altri allenatori, Mihajlovic ha un contratto fino al 2017” [Galliani]

Balotelli è cambiato” [Galliani]

Ruby? Credevo fosse la nipote di Mubarak” [Berlusconi]. Va beh, questa non c’entra.


Perché si dicono le bugie? Si può mentire per paura di deludere qualcuno, per evitare un’umiliazione, per sentirsi approvati, per non dare troppe informazioni su di sé, per non entrare in conflitto, per influenzare qualcuno. Sono molti i potenziali motivi che hanno spinto Galliani e Berlusconi a raccontare fandonie in questi anni. Ma poco mi interessa delle balle di due anziani signori. Ciò che mi dispiace è constatare che il credito di cui godono presso una parte di seguaci è ancora discreto: il mio amico Mauro è solo uno dell'ancora troppo elevato numero di giovani tifosi illusi da false promesse.

Intanto Ibra si è accasato allo United, Pjaca alla Juve, Zielinski al Napoli e Musacchio resterà al Villarreal. A meno di due settimane dall’inizio del campionato Montella ha ancora una squadra per larghi tratti incompleta. Inoltre, la cessione è stata conclusa con una cordata diversa da quella con cui si è flirtato per tutta l’estate e il vero e proprio closing avverrà in tempi troppo lunghi per evitare che questa sia un’altra, l’ennesima, annata di transizione. Tuttavia, Mauro e gli inguaribili ottimisti preferiscono continuare a raccontarsi di avere una squadra competitiva.

L'unico giustificato a dire queste vaccate è Antonelli, in quanto a libro paga dell'AC Milan.

antonelli

Ma non si può mentire sempre. C’è un momento della giornata in cui mentire diventa impossibile: la notte. Ci sono notti insonni senza luna e senza stelle in cui non si può non fare i conti con la realtà. È in quelle notti che, ne sono certo, persino Mauro capisce. Che siamo soli, che non c’è un Dio né un perché, che non c’è nulla dopo, che persino l’amore e la gloria finiranno con l’umanità e che quindi no, non c’è alcun modo per essere immortali. Che Vangioni è un acquisto di merda. Che il Milan attuale è la cosa più decadente esistente nel mondo del calcio.

Capisce e soffre, e non vede vie d’uscita. E allora tutto sommato illudersi di esser grandi fa meno male che affrontare la dura realtà. E quindi la cosa più giusta forse è proprio darsi una risposta rassicurante, girarsi dall’altra parte e riuscire finalmente a prendere sonno. E così, nell’abbandono al dolce oblio, le domande si vaporizzano lentamente, ed anche le risposte più azzardate sembrano dotate di senso: ecco che appare Musacchio con la maglia rossonera, si volta e mostra fiero il numero 6 sulla schiena. La metamorfosi è compiuta: il nuovo Baresi è tra noi. Vedo Mauro ormai con gli occhi chiusi e la bocca impastata di sonno sorridere leggermente, sbadigliare ancora, quindi cadere definitivamente tra le braccia di Morfeo.

morfeo

L’altra mattina mi è arrivata una notifica sul cellulare.

“Mauro ti ha inviato un messaggio su WhatsApp”

M.: “Pare che il Milan adesso appartenga al governo cinese. Il governo cinese, capisci? Scommetto che nel giro di qualche anno alzeremo di nuovo la Coppa dalle grandi orecchie. E mi aspetto un finale di mercato col botto!”

Resto un attimo pensieroso.

“Sai che ti dico, Mauro? Stavolta penso tu possa avere ragione”.

Dopotutto, chi sono io per impedirgli di sognare?


 

  • Salernitano, classe 1992. Laureato in Medicina e Chirurgia a Bologna, ma solo perché la Facoltà “Storia del calcio e filosofie dei sistemi di gioco” ancora non è stata inventata. Tifoso del Chievo dai tempi in cui i “Mussi” volavano per la prima volta in Serie A, sono innamorato di questo sport per la quantità incredibile di storie che è in grado di offrire.

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